Sulla religiosità funeraria dei Romani che abitarono il territorio marchigiano tra Umbria gallica e Picenum non molti sono ad oggi gli studi, per lo più all’interno di trattazioni generaliste o rivolti a specifici aspetti, locali ambiti necropolari, singoli manufatti ; raccogliendo tali conoscenze si è qui cercato di delineare un quadro complessivo, possibilmente organico e sintetico, sulla tematica in oggetto, basandoci su una documentazione già nota, che, assai frammentaria ed eterogenea, proviene solo in parte da contesti stratigrafici, più spesso da rinvenimenti occasionali o di riuso. L’ingresso della regione picena nell’orbita romana avvia, come è noto, un lento e graduale processo di profonde trasformazioni politiche e socio-economiche imposte dai vincitori alle genti sottomesse, insieme a sostanziali alterazioni degli aspetti culturali, religiosi e materiali fino ad una completa omologazione al sistema di Roma . Tale processo, cominciato all’inizio del III sec. a.C. principalmente attraverso una capillare colonizzazione urbana e territoriale ed un’efficiente rete stradale, può considerarsi concluso nella seconda metà del I sec. a.C. con la concessione della cittadinanza romana e la creazione degli ordinamenti municipali. In questa cornice facile dunque è immaginare come nel substrato spirituale piceno vadano gradualmente ad innestarsi idee, ritualità e monumenti intorno ai concetti di morte e vita ultraterrena propri della civiltà romana, derivanti dalla fusione di credenze greco-orientali ed etrusco-italiche con l’aggiunta di una visione marcatamente celebrativa nei confronti di gens e individuo.
Le barriere dopo la vita
Stortoni, E.
2023-01-01
Abstract
Sulla religiosità funeraria dei Romani che abitarono il territorio marchigiano tra Umbria gallica e Picenum non molti sono ad oggi gli studi, per lo più all’interno di trattazioni generaliste o rivolti a specifici aspetti, locali ambiti necropolari, singoli manufatti ; raccogliendo tali conoscenze si è qui cercato di delineare un quadro complessivo, possibilmente organico e sintetico, sulla tematica in oggetto, basandoci su una documentazione già nota, che, assai frammentaria ed eterogenea, proviene solo in parte da contesti stratigrafici, più spesso da rinvenimenti occasionali o di riuso. L’ingresso della regione picena nell’orbita romana avvia, come è noto, un lento e graduale processo di profonde trasformazioni politiche e socio-economiche imposte dai vincitori alle genti sottomesse, insieme a sostanziali alterazioni degli aspetti culturali, religiosi e materiali fino ad una completa omologazione al sistema di Roma . Tale processo, cominciato all’inizio del III sec. a.C. principalmente attraverso una capillare colonizzazione urbana e territoriale ed un’efficiente rete stradale, può considerarsi concluso nella seconda metà del I sec. a.C. con la concessione della cittadinanza romana e la creazione degli ordinamenti municipali. In questa cornice facile dunque è immaginare come nel substrato spirituale piceno vadano gradualmente ad innestarsi idee, ritualità e monumenti intorno ai concetti di morte e vita ultraterrena propri della civiltà romana, derivanti dalla fusione di credenze greco-orientali ed etrusco-italiche con l’aggiunta di una visione marcatamente celebrativa nei confronti di gens e individuo.File | Dimensione | Formato | |
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