Le rapidissime e profonde trasformazioni del tempo presente ci mettono dinanzi ad una rete complessa di questioni che evidenziano le enormi difficoltà che ci troviamo a vivere come esseri umani, vulnerabili e fragili, immersi e aperti ad un mondo nel quale siamo spesso privati delle risorse necessarie per la nostra sopravvivenza o veniamo indeboliti dalla mancanza di rispetto o di riconoscimento. C’è un elemento dirompente che più di altri è responsabile di questa “messa sotto scacco” dell’umano ed è rinvenibile, come ripete Vandana Shiva, nel sistema economico attuale, da lei definito come capitalismo globale, che “ha escogitato delle regole che compromettono l’autonomia e la sovranità dei nostri spazi ecologici, economici, culturali, sociali, politici, etici e spirituali”1 . L’autrice ritiene che la globalizzazione abbia prodotto dei veri e propri crimini, sostenendo e incoraggiando, attraverso la competitività, la prepotenza dei più forti contro i più deboli. Il sistema economico infatti sembra ormai diventato una grande macchina che ingloba nei suoi micidiali ingranaggi tutto ciò che trova dinanzi a sé, compresi gli esseri umani: dai più attrezzati, in termini di capacità personali, ai più semplici e meno dotati di strumenti atti alla lotta.
Libertà intrappolate. Le donne e la rete della società globalizzata
Donatella Pagliacci
2021-01-01
Abstract
Le rapidissime e profonde trasformazioni del tempo presente ci mettono dinanzi ad una rete complessa di questioni che evidenziano le enormi difficoltà che ci troviamo a vivere come esseri umani, vulnerabili e fragili, immersi e aperti ad un mondo nel quale siamo spesso privati delle risorse necessarie per la nostra sopravvivenza o veniamo indeboliti dalla mancanza di rispetto o di riconoscimento. C’è un elemento dirompente che più di altri è responsabile di questa “messa sotto scacco” dell’umano ed è rinvenibile, come ripete Vandana Shiva, nel sistema economico attuale, da lei definito come capitalismo globale, che “ha escogitato delle regole che compromettono l’autonomia e la sovranità dei nostri spazi ecologici, economici, culturali, sociali, politici, etici e spirituali”1 . L’autrice ritiene che la globalizzazione abbia prodotto dei veri e propri crimini, sostenendo e incoraggiando, attraverso la competitività, la prepotenza dei più forti contro i più deboli. Il sistema economico infatti sembra ormai diventato una grande macchina che ingloba nei suoi micidiali ingranaggi tutto ciò che trova dinanzi a sé, compresi gli esseri umani: dai più attrezzati, in termini di capacità personali, ai più semplici e meno dotati di strumenti atti alla lotta.File | Dimensione | Formato | |
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