La situazione emergenziale connessa al fenomeno migratorio, resa ancora più critica dagli effetti della pandemia di Covid-19 ha posto in rilievo la necessità di garantire nuove strategie di integrazione culturale per agevolare l’accoglienza degli stranieri, assicurare l’accesso ai servizi pubblici e prevenire ogni forma di discriminazione. Tra le sfide più complesse che le istituzioni devono oggi affrontare vi è quella di promuovere una comunicazione di servizio, in sinergia con i media locali-digitali, per favorire l’inclusione sociale di migranti e rifugiati alla vita della comunità e limitare le disuguaglianze sociali e culturali. Tali aspetti sono stati affrontati all’interno della ricerca con il fine di analizzare strumenti di dialogo più efficaci tra operatori sociali e dell’informazione, tra i centri servizi immigrati e la comunità autoctona. L'aspetto originale del lavoro qui presentato risiede nella valutazione di possibili nuove strategie socio-comunicative che gli enti locali potrebbero attuare per favorire l’integrazione culturale, nell’analisi dei rischi e delle conseguenze derivanti dall'uso improprio della tecnologia digitale, al fine di identificare azioni correttive ed educative da promuovere attraverso i social media. Lo studio è stato condotto utilizzando una metodologia multi-metodo (attraverso cioè l’adozione di metodologie miste quantitative e qualitative) e organizzato in due principali fasi: esplorativa e applicativa. La fase esplorativa si è aperta inizialmente con una lettura dei dati di scenario attraverso un attento studio della letteratura nazionale e internazionale in un’ottica interdisciplinare; in un secondo momento si è proceduto con un’analisi quanti-qualitativa all'interno delle piattaforme digitali Facebook e Twitter.. Attraverso la ricerca di parole chiave, particolarmente significative, si è voluto delineare in linea generale il livello di discussione, negativa o positiva, del fenomeno immigrazione online. I risultati emersi sono stati poi utilizzati come base per la costruzione di un questionario online, somministrato a studenti universitari al fine di comprendere innanzitutto se il discorso pubblico in Rete sull'immigrazione sia composto esclusivamente da contenuti che mirano a costruire un'immagine distorta dell’Altro, focalizzata sulla paura, o al contrario, se negli ultimi anni ci siano stati segni di "disintossicazione" in termini di comunicazione e informazione. Nella fase applicativa, invece, attraverso l’analisi di uno specifico caso di studio, si è riflettuto in modo particolare sul ruolo dei media locali - digitali e sul loro rapporto con le istituzioni, esplorando strumenti e modalità con cui quest’ultime possono entrare in contatto con i migranti per promuovere la crescita personale, l’inclusione sociale e la partecipazione alla vita pubblica e, allo stesso tempo, individuando quelle strategie comunicative adottate dagli enti locali per favorire l’accoglienza. Più precisamente la seconda parte della ricerca ha preso in esame il caso specifico della Regione Marche per comprendere come, in un conteso locale, la comunicazione di servizio, attraverso i media locali, potesse essere uno strumento utile a creare percorsi d’integrazione e a sostenere iniziative di carattere interculturale. L’analisi ha previsto innanzitutto 15 interviste in profondità rivolte ai Responsabili dei principali Uffici Politiche Sociali e dei Centri Servizi Immigrati presenti nella Regione Marche con competenze in attività di informazione e comunicazione; tali istituzioni sono state scelte in quanto enti capofila dei progetti di inclusione in corso o promotori di particolari iniziative promosse sul proprio territorio. Sulla base di quanto emerso dalle interviste l’attenzione si è spostata infine sui soggetti stranieri e il loro rapporto con i nuovi media nelle varie fasi del percorso migratorio. Sono stati cosi condotti 10 focus group rivolti a gruppi di immigrati inseriti in strutture di accoglienza presenti nel territorio marchigiano. La ricerca dunque evidenzia l’importanza di riflettere su nuova forma di “capitale sociale digitale” applicata al tema dell’immigrazione e a un uso più partecipativo dei devices digitali, senza però trascurare quei rischi derivanti da un uso improprio e superficiale delle nuove tecnologie sociali e digitali e le recenti strategie adottate da numerosi organi istituzionali per una maggiore gestione “digitale” del fenomeno migratorio.
Migranti digitali tra dimensione locale e globale. Percorsi d’inclusione e strategie di comunicazione istituzionale.
Buoncompagni Giacomo
2021-01-01
Abstract
La situazione emergenziale connessa al fenomeno migratorio, resa ancora più critica dagli effetti della pandemia di Covid-19 ha posto in rilievo la necessità di garantire nuove strategie di integrazione culturale per agevolare l’accoglienza degli stranieri, assicurare l’accesso ai servizi pubblici e prevenire ogni forma di discriminazione. Tra le sfide più complesse che le istituzioni devono oggi affrontare vi è quella di promuovere una comunicazione di servizio, in sinergia con i media locali-digitali, per favorire l’inclusione sociale di migranti e rifugiati alla vita della comunità e limitare le disuguaglianze sociali e culturali. Tali aspetti sono stati affrontati all’interno della ricerca con il fine di analizzare strumenti di dialogo più efficaci tra operatori sociali e dell’informazione, tra i centri servizi immigrati e la comunità autoctona. L'aspetto originale del lavoro qui presentato risiede nella valutazione di possibili nuove strategie socio-comunicative che gli enti locali potrebbero attuare per favorire l’integrazione culturale, nell’analisi dei rischi e delle conseguenze derivanti dall'uso improprio della tecnologia digitale, al fine di identificare azioni correttive ed educative da promuovere attraverso i social media. Lo studio è stato condotto utilizzando una metodologia multi-metodo (attraverso cioè l’adozione di metodologie miste quantitative e qualitative) e organizzato in due principali fasi: esplorativa e applicativa. La fase esplorativa si è aperta inizialmente con una lettura dei dati di scenario attraverso un attento studio della letteratura nazionale e internazionale in un’ottica interdisciplinare; in un secondo momento si è proceduto con un’analisi quanti-qualitativa all'interno delle piattaforme digitali Facebook e Twitter.. Attraverso la ricerca di parole chiave, particolarmente significative, si è voluto delineare in linea generale il livello di discussione, negativa o positiva, del fenomeno immigrazione online. I risultati emersi sono stati poi utilizzati come base per la costruzione di un questionario online, somministrato a studenti universitari al fine di comprendere innanzitutto se il discorso pubblico in Rete sull'immigrazione sia composto esclusivamente da contenuti che mirano a costruire un'immagine distorta dell’Altro, focalizzata sulla paura, o al contrario, se negli ultimi anni ci siano stati segni di "disintossicazione" in termini di comunicazione e informazione. Nella fase applicativa, invece, attraverso l’analisi di uno specifico caso di studio, si è riflettuto in modo particolare sul ruolo dei media locali - digitali e sul loro rapporto con le istituzioni, esplorando strumenti e modalità con cui quest’ultime possono entrare in contatto con i migranti per promuovere la crescita personale, l’inclusione sociale e la partecipazione alla vita pubblica e, allo stesso tempo, individuando quelle strategie comunicative adottate dagli enti locali per favorire l’accoglienza. Più precisamente la seconda parte della ricerca ha preso in esame il caso specifico della Regione Marche per comprendere come, in un conteso locale, la comunicazione di servizio, attraverso i media locali, potesse essere uno strumento utile a creare percorsi d’integrazione e a sostenere iniziative di carattere interculturale. L’analisi ha previsto innanzitutto 15 interviste in profondità rivolte ai Responsabili dei principali Uffici Politiche Sociali e dei Centri Servizi Immigrati presenti nella Regione Marche con competenze in attività di informazione e comunicazione; tali istituzioni sono state scelte in quanto enti capofila dei progetti di inclusione in corso o promotori di particolari iniziative promosse sul proprio territorio. Sulla base di quanto emerso dalle interviste l’attenzione si è spostata infine sui soggetti stranieri e il loro rapporto con i nuovi media nelle varie fasi del percorso migratorio. Sono stati cosi condotti 10 focus group rivolti a gruppi di immigrati inseriti in strutture di accoglienza presenti nel territorio marchigiano. La ricerca dunque evidenzia l’importanza di riflettere su nuova forma di “capitale sociale digitale” applicata al tema dell’immigrazione e a un uso più partecipativo dei devices digitali, senza però trascurare quei rischi derivanti da un uso improprio e superficiale delle nuove tecnologie sociali e digitali e le recenti strategie adottate da numerosi organi istituzionali per una maggiore gestione “digitale” del fenomeno migratorio.File | Dimensione | Formato | |
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