Nella prima parte (Teorie) di questo libro è esposta, in una forma organica e sintetica, la Teoria delle musiche audiotattili, un modello teorico musicologico volto a definire in prospettiva tassonomica l’insieme dei sistemi concettuali, pratiche, testi, esperienze, oggetti e comportamenti musicali che hanno dato vita nel corso del secolo XX alle tradizioni del jazz, del rock, della musica pop o world. La portata epistemologica di questo innovativo approccio non è però circoscritta solo a questi repertori, riformulando prospettive estetiche e antropologiche sia della tradizione d’arte occidentale sia delle musiche delle culture tradizionali mondiali. Proprio per rimarcare questo tratto fondativo di ordine più generale, tra gli studi applicativi e analitici (Ricerche) della seconda parte del volume alcuni sono dedicati alle pratiche creative nella musica di tradizione d’arte occidentale: il partimento settecentesco, l’improvvisazione musicale nei secoli XVIII e XIX, la scoperta ed elaborazione creativa dei ritmi del samba da parte di Darius Milhaud all’inizio del XX secolo. Al jazz e alle prassi di creazione in tempo reale, accanto al capitolo sulle categorie distintive rispetto alle esperienze improvvisative nella musica contemporanea post-1950, è dedicata una dettagliata discussione di concetti e elementi di teoria musicale (tra cui groove, backbeat, articolazioni idiomatiche della condotta temporale illustrate con esempi pratici). Gli ultimi due capitoli vertono, rispettivamente, sulle differenze strutturali tra rock e jazz commisurate su un caso di studio sui Soft Machine e sulla relazione tra testo e tradizione nei processi di trasformazione delle musiche tradizionali.
La Teoria delle musiche audiotattili. Una introduzione
Vincenzo Caporaletti
2022-01-01
Abstract
Nella prima parte (Teorie) di questo libro è esposta, in una forma organica e sintetica, la Teoria delle musiche audiotattili, un modello teorico musicologico volto a definire in prospettiva tassonomica l’insieme dei sistemi concettuali, pratiche, testi, esperienze, oggetti e comportamenti musicali che hanno dato vita nel corso del secolo XX alle tradizioni del jazz, del rock, della musica pop o world. La portata epistemologica di questo innovativo approccio non è però circoscritta solo a questi repertori, riformulando prospettive estetiche e antropologiche sia della tradizione d’arte occidentale sia delle musiche delle culture tradizionali mondiali. Proprio per rimarcare questo tratto fondativo di ordine più generale, tra gli studi applicativi e analitici (Ricerche) della seconda parte del volume alcuni sono dedicati alle pratiche creative nella musica di tradizione d’arte occidentale: il partimento settecentesco, l’improvvisazione musicale nei secoli XVIII e XIX, la scoperta ed elaborazione creativa dei ritmi del samba da parte di Darius Milhaud all’inizio del XX secolo. Al jazz e alle prassi di creazione in tempo reale, accanto al capitolo sulle categorie distintive rispetto alle esperienze improvvisative nella musica contemporanea post-1950, è dedicata una dettagliata discussione di concetti e elementi di teoria musicale (tra cui groove, backbeat, articolazioni idiomatiche della condotta temporale illustrate con esempi pratici). Gli ultimi due capitoli vertono, rispettivamente, sulle differenze strutturali tra rock e jazz commisurate su un caso di studio sui Soft Machine e sulla relazione tra testo e tradizione nei processi di trasformazione delle musiche tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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