1) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere studiata a livello giuridico recuperando e approfondendo la sua teoria economica delle proprietà, come in La proprietà e l’evoluzione economica (1918). La sua nozione non pone al centro un diritto monoliticamente arroccato intorno allo schema della proprietà privata di diritto romano. Valenti dimostra piuttosto che la proprietà collettiva non è residuo di forme arcaiche bensì istituto rispondente a precise necessità materiali e si costituisce nello spazio fisico dove l’iniziativa individuale non è sostenibile. Da una parte è antichissima, dall’altra la comunanza è moderna perché, in virtù dell’applicazione del principio dell’associazione, determina l’iniziativa economica anche dove la nozione di profitto d’impresa non appartiene alla cultura comune. Al regolare procedere degli atti economici, in questo caso, sono sufficienti il possesso stabile ed esclusivo di una porzione del bene naturale, il diritto di godere dei frutti del proprio lavoro e la garanzia della contabilizzazione finale delle migliorie apportate dall’assegnatario. 2) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere studiata, a livello di economia agraria e di place branding, approfondendo gli esiti economici delle pratiche culturali che definiscono le identità collettive e avviando la valorizzazione delle risorse culturali immateriali presenti sul territorio attraverso un processo di co-creazione che coinvolge diversi stakeholder e comunità locali e che riguarda il trasferimento di conoscenza. Ciò si colloca alle radici stesse del rapporto fra natura e cultura, fra identità e alterità, ed è divenuto un oggetto sempre più centrale dell’attenzione degli studi economico aziendali negli ultimi decenni. Valenti sembra andare pioneristicamente verso l’innovazione come risultato dei legami tra decisori politici e comunità locali. In un contesto rurale come quello caratteristico delle aree interne marchigiane, le relazioni che si instaurano tra i soggetti del territorio e la necessità di nuove competenze per lo sviluppo locale richiedono la co-creazione di esperienze di valore con e per il territorio. I metodi per favorire l’incontro, il dialogo e la co-creazione trovano la loro radice anche ne L’economia rurale nelle Marche (1888, aggiornamento della sua Relazione dell'Inchiesta agraria Jacini) di Valenti e, più in generale, anche nella sua Indole ed importanza dell’economia rurale (1894). 3) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere rafforzata in termini economico-storici e in termini economico-istituzionali approfondendo la tesi per la quale l’economia politica ha fornito un non trascurabile apporto al processo di modernizzazione economica, politica e civile del territorio marchigiano durante tutto l’Ottocento, inserendosi nel processo post-unitario in cui il pensiero economico italiano ha contribuito efficacemente alla sedimentazione del pensiero economico internazionale. Da questo processo non è rimasto escluso Valenti per i suoi contributi sulla teoria del valore e sulla teoria della cooperazione come evidente nei suoi Principi di Scienza Economica, (1916-1918). La collocazione internazionale di G. Valenti può essere rafforzata in termini economico-contabili tenendo in conto che, dopo la riforma del Valenti stesso del 1910, il sistema per il calcolo della produzione agraria dipende dalla collaborazione delle associazioni locali di proprietari terrieri: senza il loro aiuto e supervisione, i dati sulla superficie e la produttività per ettaro non avrebbero potuto essere aggiornati, come si evince anche nella sua L’Italia agricola dal 1861 al 1911 (1911). Pertanto, anche nel caso delle statistiche, la capacità dello statistico di costruire una rete e alleanze all’interno della popolazione che studia è una condizione necessaria di osservazione per la capacità di identificare ciò che è tipico. Anche in questo caso, dunque, si tratta di co-creare esperienze di valore con e per il territorio.

Law and Economics in Ghino Valenti’s Thought: an International Perspective

Stefano Spalletti
2020-01-01

Abstract

1) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere studiata a livello giuridico recuperando e approfondendo la sua teoria economica delle proprietà, come in La proprietà e l’evoluzione economica (1918). La sua nozione non pone al centro un diritto monoliticamente arroccato intorno allo schema della proprietà privata di diritto romano. Valenti dimostra piuttosto che la proprietà collettiva non è residuo di forme arcaiche bensì istituto rispondente a precise necessità materiali e si costituisce nello spazio fisico dove l’iniziativa individuale non è sostenibile. Da una parte è antichissima, dall’altra la comunanza è moderna perché, in virtù dell’applicazione del principio dell’associazione, determina l’iniziativa economica anche dove la nozione di profitto d’impresa non appartiene alla cultura comune. Al regolare procedere degli atti economici, in questo caso, sono sufficienti il possesso stabile ed esclusivo di una porzione del bene naturale, il diritto di godere dei frutti del proprio lavoro e la garanzia della contabilizzazione finale delle migliorie apportate dall’assegnatario. 2) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere studiata, a livello di economia agraria e di place branding, approfondendo gli esiti economici delle pratiche culturali che definiscono le identità collettive e avviando la valorizzazione delle risorse culturali immateriali presenti sul territorio attraverso un processo di co-creazione che coinvolge diversi stakeholder e comunità locali e che riguarda il trasferimento di conoscenza. Ciò si colloca alle radici stesse del rapporto fra natura e cultura, fra identità e alterità, ed è divenuto un oggetto sempre più centrale dell’attenzione degli studi economico aziendali negli ultimi decenni. Valenti sembra andare pioneristicamente verso l’innovazione come risultato dei legami tra decisori politici e comunità locali. In un contesto rurale come quello caratteristico delle aree interne marchigiane, le relazioni che si instaurano tra i soggetti del territorio e la necessità di nuove competenze per lo sviluppo locale richiedono la co-creazione di esperienze di valore con e per il territorio. I metodi per favorire l’incontro, il dialogo e la co-creazione trovano la loro radice anche ne L’economia rurale nelle Marche (1888, aggiornamento della sua Relazione dell'Inchiesta agraria Jacini) di Valenti e, più in generale, anche nella sua Indole ed importanza dell’economia rurale (1894). 3) La collocazione internazionale di G. Valenti può essere rafforzata in termini economico-storici e in termini economico-istituzionali approfondendo la tesi per la quale l’economia politica ha fornito un non trascurabile apporto al processo di modernizzazione economica, politica e civile del territorio marchigiano durante tutto l’Ottocento, inserendosi nel processo post-unitario in cui il pensiero economico italiano ha contribuito efficacemente alla sedimentazione del pensiero economico internazionale. Da questo processo non è rimasto escluso Valenti per i suoi contributi sulla teoria del valore e sulla teoria della cooperazione come evidente nei suoi Principi di Scienza Economica, (1916-1918). La collocazione internazionale di G. Valenti può essere rafforzata in termini economico-contabili tenendo in conto che, dopo la riforma del Valenti stesso del 1910, il sistema per il calcolo della produzione agraria dipende dalla collaborazione delle associazioni locali di proprietari terrieri: senza il loro aiuto e supervisione, i dati sulla superficie e la produttività per ettaro non avrebbero potuto essere aggiornati, come si evince anche nella sua L’Italia agricola dal 1861 al 1911 (1911). Pertanto, anche nel caso delle statistiche, la capacità dello statistico di costruire una rete e alleanze all’interno della popolazione che studia è una condizione necessaria di osservazione per la capacità di identificare ciò che è tipico. Anche in questo caso, dunque, si tratta di co-creare esperienze di valore con e per il territorio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/289836
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