La sezione "La persona e i segni", aperta dal capitolo "Il testo e il tradurre", sta al centro di "Presenza e Ulteriorità" . Nel 1992, anno della pubblicazione del libro, Alici scriveva che la traduzione non godeva in filosofia di un’adeguata attenzione, perpetuando così il diffuso fraintendimento che «una teoria del significato possa svilupparsi senza tematizzare adeguatamente il fenomeno della mediazione interlinguistica e il nesso tra distanza e prossimità» . Traduttore de La città di Dio di Agostino, in quest’affermazione vibrava la consapevolezza dell’importanza del gesto traduttivo nel quale si incrociano la distanza dall’autore (e dal suo tempo) e la prossimità della verità che attraverso il testo non smette di interpellare. Oggi i testi di “filosofia della traduzione” sono numerosi e attestano fino a che punto le osservazioni di Alici fossero capaci di intercettare l’importanza di una via all’epoca inesplorata che tuttavia Presenza e Ulteriorità tratteggiava anticipando ricerche successive. Lo faceva senza ignorare la ricerca che la linguistica, attenta al gesto traduttivo, svolgeva e avendo come obiettivo una “teoria filosofica della traduzione” tesa tra presenza e ulteriorità. Lo faceva, infine, incrociando motivi che un autore con cui si confrontava in queL testo, Paul Ricœur, avrebbe svolto negli anni successivi.
La traduzione tra presenza e ulteriorità
C. Canullo
2023-01-01
Abstract
La sezione "La persona e i segni", aperta dal capitolo "Il testo e il tradurre", sta al centro di "Presenza e Ulteriorità" . Nel 1992, anno della pubblicazione del libro, Alici scriveva che la traduzione non godeva in filosofia di un’adeguata attenzione, perpetuando così il diffuso fraintendimento che «una teoria del significato possa svilupparsi senza tematizzare adeguatamente il fenomeno della mediazione interlinguistica e il nesso tra distanza e prossimità» . Traduttore de La città di Dio di Agostino, in quest’affermazione vibrava la consapevolezza dell’importanza del gesto traduttivo nel quale si incrociano la distanza dall’autore (e dal suo tempo) e la prossimità della verità che attraverso il testo non smette di interpellare. Oggi i testi di “filosofia della traduzione” sono numerosi e attestano fino a che punto le osservazioni di Alici fossero capaci di intercettare l’importanza di una via all’epoca inesplorata che tuttavia Presenza e Ulteriorità tratteggiava anticipando ricerche successive. Lo faceva senza ignorare la ricerca che la linguistica, attenta al gesto traduttivo, svolgeva e avendo come obiettivo una “teoria filosofica della traduzione” tesa tra presenza e ulteriorità. Lo faceva, infine, incrociando motivi che un autore con cui si confrontava in queL testo, Paul Ricœur, avrebbe svolto negli anni successivi.File | Dimensione | Formato | |
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