Il lavoro monografico Tutela cautelare e giustizia costituzionale esplora il ruolo della tutela cautelare nella giustizia costituzionale italiana, articolandosi in due parti e dieci capitoli. Nella prima parte, si analizza l’evoluzione del riconoscimento costituzionale della tutela cautelare, sancito dalla sentenza n. 190 del 1985, e l’elaborazione di un “modello costituzionale” della tutela d’urgenza. Si approfondisce poi il contributo del diritto dell’Unione Europea e della Corte di Strasburgo alla definizione della tutela cautelare quale strumento imprescindibile per la protezione giurisdizionale dei diritti. Negli ulteriori capitoli della prima parte si esaminano diffusamente i complessi rapporti tra garanzia della tutela cautelare e questioni di legittimità sollevate in via incidentale, guardando anche al sistema cautelare europeo nel rinvio pregiudiziale ex art. 267 TFUE, che, pur significativo e con rilevanti profili di analogia, è considerato insufficiente come modello per garantire l’effettività giurisdizionale nel contesto italiano. Quanto al sistema italiano, la soluzione apparsa più convincente dall’analisi della dottrina e della giurisprudenza è offerta dall’ultimo orientamento giurisprudenziale emerso nella prassi, secondo cui “la soluzione più conforme al dettato costituzionale sarebbe quella di concedere il provvedimento cautelare richiesto in via del tutto provvisoria (ovvero “ad tempus”) e di sollevare la questione di costituzionalità dinnanzi alla Corte, subordinando all’esito del giudizio di legittimità in via incidentale la successiva conferma o revoca del provvedimento concesso”. La seconda parte della monografia si concentra invece sulla tutela cautelare nei giudizi costituzionali italiani. In una prospettiva comparatistica, si individua nel potere cautela del Bundesverfassungsgericht tedesco un’esperienza di riferimento per valutare il sistema italiano, caratterizzato da un limitato ricorso alla tutela cautelare. Si analizzano quindi i poteri di sospensiva nel giudizio di legittimità incidentale (in cui sono stati solo teorizzati) e in quello principale, introdotto nel 2003, che ha trovato scarsa applicazione pratica (Corte cost. n. 4 del 2021). Inoltre, sono approfonditi i poteri cautelari nei conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni e tra poteri dello Stato, questi ultimi riconosciuti dalla Corte costituzionale solo nel 2017, stante l’assenza di una disciplina positiva. Nelle conclusioni, si auspica un recupero degli strumenti cautelari di cui dispone la Corte, invitando a superare prassi consolidate, ma discutibili, come l’assorbimento nel merito dell’istanza cautelare, per garantirne un uso più incisivo nei casi di effettiva necessità, preservando così gli interessi costituzionali in gioco e prevenendo ad una piena effettività della giustizia costituzionale.
Tutela cautelare e giustizia costituzionale
Menegus G
2021-01-01
Abstract
Il lavoro monografico Tutela cautelare e giustizia costituzionale esplora il ruolo della tutela cautelare nella giustizia costituzionale italiana, articolandosi in due parti e dieci capitoli. Nella prima parte, si analizza l’evoluzione del riconoscimento costituzionale della tutela cautelare, sancito dalla sentenza n. 190 del 1985, e l’elaborazione di un “modello costituzionale” della tutela d’urgenza. Si approfondisce poi il contributo del diritto dell’Unione Europea e della Corte di Strasburgo alla definizione della tutela cautelare quale strumento imprescindibile per la protezione giurisdizionale dei diritti. Negli ulteriori capitoli della prima parte si esaminano diffusamente i complessi rapporti tra garanzia della tutela cautelare e questioni di legittimità sollevate in via incidentale, guardando anche al sistema cautelare europeo nel rinvio pregiudiziale ex art. 267 TFUE, che, pur significativo e con rilevanti profili di analogia, è considerato insufficiente come modello per garantire l’effettività giurisdizionale nel contesto italiano. Quanto al sistema italiano, la soluzione apparsa più convincente dall’analisi della dottrina e della giurisprudenza è offerta dall’ultimo orientamento giurisprudenziale emerso nella prassi, secondo cui “la soluzione più conforme al dettato costituzionale sarebbe quella di concedere il provvedimento cautelare richiesto in via del tutto provvisoria (ovvero “ad tempus”) e di sollevare la questione di costituzionalità dinnanzi alla Corte, subordinando all’esito del giudizio di legittimità in via incidentale la successiva conferma o revoca del provvedimento concesso”. La seconda parte della monografia si concentra invece sulla tutela cautelare nei giudizi costituzionali italiani. In una prospettiva comparatistica, si individua nel potere cautela del Bundesverfassungsgericht tedesco un’esperienza di riferimento per valutare il sistema italiano, caratterizzato da un limitato ricorso alla tutela cautelare. Si analizzano quindi i poteri di sospensiva nel giudizio di legittimità incidentale (in cui sono stati solo teorizzati) e in quello principale, introdotto nel 2003, che ha trovato scarsa applicazione pratica (Corte cost. n. 4 del 2021). Inoltre, sono approfonditi i poteri cautelari nei conflitti di attribuzione tra Stato e Regioni e tra poteri dello Stato, questi ultimi riconosciuti dalla Corte costituzionale solo nel 2017, stante l’assenza di una disciplina positiva. Nelle conclusioni, si auspica un recupero degli strumenti cautelari di cui dispone la Corte, invitando a superare prassi consolidate, ma discutibili, come l’assorbimento nel merito dell’istanza cautelare, per garantirne un uso più incisivo nei casi di effettiva necessità, preservando così gli interessi costituzionali in gioco e prevenendo ad una piena effettività della giustizia costituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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