Oggetto dello studio sono i fenomeni di dissociazione giuridica dell'immobile, che perlopiù si manifestano nell'istituto del diritto di superficie, con riferimento ad alcuni ordinamenti giuridici: Francia e Italia, con alcuni spunti anche dal modello belga e dal mondo di common law. Tali fenomeni sono presi in considerazione dedicando la massima attenzione al diritto vivente e alla pratica degli operatori del diritto, analizzando e valutando le diverse interpretazioni teoriche sempre alla luce della prassi e dei bisogni sociali in cui la prassi trova fondamento. Si adotta un approccio comparativo-funzionalistico, volto anche alla ricerca costruttiva degli elementi che più fruttuosamente si prestano a esperienze d'ibridazione giuridica. E' possibile individuare alcuni filoni principali che caratterizzano il percorso argomentativo della tesi, non in una successione per blocchi, bensì intrecciandosi e richiamandosi reciprocamente nel corso dell'esposizione, in quanto intimamente legati: - La dimensione storica del diritto di superficie, in quanto chiave di comprensione delle somiglianze e delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici studiati; - La dimensione economico-sociale del diritto di superficie, come analisi delle istanze concrete dei soggetti coinvolti, a cui sul piano giuridico è necessario dare risposte; - La dimensione dogmatico-concettuale del diritto di superficie, evidenziandone la natura di elemento dinamico e problematico del sistema dominicale romanistico, con particolare riferimento al rapporto con la figura dell'enfiteusi e con la bipartizione (dalle frontiere mobili) dei diritti in reali e personali nei diversi ordinamenti presi in considerazione; - La dimensione del diritto di superficie come ponte e canale di comunicazione fra le tradizioni di civil law e di common law, in quanto elemento di messa in discussione della dogmatica chiusa propria dei modelli continentali di proprietà presi in considerazione, facendo emergere le loro strutture latenti precedenti l'epoca delle codificazioni; - La dimensione politico-sociale del diritto di superficie, in quanto strumento che può veicolare istanze solidaristiche in materia di proprietà, che oggi in Italia hanno assunto un rilievo anche costituzionale: la superficie può quindi assumere un ruolo pure in settori aventi rilievo pubblicistico, nonché farsi portatrice di un processo di costituzionalizzazione del diritto privato. Filo conduttore tra queste diverse dimensioni e sfaccettature prese in considerazione è l'attitudine del diritto di superficie a presentarsi come figura aperta e malleabile, dalla controversa collocazione in sistemi concepiti come chiusi e autosufficienti: una figura idonea a riempirsi, secondo le concrete esigenze e gli spazi lasciati alla sua espansione da ciascun ordinamento, di contenuti complessi e diversificati. Si è cercato di mettere adeguatamente in evidenza il fatto che in Italia la superficie è una figura tendenzialmente unitaria o, quantomeno, riconducibile a pochi, ben identificati, poli concettuali, laddove in Francia, non codificata, il suo esistere a ridosso della prassi la frammenta in una serie di assetti ciascuno concepito per rispondere a specifici bisogni. Del diritto di superficie si sono pertanto di volta in volta selezionati gli elementi che meglio si prestano alla comparazione tra i sistemi considerati, facendone emergere i connotati di maggior interesse per uno o più dei filoni che si sono indicati. Nelle conclusioni, si riprende specificamente il possibile ruolo della superficie nell'ottica di una reinterpretazione, o persino di un'eventuale riforma legislativa, della disciplina italiana della proprietà e dei diritti reali alla luce delle istanze costituzionali di solidarietà sociale e di una funzione sociale della proprietà.

Il diritto di superficie nei sistemi delle regole di appartenenza: una comparazione italo - francese

Zolea Sirio
2019-01-01

Abstract

Oggetto dello studio sono i fenomeni di dissociazione giuridica dell'immobile, che perlopiù si manifestano nell'istituto del diritto di superficie, con riferimento ad alcuni ordinamenti giuridici: Francia e Italia, con alcuni spunti anche dal modello belga e dal mondo di common law. Tali fenomeni sono presi in considerazione dedicando la massima attenzione al diritto vivente e alla pratica degli operatori del diritto, analizzando e valutando le diverse interpretazioni teoriche sempre alla luce della prassi e dei bisogni sociali in cui la prassi trova fondamento. Si adotta un approccio comparativo-funzionalistico, volto anche alla ricerca costruttiva degli elementi che più fruttuosamente si prestano a esperienze d'ibridazione giuridica. E' possibile individuare alcuni filoni principali che caratterizzano il percorso argomentativo della tesi, non in una successione per blocchi, bensì intrecciandosi e richiamandosi reciprocamente nel corso dell'esposizione, in quanto intimamente legati: - La dimensione storica del diritto di superficie, in quanto chiave di comprensione delle somiglianze e delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici studiati; - La dimensione economico-sociale del diritto di superficie, come analisi delle istanze concrete dei soggetti coinvolti, a cui sul piano giuridico è necessario dare risposte; - La dimensione dogmatico-concettuale del diritto di superficie, evidenziandone la natura di elemento dinamico e problematico del sistema dominicale romanistico, con particolare riferimento al rapporto con la figura dell'enfiteusi e con la bipartizione (dalle frontiere mobili) dei diritti in reali e personali nei diversi ordinamenti presi in considerazione; - La dimensione del diritto di superficie come ponte e canale di comunicazione fra le tradizioni di civil law e di common law, in quanto elemento di messa in discussione della dogmatica chiusa propria dei modelli continentali di proprietà presi in considerazione, facendo emergere le loro strutture latenti precedenti l'epoca delle codificazioni; - La dimensione politico-sociale del diritto di superficie, in quanto strumento che può veicolare istanze solidaristiche in materia di proprietà, che oggi in Italia hanno assunto un rilievo anche costituzionale: la superficie può quindi assumere un ruolo pure in settori aventi rilievo pubblicistico, nonché farsi portatrice di un processo di costituzionalizzazione del diritto privato. Filo conduttore tra queste diverse dimensioni e sfaccettature prese in considerazione è l'attitudine del diritto di superficie a presentarsi come figura aperta e malleabile, dalla controversa collocazione in sistemi concepiti come chiusi e autosufficienti: una figura idonea a riempirsi, secondo le concrete esigenze e gli spazi lasciati alla sua espansione da ciascun ordinamento, di contenuti complessi e diversificati. Si è cercato di mettere adeguatamente in evidenza il fatto che in Italia la superficie è una figura tendenzialmente unitaria o, quantomeno, riconducibile a pochi, ben identificati, poli concettuali, laddove in Francia, non codificata, il suo esistere a ridosso della prassi la frammenta in una serie di assetti ciascuno concepito per rispondere a specifici bisogni. Del diritto di superficie si sono pertanto di volta in volta selezionati gli elementi che meglio si prestano alla comparazione tra i sistemi considerati, facendone emergere i connotati di maggior interesse per uno o più dei filoni che si sono indicati. Nelle conclusioni, si riprende specificamente il possibile ruolo della superficie nell'ottica di una reinterpretazione, o persino di un'eventuale riforma legislativa, della disciplina italiana della proprietà e dei diritti reali alla luce delle istanze costituzionali di solidarietà sociale e di una funzione sociale della proprietà.
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