La vista è il più nobile dei sensi, quello che permette di costituire la realtà del mondo nella mente umana. Nell’Olimpo dei Greci, la visione è una prerogativa divina di Atena, che ha occhi chiari e scintillanti, con i quali domina i campi di battaglia. Lo sguardo più spaventoso dell’antichità era quello della Medusa, capace di pietrificare chi osava guardarla in faccia. Con l’aiuto soprannaturale di Atena, Perseo evitò di farlo, usando uno specchio per vedere dove indirizzare la spada per tagliare la gola all’unica bella e mortale delle tre Gorgoni e donare la testa di Medusa alla dea protettrice. L’uso degli occhi ha i caratteri del sacro e del potere perché consente il dominio del mondo, l’individuazione delle distanze, dello spazio, delle identità, delle differenze tra uomo e donna. Guardare è potere, usare lo sguardo è potere. Con gli occhi si vede e si costituisce il mondo, i singoli particolari e l’intera conoscenza umana. Gli occhi vigilano e controllano lo spazio circostante, ne determinano i confini che spariscono quando la vista è a perdita d’occhio. L’occhio vede il mondo esterno, lo guarda e lo trasforma in paesaggio, ma è anche l’unico strumento per vedere il mondo interno a se stessi, per entrare in contatto con la propria anima. Per onorare il potere divino della vista, gli antichi vedevano occhi dal potere magico non solo in cielo ma li disponevano anche in terra su edifici e manufatti di ogni tipo, utili in pace e in guerra. Il mito di Medusa dà sostanza filosofica, psicologica e geografica alle relazioni umane originate dal potere della vista. Perseo che ha distolto lo sguardo dagli occhi del mostro e l’ha guardato nel riflesso di una superficie lucida ne ha rubato il potere e l’ha restituito ad Atena, androgina protettrice dell’epica avventura.

Lo sguardo della Medusa

Corinto Gian Luigi
2021-01-01

Abstract

La vista è il più nobile dei sensi, quello che permette di costituire la realtà del mondo nella mente umana. Nell’Olimpo dei Greci, la visione è una prerogativa divina di Atena, che ha occhi chiari e scintillanti, con i quali domina i campi di battaglia. Lo sguardo più spaventoso dell’antichità era quello della Medusa, capace di pietrificare chi osava guardarla in faccia. Con l’aiuto soprannaturale di Atena, Perseo evitò di farlo, usando uno specchio per vedere dove indirizzare la spada per tagliare la gola all’unica bella e mortale delle tre Gorgoni e donare la testa di Medusa alla dea protettrice. L’uso degli occhi ha i caratteri del sacro e del potere perché consente il dominio del mondo, l’individuazione delle distanze, dello spazio, delle identità, delle differenze tra uomo e donna. Guardare è potere, usare lo sguardo è potere. Con gli occhi si vede e si costituisce il mondo, i singoli particolari e l’intera conoscenza umana. Gli occhi vigilano e controllano lo spazio circostante, ne determinano i confini che spariscono quando la vista è a perdita d’occhio. L’occhio vede il mondo esterno, lo guarda e lo trasforma in paesaggio, ma è anche l’unico strumento per vedere il mondo interno a se stessi, per entrare in contatto con la propria anima. Per onorare il potere divino della vista, gli antichi vedevano occhi dal potere magico non solo in cielo ma li disponevano anche in terra su edifici e manufatti di ogni tipo, utili in pace e in guerra. Il mito di Medusa dà sostanza filosofica, psicologica e geografica alle relazioni umane originate dal potere della vista. Perseo che ha distolto lo sguardo dagli occhi del mostro e l’ha guardato nel riflesso di una superficie lucida ne ha rubato il potere e l’ha restituito ad Atena, androgina protettrice dell’epica avventura.
2021
9788833841168
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