La storia di una casa è sempre la storia di una donna, di una madre, di un focolare che cova sotto la cenere i ricordi del nucleo sociale primario. Per le donne è quasi imprescindibile parlare di famiglia, di casa: si pensi ai primi quadri di Sofonisba Anguissola che dipinge le sue sorelle nell’intimità dei gesti domestici, semplicemente perché questo è il primo e di solito anche il solo ambiente che a una donna era concesso conoscere. Similmente a questi ritratti, anche la scrittrice incide spesso cammei dei ricordi dei suoi cari: non solo dunque, la pratica dell’autobiografia è il medium che dimostra la frequentazione casalinga di molte autrici, ma in generale si può pensare alla scrittura come ad una stanza all’interno di una stanza. Una stanza tutta per sé dunque, in cui il ritratto dell’autrice in un interno – intenta a scrivere nel chiuso del suo studiolo –, apre innumerevoli altre porte, in una sorta di mise en abîm che si affaccia sul sogno. Luogo in cui si esperisce e l’esperienza della soglia, la casa può essere carcere interiore, cattività, ma anche la scenografia muta su cui incidere graffiti d’esistenza. Angolo visuale particolare, la casa permette di restare dentro e guardare fuori, sperimentando l’ambigua oscilla- zione tra il ruolo materno e il riconoscimento sociale. Nel viaggio intorno all’opera di Sibilla Aleramo, Natalia Ginzburg, Dolores Prato e Joyce Lussu, gli studi raccolti in questo volume raccontano una storia diversa, intima e familiare, ma anche – quando non in fuga –, aperta e accogliente verso il mondo

Architetture interiori. Immagini domestiche nella letteratura femminile del Novecento italiano

Lorenzetti S;
2008-01-01

Abstract

La storia di una casa è sempre la storia di una donna, di una madre, di un focolare che cova sotto la cenere i ricordi del nucleo sociale primario. Per le donne è quasi imprescindibile parlare di famiglia, di casa: si pensi ai primi quadri di Sofonisba Anguissola che dipinge le sue sorelle nell’intimità dei gesti domestici, semplicemente perché questo è il primo e di solito anche il solo ambiente che a una donna era concesso conoscere. Similmente a questi ritratti, anche la scrittrice incide spesso cammei dei ricordi dei suoi cari: non solo dunque, la pratica dell’autobiografia è il medium che dimostra la frequentazione casalinga di molte autrici, ma in generale si può pensare alla scrittura come ad una stanza all’interno di una stanza. Una stanza tutta per sé dunque, in cui il ritratto dell’autrice in un interno – intenta a scrivere nel chiuso del suo studiolo –, apre innumerevoli altre porte, in una sorta di mise en abîm che si affaccia sul sogno. Luogo in cui si esperisce e l’esperienza della soglia, la casa può essere carcere interiore, cattività, ma anche la scenografia muta su cui incidere graffiti d’esistenza. Angolo visuale particolare, la casa permette di restare dentro e guardare fuori, sperimentando l’ambigua oscilla- zione tra il ruolo materno e il riconoscimento sociale. Nel viaggio intorno all’opera di Sibilla Aleramo, Natalia Ginzburg, Dolores Prato e Joyce Lussu, gli studi raccolti in questo volume raccontano una storia diversa, intima e familiare, ma anche – quando non in fuga –, aperta e accogliente verso il mondo
2008
978-88-7667-352-8
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