Il contributo ricostruisce il ruolo connettivo territoriale di lungo periodo del mare Adriatico. Assume preliminarmente gli idronimi avvicendatisi nel tempo, da quello di Mare Superum di età classica, a quello di Golfo di Venezia in età moderna, al Mare Adriatico dell’età contemporanea, quali indicatori dei caratteri geografici, delle istanze talassocratiche e delle relazioni economiche proprie di questo bacino marittimo, tra le cui sponde si sono dipanati rapporti culturali e flussi migratori, si sono intersecate diversità etniche, si sono originate tensioni politiche talora composte in modo pattizio, talaltra a seguito di conflitti. In questa variegata complessità, di cui si dà riscontro richiamando anche diverse rappresentazioni cartografiche di età moderna, il contributo focalizza soprattutto quegli aspetti di omogeneità che accomunano la civiltà materiale, le forme urbane e le relazioni intellettuali, elementi basilari dello strutturarsi di una specifica koinè adriatica. Lo spazio Adriatico, per essere stato vivificato nel tempo da simmetrie e asimmetrie, si configura come uno spazio a geometria variabile, multietnico e multicentrico, in virtù del ruolo giocato, in competizione o in accordo, dalle maggiori polarità urbane, spazio anisotropico per eccellenza e pertanto foriero di una concezione di modernità alternativa al principio di isotropia dello Stato moderno. La riflessione sul lungo periodo sostiene e favorisce la lettura della rinnovata connotazione di ponte assunta dall’Adriatico, resa evidente dai massicci flussi di immigrazione albanese sullo scorcio del secolo scorso. Le potenzialità relazionali dell’Adriatico tendono dunque a oltrepassare i confini assegnatigli dalla geografia fisica per attribuirgli la funzione di area di raccordo che tende a ravvicinare la dicotomia ancora ben evidente tra il nord e il sud dell’Europa, tra il centro Europa e l’area balcanica, secondo le finalità proprie assegnate alla Macroregione Adriatico Ionica, istituita nel 2014 dall’Unione Europea.

Adriatico: una modernità alternativa

Pongetti, Carlo
2021-01-01

Abstract

Il contributo ricostruisce il ruolo connettivo territoriale di lungo periodo del mare Adriatico. Assume preliminarmente gli idronimi avvicendatisi nel tempo, da quello di Mare Superum di età classica, a quello di Golfo di Venezia in età moderna, al Mare Adriatico dell’età contemporanea, quali indicatori dei caratteri geografici, delle istanze talassocratiche e delle relazioni economiche proprie di questo bacino marittimo, tra le cui sponde si sono dipanati rapporti culturali e flussi migratori, si sono intersecate diversità etniche, si sono originate tensioni politiche talora composte in modo pattizio, talaltra a seguito di conflitti. In questa variegata complessità, di cui si dà riscontro richiamando anche diverse rappresentazioni cartografiche di età moderna, il contributo focalizza soprattutto quegli aspetti di omogeneità che accomunano la civiltà materiale, le forme urbane e le relazioni intellettuali, elementi basilari dello strutturarsi di una specifica koinè adriatica. Lo spazio Adriatico, per essere stato vivificato nel tempo da simmetrie e asimmetrie, si configura come uno spazio a geometria variabile, multietnico e multicentrico, in virtù del ruolo giocato, in competizione o in accordo, dalle maggiori polarità urbane, spazio anisotropico per eccellenza e pertanto foriero di una concezione di modernità alternativa al principio di isotropia dello Stato moderno. La riflessione sul lungo periodo sostiene e favorisce la lettura della rinnovata connotazione di ponte assunta dall’Adriatico, resa evidente dai massicci flussi di immigrazione albanese sullo scorcio del secolo scorso. Le potenzialità relazionali dell’Adriatico tendono dunque a oltrepassare i confini assegnatigli dalla geografia fisica per attribuirgli la funzione di area di raccordo che tende a ravvicinare la dicotomia ancora ben evidente tra il nord e il sud dell’Europa, tra il centro Europa e l’area balcanica, secondo le finalità proprie assegnate alla Macroregione Adriatico Ionica, istituita nel 2014 dall’Unione Europea.
2021
978-88-6056-737-6
978-88-6056-738-3
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