All’interno delle narrazioni medievali lo spazio spesso contiene un interrogativo di senso in grado di mettere in moto il processo del racconto e lo slancio cognitivo; il tempo cronologico sembra, invece, configurarsi come una variabile irrilevante. Questo particolare statuto della narrazione medievale si ritrova accentuata all’interno delle narrazioni di viaggio. La cronologia, nella scrittura odeporica, costituisce semplicemente il marcatore convenzionale di un percorso che si dipana nello spazio e che di questo si nutre. A differenza dei diari di bordo di epoca moderna, il cui esempio più famoso è sicuramente rappresentato dal diario di Cristoforo Colombo, nelle relazioni medievali, il viaggio non è scandito dalle date, bensì dagli spazi percorsi. E, nonostante le distanze siano misurate in unità temporali (giorni), la progressione del viaggio non lascia mai nel lettore la sensazione dello scorrere del tempo, bensì soltanto quella di un susseguirsi di luoghi. Il viaggio come il romanzo lavora attraverso la meraviglia e la meraviglia nel Medioevo è una categoria eminentemente spaziale, in quanto strettamente connessa alla vista e a ciò che si percepisce nello spazio.

«Quando lo spazio fagocita il tempo: l'irrilevanza crologica nelle relazioni medievali di viaggio»

Di Febo M
2018-01-01

Abstract

All’interno delle narrazioni medievali lo spazio spesso contiene un interrogativo di senso in grado di mettere in moto il processo del racconto e lo slancio cognitivo; il tempo cronologico sembra, invece, configurarsi come una variabile irrilevante. Questo particolare statuto della narrazione medievale si ritrova accentuata all’interno delle narrazioni di viaggio. La cronologia, nella scrittura odeporica, costituisce semplicemente il marcatore convenzionale di un percorso che si dipana nello spazio e che di questo si nutre. A differenza dei diari di bordo di epoca moderna, il cui esempio più famoso è sicuramente rappresentato dal diario di Cristoforo Colombo, nelle relazioni medievali, il viaggio non è scandito dalle date, bensì dagli spazi percorsi. E, nonostante le distanze siano misurate in unità temporali (giorni), la progressione del viaggio non lascia mai nel lettore la sensazione dello scorrere del tempo, bensì soltanto quella di un susseguirsi di luoghi. Il viaggio come il romanzo lavora attraverso la meraviglia e la meraviglia nel Medioevo è una categoria eminentemente spaziale, in quanto strettamente connessa alla vista e a ciò che si percepisce nello spazio.
2018
9788898500215
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