La tesi indaga il fenomeno del welfare aziendale – quale insieme di beni, prestazioni, opere e servizi riconosciuti dal datore di lavoro, unilateralmente o tramite contrattazione collettiva, a favore della totalità o di categorie omogenee di dipendenti, al fine di migliorare le condizioni lavorative e personali degli stessi e/o dei loro familiari – da un punto di vista strettamente giuridico, nell’ottica di un suo potenziale inquadramento sistematico nell’ambito degli artt. 32 e 38 Cost., da un lato, o dell’art. 36 Cost., dall’altro. Ricostruite le principali tappe evolutive del welfare aziendale in Italia, dalle prime esperienze riconducibili al c.d. “paternalismo industriale” ottocentesco fino al recente rilancio del fenomeno nella sua veste contrattuale/regolamentare ad opera della Legge di Stabilità 2016 e successive modifiche normative, l’autore illustra i contenuti essenziali dell’attuale disciplina fiscale in materia di welfare aziendale, al fine di offrirne una panoramica generale. Sebbene, infatti, obiettivo della ricerca sia analizzare il fenomeno da un punto di vista primariamente giuslavoristico, esso travalica i confini del diritto del lavoro, investendo anche diversi aspetti del diritto tributario. Alla luce della facoltà di conversione dei premi di risultato in welfare benefits introdotta a partire dalla Legge di Stabilità 2016, l’autore esamina dunque il regime di tassazione agevolata e di parziale decontribuzione dei premi di risultato, per poi analizzare i due modelli di welfare aziendale previsti dal nostro ordinamento: il welfare di produttività, da un lato, derivante dalla conversione del premio di risultato, e il welfare aziendale “puro”, dall’altro, quale insieme di benefit detassati previsti dall’art. 51 TUIR. Descritto il quadro normativo nazionale, l’indagine si concentra sulla versione di welfare aziendale concretamente affermatasi nel contesto imprenditoriale marchigiano, con l’obiettivo di coglierne le eventuali specificità rispetto al modello astratto delineato dal legislatore ed operare un confronto tra i dati nazionali e quelli regionali in termini di diffusione ed entità degli interventi, modalità di attuazione dei piani welfare, tipologia di welfare aziendale, grado di accoglienza mostrato da imprese e lavoratori, tassonomia dei benefit offerti e preferenze espresse dai dipendenti. A tal fine, l’autore analizza, anche in un’ottica comparatistica, una serie di dati relativi ai più recenti contratti collettivi aziendali e/o regolamenti aziendali in materia di premi di risultato e welfare aziendale sottoscritti e applicati dalle imprese sindacalmente affiliate a Confindustria Marche. Viene poi esaminato il caso specifico di una tra le più importanti realtà imprenditoriali locali che hanno implementato misure di welfare aziendale e infine allegati, a titolo esemplificativo, alcuni modelli di contratti integrativi, regolamenti aziendali ed altri atti inerenti a corresponsioni premiali e welfare benefits. Nel tentativo di comprendere il rapporto intercorrente tra welfare e welfare aziendale, la ricerca verte poi sulla definizione delle due fattispecie. Pertanto, chiarita la valenza giuridica del termine welfare e definito il concetto di welfare aziendale nelle sue possibili accezioni, vengono esaminate le implicazioni che quest’ultimo ha avuto sui diversi piani del diritto del lavoro, del diritto sindacale e del diritto previdenziale italiano e poi illustrate le sue potenzialità e criticità. In conclusione, l’autore tenta di cogliere quale sia la reale natura del welfare aziendale, verificando se esso sia effettivamente riconducibile al welfare – e, dunque, agli artt. 32 e 38 Cost. –, oppure se rappresenti, piuttosto, una mera forma alternativa di retribuzione (in natura), inquadrabile, pertanto, nell’ambito dell’art. 36 Cost.

IL WELFARE AZIENDALE È DAVVERO – O SOLTANTO – “WELFARE IN AZIENDA”? UN FOCUS SULLA REGIONE MARCHE

Gian Piero Marcellini
2022-01-01

Abstract

La tesi indaga il fenomeno del welfare aziendale – quale insieme di beni, prestazioni, opere e servizi riconosciuti dal datore di lavoro, unilateralmente o tramite contrattazione collettiva, a favore della totalità o di categorie omogenee di dipendenti, al fine di migliorare le condizioni lavorative e personali degli stessi e/o dei loro familiari – da un punto di vista strettamente giuridico, nell’ottica di un suo potenziale inquadramento sistematico nell’ambito degli artt. 32 e 38 Cost., da un lato, o dell’art. 36 Cost., dall’altro. Ricostruite le principali tappe evolutive del welfare aziendale in Italia, dalle prime esperienze riconducibili al c.d. “paternalismo industriale” ottocentesco fino al recente rilancio del fenomeno nella sua veste contrattuale/regolamentare ad opera della Legge di Stabilità 2016 e successive modifiche normative, l’autore illustra i contenuti essenziali dell’attuale disciplina fiscale in materia di welfare aziendale, al fine di offrirne una panoramica generale. Sebbene, infatti, obiettivo della ricerca sia analizzare il fenomeno da un punto di vista primariamente giuslavoristico, esso travalica i confini del diritto del lavoro, investendo anche diversi aspetti del diritto tributario. Alla luce della facoltà di conversione dei premi di risultato in welfare benefits introdotta a partire dalla Legge di Stabilità 2016, l’autore esamina dunque il regime di tassazione agevolata e di parziale decontribuzione dei premi di risultato, per poi analizzare i due modelli di welfare aziendale previsti dal nostro ordinamento: il welfare di produttività, da un lato, derivante dalla conversione del premio di risultato, e il welfare aziendale “puro”, dall’altro, quale insieme di benefit detassati previsti dall’art. 51 TUIR. Descritto il quadro normativo nazionale, l’indagine si concentra sulla versione di welfare aziendale concretamente affermatasi nel contesto imprenditoriale marchigiano, con l’obiettivo di coglierne le eventuali specificità rispetto al modello astratto delineato dal legislatore ed operare un confronto tra i dati nazionali e quelli regionali in termini di diffusione ed entità degli interventi, modalità di attuazione dei piani welfare, tipologia di welfare aziendale, grado di accoglienza mostrato da imprese e lavoratori, tassonomia dei benefit offerti e preferenze espresse dai dipendenti. A tal fine, l’autore analizza, anche in un’ottica comparatistica, una serie di dati relativi ai più recenti contratti collettivi aziendali e/o regolamenti aziendali in materia di premi di risultato e welfare aziendale sottoscritti e applicati dalle imprese sindacalmente affiliate a Confindustria Marche. Viene poi esaminato il caso specifico di una tra le più importanti realtà imprenditoriali locali che hanno implementato misure di welfare aziendale e infine allegati, a titolo esemplificativo, alcuni modelli di contratti integrativi, regolamenti aziendali ed altri atti inerenti a corresponsioni premiali e welfare benefits. Nel tentativo di comprendere il rapporto intercorrente tra welfare e welfare aziendale, la ricerca verte poi sulla definizione delle due fattispecie. Pertanto, chiarita la valenza giuridica del termine welfare e definito il concetto di welfare aziendale nelle sue possibili accezioni, vengono esaminate le implicazioni che quest’ultimo ha avuto sui diversi piani del diritto del lavoro, del diritto sindacale e del diritto previdenziale italiano e poi illustrate le sue potenzialità e criticità. In conclusione, l’autore tenta di cogliere quale sia la reale natura del welfare aziendale, verificando se esso sia effettivamente riconducibile al welfare – e, dunque, agli artt. 32 e 38 Cost. –, oppure se rappresenti, piuttosto, una mera forma alternativa di retribuzione (in natura), inquadrabile, pertanto, nell’ambito dell’art. 36 Cost.
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Descrizione: Tesi dottorato Marcellini
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/297869
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