The aim of this work is to investigate which area the sanction – in its broadest meaning of affliction towards a given conduct – can occupy in the context of private law. The research starts from the study of the copious congeries of sanctioning provisions introduced by legislator in heterogeneous regulatory systems. The "first part" is dedicated to the work of systematization of these predictions within defined categories in order to, on the one hand, clarify the relationship of each one with civil liability, and, on the other hand, to investigate the inadequacy of reparatory damages. In the “second part” of the research, it is highlighted that the inadequacy of merely reparatory damages also emerges in “law in action”. A careful case law examination reveals a correspondence between "abusive conduct" - from the point of view of its psychological characterization (intentional, malicious) and the violation of fundamental rights - and the ultra-compensatory reaction by the legal system. This is manifested both in the judgment on the “an respondeatur” and in that of the “quantum debeatur”, with more specific reference to non-pecuniary damage. Having recovered the concept of non-contractual “illicit”, the research focuses on contract law, in order to investigate the possibility of conceiving the nullity itself as a sanction: that is the object of the “third part” of work. Having demonstrated the plurality of the “statutes” of the civil code’s invalidity, it is pointed out that each hypothesis of nullity is distinguished by a different intensity of the negative qualification operated by the legal system, to be reconnected to the different interest underlying the violated provision. So, differently from the “structural” nullity, illicit contract is characterized by a “functional” invalidity, which can be seen as a severe sanction against conduct detrimental to the interests of the other party and the legal system. The search for the “right remedy”, which guarantees “effectiveness of protection”, is the guiding principle of research which, in highlighting the correlation between (contractual, as well as non-contractual) injury to the fundamental interests of the system and a sanctioning response, points out signs of a common matrix of civil (both contractual and non-contractual) tort .

Il presente lavoro si propone di indagare quale spazio la sanzione – intesa nel senso “lato” di misura afflittiva verso una data condotta – può occupare nel contesto del diritto privato. La ricerca prende le mosse dallo studio della copiosa – quanto confusa e disorganica – congerie di disposizioni a vocazione sanzionatoria introdotte dal legislatore in eterogenei apparati normativi. La “prima parte” dell’indagine è dedicata all’opera di sistematizzazione di tali previsioni entro categorie definite onde, per un verso, chiarire il rapporto di ciascuna con la responsabilità civile, e, per altro verso, indagare l’attuale sofferenza del risarcimento del danno, se inteso in senso solo compensativo, in ben individuati settori. L’indagine è chiamata a confrontarsi costantemente con il dictum reso dalla Suprema Corte, a Sezioni Unite, nella nota pronuncia (la n.16601/2017) avente ad oggetto la discussa delibabilità di sentenze straniere comminatorie di “danni punitivi”. L’affermata (da parte della suddetta sentenza) tipicità della funzione sanzionatoria della responsabilità civile è vagliata alla luce di un’analisi di carattere sistematico. Nella “seconda parte” della ricerca, invero, viene evidenziato che l’inadeguatezza dell’illecito civile meramente riparatorio emerge pure nel diritto vivente. Un attento esame delle pronunce giurisprudenziali rivela una corrispondenza tra “condotta abusiva” – sotto il profilo della sua caratterizzazione psicologica (dolosa, gravemente colposa), ovvero della lesione di diritti fondamentali – e la reazione ultracompensativa da parte dell’ordinamento. Ciò si manifesta tanto nel giudizio sull’an respondeatur – mediante una flessione sanzionatoria dei criteri d’imputazione – quanto in quello del quantum debeatur, con più specifico riferimento al danno non patrimoniale (e al risarcimento del danno morale, nell’accezione da ultimo chiarita dalla giurisprudenza). Recuperato il concetto di illiceità extracontrattuale, l’attenzione si concentra sul diritto contrattuale, allo scopo di indagare la possibilità di concepire la stessa nullità in senso funzionale (e, più in particolare, sanzionatorio): è questo l’oggetto della “terza parte” del lavoro. Dimostrata la pluralità degli statuti della stessa invalidità codicistica, si puntualizza che ciascuna ipotesi di nullità si contraddistingue per una differente intensità della qualificazione negativa operata dall’ordinamento, da riconnettersi al diverso interesse sotteso alla disposizione violata. Di talché, accanto alla nullità strutturale, emerge quella da “illiceità”, che è invalidità “funzionale”, e si connota in senso marcatamente sanzionatorio avverso una condotta lesiva di interessi della controparte e, per il suo tramite, dell’ordinamento. La ricerca del “giusto rimedio”, atto a garantire la “effettività della tutela”, rappresenta la linea conduttrice della ricerca che, nell’evidenziare la correlazione tra lesione (contrattuale, quanto extracontrattuale) di interessi fondanti del sistema, posti a presidio dei diritti inviolabili della persona umana, e risposta sanzionatoria (e deterrente) da parte dell’ordinamento, evidenzia indici di una matrice comune dell’illecito (contrattuale e extracontrattuale) civile.

LA POLIFUNZIONALITÀ DELL’ILLECITO CIVILE: DAL TORTO AL CONTRATTO / Iorio, Chiara. - ELETTRONICO. - (2021).

LA POLIFUNZIONALITÀ DELL’ILLECITO CIVILE: DAL TORTO AL CONTRATTO.

IORIO Chiara
2021-01-01

Abstract

The aim of this work is to investigate which area the sanction – in its broadest meaning of affliction towards a given conduct – can occupy in the context of private law. The research starts from the study of the copious congeries of sanctioning provisions introduced by legislator in heterogeneous regulatory systems. The "first part" is dedicated to the work of systematization of these predictions within defined categories in order to, on the one hand, clarify the relationship of each one with civil liability, and, on the other hand, to investigate the inadequacy of reparatory damages. In the “second part” of the research, it is highlighted that the inadequacy of merely reparatory damages also emerges in “law in action”. A careful case law examination reveals a correspondence between "abusive conduct" - from the point of view of its psychological characterization (intentional, malicious) and the violation of fundamental rights - and the ultra-compensatory reaction by the legal system. This is manifested both in the judgment on the “an respondeatur” and in that of the “quantum debeatur”, with more specific reference to non-pecuniary damage. Having recovered the concept of non-contractual “illicit”, the research focuses on contract law, in order to investigate the possibility of conceiving the nullity itself as a sanction: that is the object of the “third part” of work. Having demonstrated the plurality of the “statutes” of the civil code’s invalidity, it is pointed out that each hypothesis of nullity is distinguished by a different intensity of the negative qualification operated by the legal system, to be reconnected to the different interest underlying the violated provision. So, differently from the “structural” nullity, illicit contract is characterized by a “functional” invalidity, which can be seen as a severe sanction against conduct detrimental to the interests of the other party and the legal system. The search for the “right remedy”, which guarantees “effectiveness of protection”, is the guiding principle of research which, in highlighting the correlation between (contractual, as well as non-contractual) injury to the fundamental interests of the system and a sanctioning response, points out signs of a common matrix of civil (both contractual and non-contractual) tort .
2021
33
SCIENZE GIURIDICHE
Il presente lavoro si propone di indagare quale spazio la sanzione – intesa nel senso “lato” di misura afflittiva verso una data condotta – può occupare nel contesto del diritto privato. La ricerca prende le mosse dallo studio della copiosa – quanto confusa e disorganica – congerie di disposizioni a vocazione sanzionatoria introdotte dal legislatore in eterogenei apparati normativi. La “prima parte” dell’indagine è dedicata all’opera di sistematizzazione di tali previsioni entro categorie definite onde, per un verso, chiarire il rapporto di ciascuna con la responsabilità civile, e, per altro verso, indagare l’attuale sofferenza del risarcimento del danno, se inteso in senso solo compensativo, in ben individuati settori. L’indagine è chiamata a confrontarsi costantemente con il dictum reso dalla Suprema Corte, a Sezioni Unite, nella nota pronuncia (la n.16601/2017) avente ad oggetto la discussa delibabilità di sentenze straniere comminatorie di “danni punitivi”. L’affermata (da parte della suddetta sentenza) tipicità della funzione sanzionatoria della responsabilità civile è vagliata alla luce di un’analisi di carattere sistematico. Nella “seconda parte” della ricerca, invero, viene evidenziato che l’inadeguatezza dell’illecito civile meramente riparatorio emerge pure nel diritto vivente. Un attento esame delle pronunce giurisprudenziali rivela una corrispondenza tra “condotta abusiva” – sotto il profilo della sua caratterizzazione psicologica (dolosa, gravemente colposa), ovvero della lesione di diritti fondamentali – e la reazione ultracompensativa da parte dell’ordinamento. Ciò si manifesta tanto nel giudizio sull’an respondeatur – mediante una flessione sanzionatoria dei criteri d’imputazione – quanto in quello del quantum debeatur, con più specifico riferimento al danno non patrimoniale (e al risarcimento del danno morale, nell’accezione da ultimo chiarita dalla giurisprudenza). Recuperato il concetto di illiceità extracontrattuale, l’attenzione si concentra sul diritto contrattuale, allo scopo di indagare la possibilità di concepire la stessa nullità in senso funzionale (e, più in particolare, sanzionatorio): è questo l’oggetto della “terza parte” del lavoro. Dimostrata la pluralità degli statuti della stessa invalidità codicistica, si puntualizza che ciascuna ipotesi di nullità si contraddistingue per una differente intensità della qualificazione negativa operata dall’ordinamento, da riconnettersi al diverso interesse sotteso alla disposizione violata. Di talché, accanto alla nullità strutturale, emerge quella da “illiceità”, che è invalidità “funzionale”, e si connota in senso marcatamente sanzionatorio avverso una condotta lesiva di interessi della controparte e, per il suo tramite, dell’ordinamento. La ricerca del “giusto rimedio”, atto a garantire la “effettività della tutela”, rappresenta la linea conduttrice della ricerca che, nell’evidenziare la correlazione tra lesione (contrattuale, quanto extracontrattuale) di interessi fondanti del sistema, posti a presidio dei diritti inviolabili della persona umana, e risposta sanzionatoria (e deterrente) da parte dell’ordinamento, evidenzia indici di una matrice comune dell’illecito (contrattuale e extracontrattuale) civile.
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