The research explores the subject of gift in kind donations (clothes and goods in general) towards Dioceses and connected non profit organizations (NPO) from a double perspective: analysing dynamics on the field and the legal framework deduced. Unlike the UK, where gift in kind donations are mostly seen as a way for NPO to raise money for their charitable causes, in Italy, gift I kind are seen (by public opinion and most of the stakeholders) as way to directly help poor people. Extensive field research on clothing second hand sector has shown that the volumes collected hugely overcome poor people needs. The misconceptions about the sector in Italy lead to many problematic aspects: social services inefficiencies, lack of transparency, low social, environmental and economic performances. In contrast with the Italian situation UK context (with NPO active in the sector with more than 11000 charity shops) shows better performances and level of transparency. The difference between the two contexts is given by the interrelation of common practice, cultural and normative aspects. Juridical analysis is therefore conducted in an applied perspective: how legal framework has influenced the Italian context and which changes and policies should be implemented in order to improve the sector? The research examine the legal institute of “donation contract” in the Civil code and the article 14/ 166 about donations of clothes for solidaristic purposes. The law makes a clear-cut distinction between “donation” (related to the idea of giving as a gift) and “waste” (related to the idea of disposal) whereas in reality there the two concepts are closely connected in the donor behaviour: most people donate to NPO the clothes and goods they need to dispose of. Moreover the study observes the fundraising legislation before and after the Third Sector Reform of 2017: some problematic aspects identified on the field appear to be rooted in the vagueness of the legal framework about trading activities in non profit sector. Policies in support of charity retailing should be implemented in Italy as it is done in the UK where tax reliefs are balanced by controls on transparency and social impact of NPO. Summing-up the investigation has shown that many changes need to be done in Italy, by the legislator and stakeholders, about the legal framework, the cultural approach to the sector and the related common practices. Given their historical and wide presence in the reuse of gift in kind donations, catholic NPO play a crucial role in the transformation of the sector: working towards reorganizing and enhancing their activities could contribute to the improvement of the entire sector.

La tesi tratta il tema del riuso delle donazioni materiali (indumenti ed altri beni durevoli) nel mondo non profit con particolare riferimento alle organizzazioni non profit (ONP) del contesto ecclesiastico, da un doppio punto di vista: analizzando le dinamiche reali del settore e approfondendo i profili giuridici connessi. Dopo una prima contestualizzazione del fenomeno all’interno del tema del riuso di beni ed indumenti con finalità sociali, la ricerca si concentra sul settore degli indumenti usati (emblematico per la compresenza di elementi sociali, ambientali ed economici). Si analizzano quindi le dinamiche del settore: il ciclo di gestione degli indumenti, il riuso come aiuto diretto agli indigenti, il riuso per la raccolta fondi per progetti sociali. La principale criticità del settore è la discrepanza tra percezione dell’opinione pubblica e reali dinamiche riscontrate sul campo: mentre per gran parte dell’opinione pubblica il settore si esaurisce nella distribuzione gratuita agli indigenti in realtà il settore si sviluppa su logiche commerciali; la necessità di commercializzare gli indumenti è un dato strutturale dati gli enormi volumi raccolti. Dalla discrepanza tra percezione e realtà del settore si originano criticità come: servizi inefficienti, mancanza di trasparenza, basse performance sociali, ambientali ed economiche. Tali problematiche sarebbero superabili attraverso lo sviluppo di logiche commerciali con finalità sociali, facendo gestire cioè la commercializzazione alle stesse ONP che compiono la raccolta. Un esempio di tale impostazione è il caso dei charity shop anglosassoni: nel contesto del Regno Unito il settore del riuso è gestito in grande parte dalle ONP (tramite più di 11000 charity shop) seguendo logiche orientate alla raccolta fondi, con importanti risultati in termini di performance e trasparenza. L’analisi giuridica viene quindi svolta in un’ottica applicativa cercando di capire in che modo la cornice normativa ha influenzato il contesto italiano e quali interventi potrebbero essere introdotti ai fini del superamento delle criticità osservate e del miglioramento del settore. Si analizza quindi l’istituto della donazione nel codice civile qualificando il conferimento di indumenti presso le ONP prevalentemente come un “atto gratuito con scopo di solidarietà”. Viene poi approfondito uno specifico riferimento normativo sulla donazione di indumenti usati con fini di solidarietà sociale: l’art. 14/ 166; in relazione a tale norma si critica la distinzione effettuata tra “donazione” e “rifiuto” in relazione al luogo di conferimento: nella realtà infatti i materiali conferiti in varie modalità finiscono per avere simili caratteristiche e vengono gestiti con simili logiche, pertanto la distinzione appare poco solida. Si analizza poi la normativa relativa alla raccolta fondi nel non profit prima e dopo la Riforma del terzo settore: si nota come parte delle criticità riscontrate sul campo provengano anche da fattori normativi (oltre che da elementi culturali e di prassi). Si argomenta quindi in favore di una chiarificazione della normativa e di agevolazioni fiscali rispetto alla rivendita di materiale donato: tali agevolazioni potrebbero avvenire in relazione alla decommercializzazione delle entrate derivanti dalla vendita del materiale donato equiparando le stesse a entrate di natura non commerciale (come avviene nel contesto anglosassone dove le agevolazioni sono bilanciate da controlli sulla trasparenza e l’impatto sociale raggiunto dalle ONP). In questo contesto sono necessari importanti cambiamenti culturali, normativi e di prassi da parte del legislatore e da parte degli stakeholder con particolare riferimento al ruolo degli enti ecclesiastici; questi ultimi, data la loro centralità nel riuso delle donazioni materiali, lavorando ad una ristrutturazione delle loro attività, potrebbero contribuire ad importanti miglioramenti per l’intero settore.

Profili giuridici del riuso delle donazioni materiali nelle Diocesi: iindividuazione delle criticità e sviluppo di prassi virtuose

ALESSANDRO RUGGIERI
2021-01-01

Abstract

The research explores the subject of gift in kind donations (clothes and goods in general) towards Dioceses and connected non profit organizations (NPO) from a double perspective: analysing dynamics on the field and the legal framework deduced. Unlike the UK, where gift in kind donations are mostly seen as a way for NPO to raise money for their charitable causes, in Italy, gift I kind are seen (by public opinion and most of the stakeholders) as way to directly help poor people. Extensive field research on clothing second hand sector has shown that the volumes collected hugely overcome poor people needs. The misconceptions about the sector in Italy lead to many problematic aspects: social services inefficiencies, lack of transparency, low social, environmental and economic performances. In contrast with the Italian situation UK context (with NPO active in the sector with more than 11000 charity shops) shows better performances and level of transparency. The difference between the two contexts is given by the interrelation of common practice, cultural and normative aspects. Juridical analysis is therefore conducted in an applied perspective: how legal framework has influenced the Italian context and which changes and policies should be implemented in order to improve the sector? The research examine the legal institute of “donation contract” in the Civil code and the article 14/ 166 about donations of clothes for solidaristic purposes. The law makes a clear-cut distinction between “donation” (related to the idea of giving as a gift) and “waste” (related to the idea of disposal) whereas in reality there the two concepts are closely connected in the donor behaviour: most people donate to NPO the clothes and goods they need to dispose of. Moreover the study observes the fundraising legislation before and after the Third Sector Reform of 2017: some problematic aspects identified on the field appear to be rooted in the vagueness of the legal framework about trading activities in non profit sector. Policies in support of charity retailing should be implemented in Italy as it is done in the UK where tax reliefs are balanced by controls on transparency and social impact of NPO. Summing-up the investigation has shown that many changes need to be done in Italy, by the legislator and stakeholders, about the legal framework, the cultural approach to the sector and the related common practices. Given their historical and wide presence in the reuse of gift in kind donations, catholic NPO play a crucial role in the transformation of the sector: working towards reorganizing and enhancing their activities could contribute to the improvement of the entire sector.
2021
La tesi tratta il tema del riuso delle donazioni materiali (indumenti ed altri beni durevoli) nel mondo non profit con particolare riferimento alle organizzazioni non profit (ONP) del contesto ecclesiastico, da un doppio punto di vista: analizzando le dinamiche reali del settore e approfondendo i profili giuridici connessi. Dopo una prima contestualizzazione del fenomeno all’interno del tema del riuso di beni ed indumenti con finalità sociali, la ricerca si concentra sul settore degli indumenti usati (emblematico per la compresenza di elementi sociali, ambientali ed economici). Si analizzano quindi le dinamiche del settore: il ciclo di gestione degli indumenti, il riuso come aiuto diretto agli indigenti, il riuso per la raccolta fondi per progetti sociali. La principale criticità del settore è la discrepanza tra percezione dell’opinione pubblica e reali dinamiche riscontrate sul campo: mentre per gran parte dell’opinione pubblica il settore si esaurisce nella distribuzione gratuita agli indigenti in realtà il settore si sviluppa su logiche commerciali; la necessità di commercializzare gli indumenti è un dato strutturale dati gli enormi volumi raccolti. Dalla discrepanza tra percezione e realtà del settore si originano criticità come: servizi inefficienti, mancanza di trasparenza, basse performance sociali, ambientali ed economiche. Tali problematiche sarebbero superabili attraverso lo sviluppo di logiche commerciali con finalità sociali, facendo gestire cioè la commercializzazione alle stesse ONP che compiono la raccolta. Un esempio di tale impostazione è il caso dei charity shop anglosassoni: nel contesto del Regno Unito il settore del riuso è gestito in grande parte dalle ONP (tramite più di 11000 charity shop) seguendo logiche orientate alla raccolta fondi, con importanti risultati in termini di performance e trasparenza. L’analisi giuridica viene quindi svolta in un’ottica applicativa cercando di capire in che modo la cornice normativa ha influenzato il contesto italiano e quali interventi potrebbero essere introdotti ai fini del superamento delle criticità osservate e del miglioramento del settore. Si analizza quindi l’istituto della donazione nel codice civile qualificando il conferimento di indumenti presso le ONP prevalentemente come un “atto gratuito con scopo di solidarietà”. Viene poi approfondito uno specifico riferimento normativo sulla donazione di indumenti usati con fini di solidarietà sociale: l’art. 14/ 166; in relazione a tale norma si critica la distinzione effettuata tra “donazione” e “rifiuto” in relazione al luogo di conferimento: nella realtà infatti i materiali conferiti in varie modalità finiscono per avere simili caratteristiche e vengono gestiti con simili logiche, pertanto la distinzione appare poco solida. Si analizza poi la normativa relativa alla raccolta fondi nel non profit prima e dopo la Riforma del terzo settore: si nota come parte delle criticità riscontrate sul campo provengano anche da fattori normativi (oltre che da elementi culturali e di prassi). Si argomenta quindi in favore di una chiarificazione della normativa e di agevolazioni fiscali rispetto alla rivendita di materiale donato: tali agevolazioni potrebbero avvenire in relazione alla decommercializzazione delle entrate derivanti dalla vendita del materiale donato equiparando le stesse a entrate di natura non commerciale (come avviene nel contesto anglosassone dove le agevolazioni sono bilanciate da controlli sulla trasparenza e l’impatto sociale raggiunto dalle ONP). In questo contesto sono necessari importanti cambiamenti culturali, normativi e di prassi da parte del legislatore e da parte degli stakeholder con particolare riferimento al ruolo degli enti ecclesiastici; questi ultimi, data la loro centralità nel riuso delle donazioni materiali, lavorando ad una ristrutturazione delle loro attività, potrebbero contribuire ad importanti miglioramenti per l’intero settore.
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