Analisi del comportamento umano, in contesti di vita quotidiana, per lo sviluppo di nuove tecnologie, a supporto della qualità della vita e dello sviluppo di benessere INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda MAC srl di Recanati. MAC progetta, sviluppa e produce sistemi e dispositivi elettronici all’avanguardia, cercando costantemente di comprendere e soddisfare i bisogni e i desideri dell’utente finale, allo scopo di migliorarne la qualità di vita, in un’ottica di affidabilità e sicurezza. La suddetta ricerca scaturisce da un approccio concettuale e metodologico che Luigi Mandolini (MAC CEO) ha sviluppato e validato nel corso degli anni, e che è ormai alla base di ciascun progetto ideato e realizzato in azienda. Capovolgendo completamente la storica prospettiva secondo la quale spetterebbe all’essere umano adattarsi ai cambiamenti tecnologici, alle innovazioni e all’ambiente che lo circonda, rispondendo unicamente agli input forniti dalle macchine, tale approccio mette al centro l’essere umano e pone le competenze tecnologiche al servizio dell'utente, per creare il prodotto / servizio giusto per il bene suo e del suo ambiente. L’Università di Macerata e MAC, seppur da angolazioni completamente differenti, concordano nel considerare lo studio dell’essere umano e del suo comportamento il punto di partenza per la ricerca e l’ispirazione per l’innovazione. Entrambe si impegnano regolarmente per colmare il divario tra cultura scientifico-tecnologica e cultura umanistica: componente tecnica e componente umana non possono mai essere separate. Le tecnologie per la domotica sono, infatti, profondamente collegate alla mente dell'utente finale e al suo modo di percepire, fare attenzione, capire, apprendere, ricordare e comunicare: così, lo studio di questi processi mentali nella prospettiva del ciclo di vita può contribuire allo sviluppo di smart devices. La riflessione iniziale è scaturita dal fatto che, troppo spesso, le persone che agiscono sui dispositivi indoor (relativi a temperatura, luce, suono, ecc.), in casa così come in ufficio, non sono completamente consapevoli del funzionamento di questi sistemi e non riescono a raggiungere il benessere desiderato. L’interazione attiva con un dispositivo, al fine di adattare la tecnologia alle proprie esigenze del momento, può comportare, soprattutto per i soggetti più deboli, un impegno fisico e cognitivo non indifferente: proprio per questo motivo, gli stessi sistemi dovrebbero essere in grado di “interpretare” i comportamenti degli utenti sulla base delle loro percezioni di comfort e/o discomfort, da un punto di vista termico, luminoso, acustico, ecc., in ambienti interni di vita quotidiana. OBIETTIVI: Sulla base delle teorie di riferimento analizzate e dei principi aziendali è stata, quindi, elaborata la seguente domanda di ricerca: “È possibile creare il comfort ideale (termico, luminoso, acustico, ecc.) in un ambiente interno, minimizzando l’attività dell’utente finale nel momento in cui egli / ella è alla ricerca dello stesso?”. Questo progetto è, infatti, incentrato sul tema della tecnologia pensata a favore del benessere e del comfort degli utenti, soprattutto di quelli in situazioni di maggiore fragilità, quali, ad esempio, gli anziani non autosufficienti. Partendo dal concetto di utente finale come sensore che guida la ricerca e la progettazione di dispositivi intelligenti, obiettivo ultimo è la comprensione dell’essere umano e del suo sviluppo attraverso il ciclo della vita, per la realizzazione di sistemi capaci di rendere, quanto più possibile, semplice e funzionale l’interazione essere umano-macchina e di fornire, a persone con bisogni differenti, il giusto comfort (in termini di temperatura, luce, suono, ecc.) all’interno del loro ambiente di vita quotidiana. METODO E FASI DI RICERCA: Il paradigma teorico che si è scelto di adottare è di tipo costruttivista, il quale attribuisce al ricercatore il ruolo di un partecipante e di un facilitatore dei processi di comprensione e di ristrutturazione delle costruzioni della realtà, proprie dei soggetti studiati. Il primo passo del nostro studio è stato quello di ricostruire lo stato dell’arte, raccogliendo informazioni e dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica, sulla domotica e sulla qualità dell’ambiente interno (IEQ). Il progetto si è poi sviluppato attraverso quattro differenti fasi. Nella prima fase è stata avviata un’osservazione sul campo in molteplici ambienti interni, pubblici e privati (case, uffici, università, ecc.), sia in Italia che all’estero (Europa e USA), con l’intento di rilevare differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali che possono essere interpretati come espressione delle sensazioni di caldo e/o di freddo percepite dalle persone all’interno del loro ambiente di vita quotidiana. Un’ulteriore fase della ricerca ha riguardato delle specifiche osservazioni sul campo, concernenti l’invecchiamento, svoltesi in cinque differenti strutture sanitarie (case di riposo e centri di riabilitazione), situate nella regione Marche, al fine di rilevare i differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali che possono essere letti come manifestazione di un certo tipo di disagio, a livello termico e luminoso, provato dagli anziani che abitano all’interno di queste strutture assistenziali. La terza fase è consistita nella conduzione di interviste a differenti figure professionali, nello specifico medici, educatori professionali, fisioterapisti, infermieri, operatori socio-sanitari (O.S.S.) e psicologi, che si occupano di invecchiamento e lavorano nel centro Italia, con l’intento di raccogliere informazioni e opinioni basate sulla loro esperienza diretta e riguardanti il contesto in cui esse lavorano e le persone anziane con cui giornalmente si relazionano. Infine, per cercare di capire se i comportamenti rilevati attraverso l’osservazione in ambienti interni generici possono essere considerati inequivocabili o interpretabili, nell’ultima fase della ricerca si è ritenuto opportuno creare un questionario con scale di frequenza e somministrarlo, nelle province di Macerata e di Fermo (regione Marche), a persone comuni, scelte con criterio randomizzato e appartenenti a cinque differenti fasce d’età, al fine di rilevare la frequenza di differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali, che possono essere letti come manifestazione di un certo tipo di disagio termico, provato da questi individui nel loro contesto quotidiano. Ciò ha permesso di mettere a confronto i dati risultanti da questa analisi con quelli raccolti tramite checklist e avere maggiori informazioni rispetto alle percezioni delle persone osservate. CONCLUSIONI: L’intento è stato quello di fornire, attraverso la nostra indagine, uno spaccato di realtà, che mostrasse, nel modo più naturalistico possibile, ciò che quotidianamente accade nella vita di persone di diversa fascia d’età, in relazione al comfort ambientale interno. Tutti i dati raccolti potranno essere utili alla progettazione di dispositivi capaci di fornire un aumento del benessere e un miglioramento della qualità della vita di tutti gli individui, anche di quelli più deboli, come gli anziani non autosufficienti. Punti di forza di questa ricerca sono sicuramente l’aver messo al centro l’essere umano, nella sua totalità e complessità, e l’aver condotto un’analisi sul campo del comportamento umano in contesti di vita quotidiana, cercando costantemente di far dialogare e interagire la cultura umanistica con quella tecnologica. Partendo dal concetto di comfort termico, vi è la volontà di considerare ulteriori sviluppi e possibilità di applicazione, anche in altri ambiti, della metodologia testata in questo studio.

Analysis of Human Behavior, in Everyday-Life Contexts, for the Development of New Technologies, in Support of the Improvement of Life Quality and Wellbeing

Rampioni Margherita
2019-01-01

Abstract

Analisi del comportamento umano, in contesti di vita quotidiana, per lo sviluppo di nuove tecnologie, a supporto della qualità della vita e dello sviluppo di benessere INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda MAC srl di Recanati. MAC progetta, sviluppa e produce sistemi e dispositivi elettronici all’avanguardia, cercando costantemente di comprendere e soddisfare i bisogni e i desideri dell’utente finale, allo scopo di migliorarne la qualità di vita, in un’ottica di affidabilità e sicurezza. La suddetta ricerca scaturisce da un approccio concettuale e metodologico che Luigi Mandolini (MAC CEO) ha sviluppato e validato nel corso degli anni, e che è ormai alla base di ciascun progetto ideato e realizzato in azienda. Capovolgendo completamente la storica prospettiva secondo la quale spetterebbe all’essere umano adattarsi ai cambiamenti tecnologici, alle innovazioni e all’ambiente che lo circonda, rispondendo unicamente agli input forniti dalle macchine, tale approccio mette al centro l’essere umano e pone le competenze tecnologiche al servizio dell'utente, per creare il prodotto / servizio giusto per il bene suo e del suo ambiente. L’Università di Macerata e MAC, seppur da angolazioni completamente differenti, concordano nel considerare lo studio dell’essere umano e del suo comportamento il punto di partenza per la ricerca e l’ispirazione per l’innovazione. Entrambe si impegnano regolarmente per colmare il divario tra cultura scientifico-tecnologica e cultura umanistica: componente tecnica e componente umana non possono mai essere separate. Le tecnologie per la domotica sono, infatti, profondamente collegate alla mente dell'utente finale e al suo modo di percepire, fare attenzione, capire, apprendere, ricordare e comunicare: così, lo studio di questi processi mentali nella prospettiva del ciclo di vita può contribuire allo sviluppo di smart devices. La riflessione iniziale è scaturita dal fatto che, troppo spesso, le persone che agiscono sui dispositivi indoor (relativi a temperatura, luce, suono, ecc.), in casa così come in ufficio, non sono completamente consapevoli del funzionamento di questi sistemi e non riescono a raggiungere il benessere desiderato. L’interazione attiva con un dispositivo, al fine di adattare la tecnologia alle proprie esigenze del momento, può comportare, soprattutto per i soggetti più deboli, un impegno fisico e cognitivo non indifferente: proprio per questo motivo, gli stessi sistemi dovrebbero essere in grado di “interpretare” i comportamenti degli utenti sulla base delle loro percezioni di comfort e/o discomfort, da un punto di vista termico, luminoso, acustico, ecc., in ambienti interni di vita quotidiana. OBIETTIVI: Sulla base delle teorie di riferimento analizzate e dei principi aziendali è stata, quindi, elaborata la seguente domanda di ricerca: “È possibile creare il comfort ideale (termico, luminoso, acustico, ecc.) in un ambiente interno, minimizzando l’attività dell’utente finale nel momento in cui egli / ella è alla ricerca dello stesso?”. Questo progetto è, infatti, incentrato sul tema della tecnologia pensata a favore del benessere e del comfort degli utenti, soprattutto di quelli in situazioni di maggiore fragilità, quali, ad esempio, gli anziani non autosufficienti. Partendo dal concetto di utente finale come sensore che guida la ricerca e la progettazione di dispositivi intelligenti, obiettivo ultimo è la comprensione dell’essere umano e del suo sviluppo attraverso il ciclo della vita, per la realizzazione di sistemi capaci di rendere, quanto più possibile, semplice e funzionale l’interazione essere umano-macchina e di fornire, a persone con bisogni differenti, il giusto comfort (in termini di temperatura, luce, suono, ecc.) all’interno del loro ambiente di vita quotidiana. METODO E FASI DI RICERCA: Il paradigma teorico che si è scelto di adottare è di tipo costruttivista, il quale attribuisce al ricercatore il ruolo di un partecipante e di un facilitatore dei processi di comprensione e di ristrutturazione delle costruzioni della realtà, proprie dei soggetti studiati. Il primo passo del nostro studio è stato quello di ricostruire lo stato dell’arte, raccogliendo informazioni e dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica, sulla domotica e sulla qualità dell’ambiente interno (IEQ). Il progetto si è poi sviluppato attraverso quattro differenti fasi. Nella prima fase è stata avviata un’osservazione sul campo in molteplici ambienti interni, pubblici e privati (case, uffici, università, ecc.), sia in Italia che all’estero (Europa e USA), con l’intento di rilevare differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali che possono essere interpretati come espressione delle sensazioni di caldo e/o di freddo percepite dalle persone all’interno del loro ambiente di vita quotidiana. Un’ulteriore fase della ricerca ha riguardato delle specifiche osservazioni sul campo, concernenti l’invecchiamento, svoltesi in cinque differenti strutture sanitarie (case di riposo e centri di riabilitazione), situate nella regione Marche, al fine di rilevare i differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali che possono essere letti come manifestazione di un certo tipo di disagio, a livello termico e luminoso, provato dagli anziani che abitano all’interno di queste strutture assistenziali. La terza fase è consistita nella conduzione di interviste a differenti figure professionali, nello specifico medici, educatori professionali, fisioterapisti, infermieri, operatori socio-sanitari (O.S.S.) e psicologi, che si occupano di invecchiamento e lavorano nel centro Italia, con l’intento di raccogliere informazioni e opinioni basate sulla loro esperienza diretta e riguardanti il contesto in cui esse lavorano e le persone anziane con cui giornalmente si relazionano. Infine, per cercare di capire se i comportamenti rilevati attraverso l’osservazione in ambienti interni generici possono essere considerati inequivocabili o interpretabili, nell’ultima fase della ricerca si è ritenuto opportuno creare un questionario con scale di frequenza e somministrarlo, nelle province di Macerata e di Fermo (regione Marche), a persone comuni, scelte con criterio randomizzato e appartenenti a cinque differenti fasce d’età, al fine di rilevare la frequenza di differenti comportamenti (sulla persona e sull’ambiente), reazioni fisiche e comunicazioni verbali, che possono essere letti come manifestazione di un certo tipo di disagio termico, provato da questi individui nel loro contesto quotidiano. Ciò ha permesso di mettere a confronto i dati risultanti da questa analisi con quelli raccolti tramite checklist e avere maggiori informazioni rispetto alle percezioni delle persone osservate. CONCLUSIONI: L’intento è stato quello di fornire, attraverso la nostra indagine, uno spaccato di realtà, che mostrasse, nel modo più naturalistico possibile, ciò che quotidianamente accade nella vita di persone di diversa fascia d’età, in relazione al comfort ambientale interno. Tutti i dati raccolti potranno essere utili alla progettazione di dispositivi capaci di fornire un aumento del benessere e un miglioramento della qualità della vita di tutti gli individui, anche di quelli più deboli, come gli anziani non autosufficienti. Punti di forza di questa ricerca sono sicuramente l’aver messo al centro l’essere umano, nella sua totalità e complessità, e l’aver condotto un’analisi sul campo del comportamento umano in contesti di vita quotidiana, cercando costantemente di far dialogare e interagire la cultura umanistica con quella tecnologica. Partendo dal concetto di comfort termico, vi è la volontà di considerare ulteriori sviluppi e possibilità di applicazione, anche in altri ambiti, della metodologia testata in questo studio.
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Descrizione: tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/282536
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