Collocabile nel recente ambito di studi dedicato all’universo lessicale di Giacomo Leopardi, il presente lavoro propone un’interrogazione ad ampio spettro sulle modalità di utilizzo e sulle poliedriche declinazioni della voce «amore» nell’opera del poeta recanatese; i profili di indagine vanno dal fronte prettamente lessicale fino alla stratificata dimensione semantica (e concettuale), presupposto e principale obiettivo del progetto. Tale metodo di analisi si è rivelato molto utile nel sollecitare l’individuazione di importanti connessioni tra livelli della speculazione leopardiana dal valore precipuo, ma di non facile riconoscimento. Dopo un’introduzione generale che illustra le finalità e gli aspetti più stimolanti della ricerca, in apertura della tesi è collocata una ricapitolazione numerica delle occorrenze del lemma «amore»/«amor» e dei suoi corradicali riscontrati nella produzione leopardiana (rilevati grazie ad alcuni strumenti digitali, in particolare: Tutte le opere, a cura di L. Felici, Roma, Lexis, 1998). Di seguito a tale premessa, vi sono altre due sezioni preliminari con alcune considerazioni sulla dislocazione del vocabolo «amore» e delle sue interazioni lessicali all’interno dei Canti e nelle Operette morali due opere a cui la tesi riserva particolare attenzione. I quattro capitoli successivi, «Amore», «Amor proprio», «Amor patrio», «Vero amor» i cui titoli corrispondono alle principali configurazioni della categoria dell’amore in Leopardi sono invece contraddistinti da un approccio specificamente semasiologico. In ciascun capitolo, la voce «amore» viene analizzata relativamente alle oscillazioni di significazione che mostra nei vari luoghi testuali ove compare e notevole risulta la sua duttilità semantica. Quando Leopardi utilizza la parola «amore» senza dotarla di particolari specificazioni, si è notato che nella maggior parte dei casi (con alcune importanti eccezioni), il poeta la intende nel suo significato più consueto, quello di “sentimento dalla natura tenero-passionale”: per tale ragione il capitolo «Amore» conferisce grande rilievo all’analisi dei Canti e delle Memorie del primo amore (oltre alle Operette morali, allo Zibaldone e ai Pensieri). I successivi tre capitoli, «Amor proprio», «Amo patrio» e «Vero amor», si implicano l’un l’altro suggerendo percorsi di senso talora inattesi e focalizzano invece l’attenzione sullo Zibaldone, sulle Operette morali, sulle Dissertazioni filosofiche, sul Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani e sui Pensieri (tra questi capitoli, l’unico ad attribuire centralità ai Canti è il capitolo «Vero amor», il cui titolo si riferisce alla locuzione «vero amor» collocata al v. 132 de La ginestra).
«Di qualunque possibile amore» Per una lettura semantica dell’amore leopardiano
PARIS MARTA
Abstract
Collocabile nel recente ambito di studi dedicato all’universo lessicale di Giacomo Leopardi, il presente lavoro propone un’interrogazione ad ampio spettro sulle modalità di utilizzo e sulle poliedriche declinazioni della voce «amore» nell’opera del poeta recanatese; i profili di indagine vanno dal fronte prettamente lessicale fino alla stratificata dimensione semantica (e concettuale), presupposto e principale obiettivo del progetto. Tale metodo di analisi si è rivelato molto utile nel sollecitare l’individuazione di importanti connessioni tra livelli della speculazione leopardiana dal valore precipuo, ma di non facile riconoscimento. Dopo un’introduzione generale che illustra le finalità e gli aspetti più stimolanti della ricerca, in apertura della tesi è collocata una ricapitolazione numerica delle occorrenze del lemma «amore»/«amor» e dei suoi corradicali riscontrati nella produzione leopardiana (rilevati grazie ad alcuni strumenti digitali, in particolare: Tutte le opere, a cura di L. Felici, Roma, Lexis, 1998). Di seguito a tale premessa, vi sono altre due sezioni preliminari con alcune considerazioni sulla dislocazione del vocabolo «amore» e delle sue interazioni lessicali all’interno dei Canti e nelle Operette morali due opere a cui la tesi riserva particolare attenzione. I quattro capitoli successivi, «Amore», «Amor proprio», «Amor patrio», «Vero amor» i cui titoli corrispondono alle principali configurazioni della categoria dell’amore in Leopardi sono invece contraddistinti da un approccio specificamente semasiologico. In ciascun capitolo, la voce «amore» viene analizzata relativamente alle oscillazioni di significazione che mostra nei vari luoghi testuali ove compare e notevole risulta la sua duttilità semantica. Quando Leopardi utilizza la parola «amore» senza dotarla di particolari specificazioni, si è notato che nella maggior parte dei casi (con alcune importanti eccezioni), il poeta la intende nel suo significato più consueto, quello di “sentimento dalla natura tenero-passionale”: per tale ragione il capitolo «Amore» conferisce grande rilievo all’analisi dei Canti e delle Memorie del primo amore (oltre alle Operette morali, allo Zibaldone e ai Pensieri). I successivi tre capitoli, «Amor proprio», «Amo patrio» e «Vero amor», si implicano l’un l’altro suggerendo percorsi di senso talora inattesi e focalizzano invece l’attenzione sullo Zibaldone, sulle Operette morali, sulle Dissertazioni filosofiche, sul Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani e sui Pensieri (tra questi capitoli, l’unico ad attribuire centralità ai Canti è il capitolo «Vero amor», il cui titolo si riferisce alla locuzione «vero amor» collocata al v. 132 de La ginestra).File | Dimensione | Formato | |
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