La “storia” della traduzione è costellata di metafore messe in campo per esprimere ciò che essa fa, ossia il suo “rendere comune” testi e cul- ture attraverso la mediazione di una lingua; testi e culture che tuttavia, malgrado tale messa in comune, restano distinti nella lingua di origine e nella lingua in cui sono portati. Tra le metafore più note c’è sicuramente quella che definisce le traduzioni “belle infedeli”1 (metafora che fa del traduttore sempre un traditore), o quella del “servire due padroni”2 (metafora che colloca il traduttore tra la lingua che chiama “la propria” e altre lingue dalle quali traduce), o “albergo nella lontananza”3 (dove la traduzione è la dimora che offre ospitalità a un testo permettendogli di farsi conoscere in un’altra lingua e cultura), senza ignorare infine il celebre riferimento all’episodio biblico di Babele cui la traduzione rispon- derebbe4. In tutte queste metafore si esplicita il senso della traduzione, la quale è meno un puro e semplice traslare un testo in un’altra lingua e più il “rendere comuni” ragioni, testi, lingue e culture pur mantenen- do la tensione irriducibile che anima le differenti ragioni, testi, lingue e culture.
Tradurre, o rendere comune il non-accomunabile
C. Canullo
2020-01-01
Abstract
La “storia” della traduzione è costellata di metafore messe in campo per esprimere ciò che essa fa, ossia il suo “rendere comune” testi e cul- ture attraverso la mediazione di una lingua; testi e culture che tuttavia, malgrado tale messa in comune, restano distinti nella lingua di origine e nella lingua in cui sono portati. Tra le metafore più note c’è sicuramente quella che definisce le traduzioni “belle infedeli”1 (metafora che fa del traduttore sempre un traditore), o quella del “servire due padroni”2 (metafora che colloca il traduttore tra la lingua che chiama “la propria” e altre lingue dalle quali traduce), o “albergo nella lontananza”3 (dove la traduzione è la dimora che offre ospitalità a un testo permettendogli di farsi conoscere in un’altra lingua e cultura), senza ignorare infine il celebre riferimento all’episodio biblico di Babele cui la traduzione rispon- derebbe4. In tutte queste metafore si esplicita il senso della traduzione, la quale è meno un puro e semplice traslare un testo in un’altra lingua e più il “rendere comuni” ragioni, testi, lingue e culture pur mantenen- do la tensione irriducibile che anima le differenti ragioni, testi, lingue e culture.File | Dimensione | Formato | |
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