Il presente lavoro di ricerca A partire da Levinas: ripensare il terzo, per un’etica della re-ciprocità, si propone come una riflessione intorno allo statuto etico della reciprocità. La questione del terzo che costituisce lo sfondo teorico del presente studio, prende corpo e si sviluppa mediante un approccio storiografico che trova in Emmanuel Levinas un’interlocutore privilegiato. Lo studio si propone di ricostruire alcuni dei momenti fon-damentali dell’opera levinassiana attraverso i quali è possibile mettere in luce i presuppo-sti teoretici che stanno alla base della sua concezione del terzo, evidenziando quelle dif-ficoltà che rendono difficilmente attuabile un concreto esercizio della responsabilità che possa essere esteso a chiunque e ciascuno, nessuno escluso. L’intento principale della nostra ricerca è quello di proporre un itinerario che, assumendo la nozione di terzo come ipotesi teorica e sviluppandola attraverso un approccio tematico, consenta di assegnare alla reciprocità un’etica del riconoscimento inclusivo. Le difficoltà, alle quali va incontro la nozione levinassiana di terzo, vengono rilette e interpretate attraverso il doppio dialogo con Paul Ricoeur e Jean-Luc Nancy. Tale dop-pio dialogo consentirà di approfondire e valorizzare da un lato, la reciprocità come cate-goria indispensabile della relazione e, dall’altro, la condivisione come partecipazione a un’origine che accomuna senza che ciò comporti necessariamente l’annullamento della differenza specifica di ogni individuo. I risultati emersi dal confronto con gli autori verranno infine ulteriormente sviluppati in base all’ipotesi di fondo che regge e fa da sfondo a tutto il lavoro. Se la il concetto di terzo viene assunto nell’ottica di un paradigma triadico, che non esclude un rimando alla trascendenza, esso consente di tenere insieme prossimità e distanza poiché condurrebbe ad una diversa declinazione dell’intersoggettività, in cui viene meno tanto l’imperialismo del soggetto quanto quello dell’altro. In una tal prospettiva né l’io né l’altro possono ri-vendicare l’origine della relazione ma entrambi si riconoscono nella partecipazione ad un terzo termine di cui non detengono la condizione di possibilità. Se ciò che è originario non è né l’io né l’altro, ma la relazione stessa, ciò significa che entrambi si costituiscono nella rete di un’intersoggettività originaria in cui l’identità è strutturalmente una identità di relazione. Tale chiave interpretativa, assunta e analizzata provando ad immetterci nell’orizzonte di una prospettiva di ricerca più ampia, è mossa dalla convinzione che se il terzo, non soltanto viene inquadrato nell’ottica di un paradigma triadico ma viene radi-calizzato attraverso il rimando alla trascendenza, può onorare un’apertura inclusiva illimi-tata poiché da un lato, si pone come condizione e apertura stessa della relazione e, dall’altro, come la persona empirica di cui e a cui rispondo. Lo sviluppo di queste pre-messe condurrà ad identificare nella nozione di terzo un vincolo partecipativo univer-salmente condiviso che troverà il suo principio istitutivo nel concetto di Bene comune, in grado di inaugurare un orizzonte in cui con-divisione e partecipazione disegnano uno scenario in cui l’inclusione è sempre possibile.
A partire da Levinas: ripensare il terzo, per un’etica della reciprocità
Porcheddu Federica
2019-01-01
Abstract
Il presente lavoro di ricerca A partire da Levinas: ripensare il terzo, per un’etica della re-ciprocità, si propone come una riflessione intorno allo statuto etico della reciprocità. La questione del terzo che costituisce lo sfondo teorico del presente studio, prende corpo e si sviluppa mediante un approccio storiografico che trova in Emmanuel Levinas un’interlocutore privilegiato. Lo studio si propone di ricostruire alcuni dei momenti fon-damentali dell’opera levinassiana attraverso i quali è possibile mettere in luce i presuppo-sti teoretici che stanno alla base della sua concezione del terzo, evidenziando quelle dif-ficoltà che rendono difficilmente attuabile un concreto esercizio della responsabilità che possa essere esteso a chiunque e ciascuno, nessuno escluso. L’intento principale della nostra ricerca è quello di proporre un itinerario che, assumendo la nozione di terzo come ipotesi teorica e sviluppandola attraverso un approccio tematico, consenta di assegnare alla reciprocità un’etica del riconoscimento inclusivo. Le difficoltà, alle quali va incontro la nozione levinassiana di terzo, vengono rilette e interpretate attraverso il doppio dialogo con Paul Ricoeur e Jean-Luc Nancy. Tale dop-pio dialogo consentirà di approfondire e valorizzare da un lato, la reciprocità come cate-goria indispensabile della relazione e, dall’altro, la condivisione come partecipazione a un’origine che accomuna senza che ciò comporti necessariamente l’annullamento della differenza specifica di ogni individuo. I risultati emersi dal confronto con gli autori verranno infine ulteriormente sviluppati in base all’ipotesi di fondo che regge e fa da sfondo a tutto il lavoro. Se la il concetto di terzo viene assunto nell’ottica di un paradigma triadico, che non esclude un rimando alla trascendenza, esso consente di tenere insieme prossimità e distanza poiché condurrebbe ad una diversa declinazione dell’intersoggettività, in cui viene meno tanto l’imperialismo del soggetto quanto quello dell’altro. In una tal prospettiva né l’io né l’altro possono ri-vendicare l’origine della relazione ma entrambi si riconoscono nella partecipazione ad un terzo termine di cui non detengono la condizione di possibilità. Se ciò che è originario non è né l’io né l’altro, ma la relazione stessa, ciò significa che entrambi si costituiscono nella rete di un’intersoggettività originaria in cui l’identità è strutturalmente una identità di relazione. Tale chiave interpretativa, assunta e analizzata provando ad immetterci nell’orizzonte di una prospettiva di ricerca più ampia, è mossa dalla convinzione che se il terzo, non soltanto viene inquadrato nell’ottica di un paradigma triadico ma viene radi-calizzato attraverso il rimando alla trascendenza, può onorare un’apertura inclusiva illimi-tata poiché da un lato, si pone come condizione e apertura stessa della relazione e, dall’altro, come la persona empirica di cui e a cui rispondo. Lo sviluppo di queste pre-messe condurrà ad identificare nella nozione di terzo un vincolo partecipativo univer-salmente condiviso che troverà il suo principio istitutivo nel concetto di Bene comune, in grado di inaugurare un orizzonte in cui con-divisione e partecipazione disegnano uno scenario in cui l’inclusione è sempre possibile.File | Dimensione | Formato | |
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