L’Etna è per Pasolini la componente subcosciente dei film, un protagonista che parla per immagini dense di significati culturali, religiosi e mitologici. Il Vulcano è ideologicamente e affettivamente scelto come luogo iconico di manifestazioni soprannaturali e misteriche, archetipiche e dialettiche, come morte e fecondità, seduzione e inganno, neve e fuoco, paradiso e inferno, bianco e nero. I paesaggi scelti sono quelli più significativamente spogli e lunari, portatori di senso del terrore e della desolazione, che tuttavia mantengono intatta la loro bellezza attrattiva. Pasolini cerca nei paesaggi etnei, i miti, le storie di demoni angosciosi, l’origine dei venti che vorticano dentro le caverne del Tartaro, il mondo dei morti situato sotto l’Etna, per ambientarvi le vicende dei suoi personaggi in crisi dialettica con la modernità e la società capitalista. I film di Pasolini che si avvalgono della collaborazione paesaggistica dell’Etna sono quattro, Il Vangelo secondo Matteo (1964), Teorema (1968), Porcile (1969), I racconti di Canterbury (1972). la filmografia etnea di Pier Paolo Pasolini possiede un’evidente dimensione ecomuseale, prima di tutto perché fornisce una memoria storico-culturale fortemente caratterizzata dal senso del luogo; quindi perché consegna nella mani delle istituzioni la possibilità di elevare molto la qualità di una fruizione turistica maggiormente attenta alla conservazione culturale e naturalistica dei luoghi.
Pier Paolo Pasolini e l’Etna. La narrazione cinematografica del patrimonio paesaggistico
Corinto G. L.
2020-01-01
Abstract
L’Etna è per Pasolini la componente subcosciente dei film, un protagonista che parla per immagini dense di significati culturali, religiosi e mitologici. Il Vulcano è ideologicamente e affettivamente scelto come luogo iconico di manifestazioni soprannaturali e misteriche, archetipiche e dialettiche, come morte e fecondità, seduzione e inganno, neve e fuoco, paradiso e inferno, bianco e nero. I paesaggi scelti sono quelli più significativamente spogli e lunari, portatori di senso del terrore e della desolazione, che tuttavia mantengono intatta la loro bellezza attrattiva. Pasolini cerca nei paesaggi etnei, i miti, le storie di demoni angosciosi, l’origine dei venti che vorticano dentro le caverne del Tartaro, il mondo dei morti situato sotto l’Etna, per ambientarvi le vicende dei suoi personaggi in crisi dialettica con la modernità e la società capitalista. I film di Pasolini che si avvalgono della collaborazione paesaggistica dell’Etna sono quattro, Il Vangelo secondo Matteo (1964), Teorema (1968), Porcile (1969), I racconti di Canterbury (1972). la filmografia etnea di Pier Paolo Pasolini possiede un’evidente dimensione ecomuseale, prima di tutto perché fornisce una memoria storico-culturale fortemente caratterizzata dal senso del luogo; quindi perché consegna nella mani delle istituzioni la possibilità di elevare molto la qualità di una fruizione turistica maggiormente attenta alla conservazione culturale e naturalistica dei luoghi.File | Dimensione | Formato | |
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