This research work aims to highlight the ways through which, between the late nineteenth and the early twentieth century, the Florentine writer Luigi Bertelli, better known with the pseudonym Vamba, has been able to develop an audacious project of ethical-civil education for the new Italian generations. More particularly, the analysis covers three specific lines of research: the first concerns the more strictly literary context in which Vamba’s production was composed and established; the second relates to the political and ideological scenario of the time; the third, however, refers to the field of education, with which Bertelli tightened a bond, even if it was circumscribed. The complexity of the multiform literary production for children and youth of the Florentine journalist-educator, in fact, can be fully caught only through a full and defined contextualization of his activity, because it was directly tied to the plurality of factors that made the transition between the two centuries a historical period of fundamental importance for the democratic and national definition of the country. Moreover, Vamba’s educational project developed in parallel with the one elaborated by the official and public channels, especially school, but with which it effectively shared the final purposes and some specific methodological approaches. Luigi Bertelli belonged to that so-called «middle generation» and to that group of intellectuals-patriots, who had the duty to form the civil consciousness of the new generations, invested in their turn of the task of completing the process of national unification and definition of the new Italian identity, already started during the Italian Risorgimento. After an initial phase in which Vamba declined his political commitment to satirical journalism and to the elaboration of mocking «pupazzetti», through which he put himself in extreme opposition to the misconduct and transformation of the political class of the late nineteenth century, he later chose to devote himself to the education of children and young people, on whom the fate of the Peninsula really depended, as they represented the future citizens and, above all, the future ruling class. Through his writings, characterized by an irreverent and never boring style, Bertelli tried to define and transmit some important values and ideals which were essential for the construction of national identity, among which there was a clear sense of responsibility, respect for the authorities, sincerity, courage and patriotic love; a sentiment that should guide the social action of individuals in the perspective of a real civil apostolate. The main tool that Luigi Bertelli used to chase his moral and civil mission, towards childhood and youth, was the editorial experience of «Il Giornalino della Domenica» which was launched in 1906 and which also established in 1908 the Confederazione giornalinesca (later of the Girotondo), that was a sort of a playful State, parallel to the official one, but also equipped with composite organs of government, which was the emblem of the democratic formation of children in the early twentieth century. A further way by which Vamba used to promote his project of education to citizenship was represented by the books of civil history, with which, through an explicit and emphatic celebration of the homeland history and the heroic action of the fathers of the homeland, he wanted to highlight the glorious past of the country, in order to enhance the values considered typically Italian. The language, the substratum of common values, the collective memory and the affection for the country were the characteristics in which every Italian had to recognize himself, regardless of gender or social class, because only in this way according to Bertelli Italy could have experienced a real transformation in the national sense and since these elements were considered the foundations on which build a new and modern Peninsula, compact and uniform, which was able to overcome the (not only territorial) differences of the past and to conform as a true nation.

Il presente lavoro di ricerca si propone di porre in luce le modalità attraverso cui, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, lo scrittore fiorentino Luigi Bertelli, meglio conosciuto con lo pseudonimo Vamba, sia stato in grado di elaborare un articolato progetto di educazione etico-civile delle nuove generazioni italiane. Nello specifico, l’analisi si estende su tre specifici filoni di ricerca: il primo riguarda il contesto più propriamente letterario nel quale la produzione di Vamba si compose e si affermò; il secondo afferisce allo scenario politico e ideologico dell’epoca; il terzo, invece, si riferisce all’ambito scolastico, con il quale Bertelli strinse un seppur “limitato” legame. La complessità della poliedrica produzione per l’infanzia e la gioventù del giornalista-educatore fiorentino può, infatti, essere interamente colta solo attraverso una piena e definita contestualizzazione della sua attività, la quale si annodò in maniera più o meno diretta con la pluralità di fattori che rese il passaggio tra i due secoli un periodo storico di fondamentale importanza per la definizione in senso democratico e nazionale del Paese. Un progetto educativo, quello di Vamba, che si sviluppò inoltre in parallelo rispetto a quello elaborato dai canali ufficiali dello Stato, quali in primis la scuola, ma con cui condivise di fatto gli obiettivi finali e alcune specifiche impostazioni metodologiche. Luigi Bertelli apparteneva a quella così detta «generazione di mezzo» e a quella schiera di intellettuali-patrioti, che aveva il dovere di formare le coscienze civili delle nuove generazioni, investite a loro volta del compito di portare a compimento il processo di unificazione nazionale e di definizione della nuova identità italiana, già avviato nel corso del Risorgimento. Dopo una prima fase in cui Vamba declinò il suo impegno politico nel giornalismo satirico e nell’elaborazione di derisori «pupazzetti», tramite cui si pose in estrema opposizione rispetto al malcostume e al trasformismo della classe politica di fine Ottocento, egli scelse successivamente di dedicarsi all’educazione dei fanciulli e ragazzi, dai quali dipendevano realmente le sorti della Penisola, in quanto essi rappresentavano i futuri cittadini e, soprattutto, la futura classe dirigente. Attraverso i suoi scritti, caratterizzati da uno stile irriverente e brioso, Bertelli tentò quindi di definire e trasmettere alcuni precipui valori e ideali ritenuti indispensabili per la costruzione dell’identità nazionale, tra i quali emergevano chiaramente il senso di responsabilità, il rispetto delle autorità, la sincerità, il coraggio e l’amor patrio; un sentimento questo, che doveva guidare l’azione sociale degli individui nella prospettiva di un vero e proprio apostolato civile. Il principale strumento di cui Luigi Bertelli si servì per perseguire questa sua missione morale e civile nei confronti dell’infanzia e della gioventù fu l’esperienza editoriale de «Il Giornalino della Domenica», avviata nel 1906, in seno alla quale venne anche istituita nel 1908 la Confederazione giornalinesca (poi del Girotondo), ovvero una sorta di Stato balocco, parallelo rispetto a quello ufficiale, ma altresì dotato di compositi organi di governo, che costituì l’emblema della formazione democratica dei fanciulli all’inizio del XX secolo. Un ulteriore mezzo di cui Vamba si servì per promuovere il suo progetto di educazione alla cittadinanza fu poi rappresentato dai libri di storia civile, con cui, attraverso un’esplicita ed enfatica celebrazione della storia patria e dell’eroica azione dei padri della patria, egli volle porre in luce il glorioso passato del Paese, in modo tale da valorizzare i valori considerati tipicamente italiani. L’idioma, il substrato di valori comuni, la memoria collettiva e il saldo amor patrio erano, di fatto, le caratteristiche in cui ogni italiano doveva riconoscersi, al di là del genere o della classe sociale di appartenenza, perché solo così per Bertelli si sarebbe potuta assicurare all’Italia una reale trasformazione in senso nazionale e poiché tali elementi erano considerati le fondamenta su cui costruire finalmente una nuova e moderna Penisola, compatta e omogenea, capace di superare le differenze – non solo territoriali – del passato e di uniformarsi come una vera nazione.

LUIGI BERTELLI E LA MOBILITAZIONE GIOVANILE. LA PRODUZIONE LETTERARIA PER L’INFANZIA E LA GIOVENTÙ DI LUIGI BERTELLI/VAMBA COME STRUMENTO PER LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ NAZIONALE DELLE NUOVE GENERAZIONI TRA OTTO E NOVECENTO / Montecchiani, Sofia. - ELETTRONICO. - (2022).

LUIGI BERTELLI E LA MOBILITAZIONE GIOVANILE. LA PRODUZIONE LETTERARIA PER L’INFANZIA E LA GIOVENTÙ DI LUIGI BERTELLI/VAMBA COME STRUMENTO PER LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ NAZIONALE DELLE NUOVE GENERAZIONI TRA OTTO E NOVECENTO

MONTECCHIANI SOFIA
2022-01-01

Abstract

This research work aims to highlight the ways through which, between the late nineteenth and the early twentieth century, the Florentine writer Luigi Bertelli, better known with the pseudonym Vamba, has been able to develop an audacious project of ethical-civil education for the new Italian generations. More particularly, the analysis covers three specific lines of research: the first concerns the more strictly literary context in which Vamba’s production was composed and established; the second relates to the political and ideological scenario of the time; the third, however, refers to the field of education, with which Bertelli tightened a bond, even if it was circumscribed. The complexity of the multiform literary production for children and youth of the Florentine journalist-educator, in fact, can be fully caught only through a full and defined contextualization of his activity, because it was directly tied to the plurality of factors that made the transition between the two centuries a historical period of fundamental importance for the democratic and national definition of the country. Moreover, Vamba’s educational project developed in parallel with the one elaborated by the official and public channels, especially school, but with which it effectively shared the final purposes and some specific methodological approaches. Luigi Bertelli belonged to that so-called «middle generation» and to that group of intellectuals-patriots, who had the duty to form the civil consciousness of the new generations, invested in their turn of the task of completing the process of national unification and definition of the new Italian identity, already started during the Italian Risorgimento. After an initial phase in which Vamba declined his political commitment to satirical journalism and to the elaboration of mocking «pupazzetti», through which he put himself in extreme opposition to the misconduct and transformation of the political class of the late nineteenth century, he later chose to devote himself to the education of children and young people, on whom the fate of the Peninsula really depended, as they represented the future citizens and, above all, the future ruling class. Through his writings, characterized by an irreverent and never boring style, Bertelli tried to define and transmit some important values and ideals which were essential for the construction of national identity, among which there was a clear sense of responsibility, respect for the authorities, sincerity, courage and patriotic love; a sentiment that should guide the social action of individuals in the perspective of a real civil apostolate. The main tool that Luigi Bertelli used to chase his moral and civil mission, towards childhood and youth, was the editorial experience of «Il Giornalino della Domenica» which was launched in 1906 and which also established in 1908 the Confederazione giornalinesca (later of the Girotondo), that was a sort of a playful State, parallel to the official one, but also equipped with composite organs of government, which was the emblem of the democratic formation of children in the early twentieth century. A further way by which Vamba used to promote his project of education to citizenship was represented by the books of civil history, with which, through an explicit and emphatic celebration of the homeland history and the heroic action of the fathers of the homeland, he wanted to highlight the glorious past of the country, in order to enhance the values considered typically Italian. The language, the substratum of common values, the collective memory and the affection for the country were the characteristics in which every Italian had to recognize himself, regardless of gender or social class, because only in this way according to Bertelli Italy could have experienced a real transformation in the national sense and since these elements were considered the foundations on which build a new and modern Peninsula, compact and uniform, which was able to overcome the (not only territorial) differences of the past and to conform as a true nation.
2022
34
HUMAN SCIENCES
Il presente lavoro di ricerca si propone di porre in luce le modalità attraverso cui, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, lo scrittore fiorentino Luigi Bertelli, meglio conosciuto con lo pseudonimo Vamba, sia stato in grado di elaborare un articolato progetto di educazione etico-civile delle nuove generazioni italiane. Nello specifico, l’analisi si estende su tre specifici filoni di ricerca: il primo riguarda il contesto più propriamente letterario nel quale la produzione di Vamba si compose e si affermò; il secondo afferisce allo scenario politico e ideologico dell’epoca; il terzo, invece, si riferisce all’ambito scolastico, con il quale Bertelli strinse un seppur “limitato” legame. La complessità della poliedrica produzione per l’infanzia e la gioventù del giornalista-educatore fiorentino può, infatti, essere interamente colta solo attraverso una piena e definita contestualizzazione della sua attività, la quale si annodò in maniera più o meno diretta con la pluralità di fattori che rese il passaggio tra i due secoli un periodo storico di fondamentale importanza per la definizione in senso democratico e nazionale del Paese. Un progetto educativo, quello di Vamba, che si sviluppò inoltre in parallelo rispetto a quello elaborato dai canali ufficiali dello Stato, quali in primis la scuola, ma con cui condivise di fatto gli obiettivi finali e alcune specifiche impostazioni metodologiche. Luigi Bertelli apparteneva a quella così detta «generazione di mezzo» e a quella schiera di intellettuali-patrioti, che aveva il dovere di formare le coscienze civili delle nuove generazioni, investite a loro volta del compito di portare a compimento il processo di unificazione nazionale e di definizione della nuova identità italiana, già avviato nel corso del Risorgimento. Dopo una prima fase in cui Vamba declinò il suo impegno politico nel giornalismo satirico e nell’elaborazione di derisori «pupazzetti», tramite cui si pose in estrema opposizione rispetto al malcostume e al trasformismo della classe politica di fine Ottocento, egli scelse successivamente di dedicarsi all’educazione dei fanciulli e ragazzi, dai quali dipendevano realmente le sorti della Penisola, in quanto essi rappresentavano i futuri cittadini e, soprattutto, la futura classe dirigente. Attraverso i suoi scritti, caratterizzati da uno stile irriverente e brioso, Bertelli tentò quindi di definire e trasmettere alcuni precipui valori e ideali ritenuti indispensabili per la costruzione dell’identità nazionale, tra i quali emergevano chiaramente il senso di responsabilità, il rispetto delle autorità, la sincerità, il coraggio e l’amor patrio; un sentimento questo, che doveva guidare l’azione sociale degli individui nella prospettiva di un vero e proprio apostolato civile. Il principale strumento di cui Luigi Bertelli si servì per perseguire questa sua missione morale e civile nei confronti dell’infanzia e della gioventù fu l’esperienza editoriale de «Il Giornalino della Domenica», avviata nel 1906, in seno alla quale venne anche istituita nel 1908 la Confederazione giornalinesca (poi del Girotondo), ovvero una sorta di Stato balocco, parallelo rispetto a quello ufficiale, ma altresì dotato di compositi organi di governo, che costituì l’emblema della formazione democratica dei fanciulli all’inizio del XX secolo. Un ulteriore mezzo di cui Vamba si servì per promuovere il suo progetto di educazione alla cittadinanza fu poi rappresentato dai libri di storia civile, con cui, attraverso un’esplicita ed enfatica celebrazione della storia patria e dell’eroica azione dei padri della patria, egli volle porre in luce il glorioso passato del Paese, in modo tale da valorizzare i valori considerati tipicamente italiani. L’idioma, il substrato di valori comuni, la memoria collettiva e il saldo amor patrio erano, di fatto, le caratteristiche in cui ogni italiano doveva riconoscersi, al di là del genere o della classe sociale di appartenenza, perché solo così per Bertelli si sarebbe potuta assicurare all’Italia una reale trasformazione in senso nazionale e poiché tali elementi erano considerati le fondamenta su cui costruire finalmente una nuova e moderna Penisola, compatta e omogenea, capace di superare le differenze – non solo territoriali – del passato e di uniformarsi come una vera nazione.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi_dottorato_Montecchiani.pdf

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Creative commons
Dimensione 1.19 MB
Formato Adobe PDF
1.19 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/297586
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact