Il successo globale (nel tempo e nello spazio) del libro ha fatto di Pinocchio un carattere discusso e analizzato da una serie infinita di punti di vista, con la partecipazione di letterati, storici, filosofi, psicologi, geografi, politici, esoteristi e... non bastano molte paia di scarpe per seguire tutte le strade che Pinocchio ha percorso nel mondo a partire da un quartiere periferico di Firenze. Il fatto è che, evidentemente, esisteva una tradizione ben radicata, che è molto più di una chiacchiera o di una leggenda e che vuole il burattino nato e cresciuto in un ben determinato contesto: a Castello, appunto, ora nel comune di Firenze ma all’epoca stazione di posta intermedia tra il capoluogo e Sesto Fiorentino. Si dice sempre che il Pinocchio sia il libro più letto al mondo, a parte i testi religiosi come la Bibbia o il Corano. Carlo Collodi è uno scrittore di successo, ma di lui non si dice che è anche un grande scrittore. Lo è per il suo scrivere come si parla, come si sente ancora parlare girando per certe parti tra Firenze e la piana che sta tra Sesto Fiorentino e Peretola. Collodi si è inventato un burattino che corre e sgambetta in luoghi immaginari che poi tanto inventati non sono. La sua lingua è situata geograficamente. Se senti risuonare dal vivo le parole con cui è scritto il Pinocchio capisci anche da che posto provengono, in che luogo ti trovi, che odori evocano, e chi sono le persone che ti stanno davanti. Non è solo dialetto, calata o gergo, ma geografia dei sentimenti. Se ne può fare perfino geopolitica e studio dell’identità dei popoli, ma bisogna studiare un pochino. Non basta l’abbecedario, dove si impara l’ABC delle cose, nozioni appena sufficienti per capire il senso delle cose, delle persone, dei luoghi da vivere. Pinocchio fece bene a disfarsene per mettersi a correre per il mondo. Dunque i luoghi, i personaggi, le situazioni del burattino più famoso del mondo: fantasia pura o esiste uno spunto realistico che ha guidato l’autore nel tratteggiare il suo capolavoro? Siamo, naturalmente, nel campo delle ipotesi e delle congetture come in qualsiasi indagine che voglia riferire ad un’opera fantastica precisi retroterra. Evidentemente, esisteva una tradizione ben radicata, più di una chiacchiera o di una leggenda, che vuole il burattino nato e cresciuto in un ben determinato contesto: a Castello, appunto, ora nel comune di Firenze ma all’epoca stazione di posta intermedia tra il capoluogo e Sesto Fiorentino. Che i personaggi del libro traggano origini da persone vive e reali è del tutto ininfluente sugli esiti di un capolavoro che si direbbe toccato dalla grazia: quasi un miracolo non solo all’interno dell’opera collodiana, ma della letteratura tutta.

Pinocchio Fiorentino. Mali antichi e antichi rimedi

Corinto G. L.;
2020-01-01

Abstract

Il successo globale (nel tempo e nello spazio) del libro ha fatto di Pinocchio un carattere discusso e analizzato da una serie infinita di punti di vista, con la partecipazione di letterati, storici, filosofi, psicologi, geografi, politici, esoteristi e... non bastano molte paia di scarpe per seguire tutte le strade che Pinocchio ha percorso nel mondo a partire da un quartiere periferico di Firenze. Il fatto è che, evidentemente, esisteva una tradizione ben radicata, che è molto più di una chiacchiera o di una leggenda e che vuole il burattino nato e cresciuto in un ben determinato contesto: a Castello, appunto, ora nel comune di Firenze ma all’epoca stazione di posta intermedia tra il capoluogo e Sesto Fiorentino. Si dice sempre che il Pinocchio sia il libro più letto al mondo, a parte i testi religiosi come la Bibbia o il Corano. Carlo Collodi è uno scrittore di successo, ma di lui non si dice che è anche un grande scrittore. Lo è per il suo scrivere come si parla, come si sente ancora parlare girando per certe parti tra Firenze e la piana che sta tra Sesto Fiorentino e Peretola. Collodi si è inventato un burattino che corre e sgambetta in luoghi immaginari che poi tanto inventati non sono. La sua lingua è situata geograficamente. Se senti risuonare dal vivo le parole con cui è scritto il Pinocchio capisci anche da che posto provengono, in che luogo ti trovi, che odori evocano, e chi sono le persone che ti stanno davanti. Non è solo dialetto, calata o gergo, ma geografia dei sentimenti. Se ne può fare perfino geopolitica e studio dell’identità dei popoli, ma bisogna studiare un pochino. Non basta l’abbecedario, dove si impara l’ABC delle cose, nozioni appena sufficienti per capire il senso delle cose, delle persone, dei luoghi da vivere. Pinocchio fece bene a disfarsene per mettersi a correre per il mondo. Dunque i luoghi, i personaggi, le situazioni del burattino più famoso del mondo: fantasia pura o esiste uno spunto realistico che ha guidato l’autore nel tratteggiare il suo capolavoro? Siamo, naturalmente, nel campo delle ipotesi e delle congetture come in qualsiasi indagine che voglia riferire ad un’opera fantastica precisi retroterra. Evidentemente, esisteva una tradizione ben radicata, più di una chiacchiera o di una leggenda, che vuole il burattino nato e cresciuto in un ben determinato contesto: a Castello, appunto, ora nel comune di Firenze ma all’epoca stazione di posta intermedia tra il capoluogo e Sesto Fiorentino. Che i personaggi del libro traggano origini da persone vive e reali è del tutto ininfluente sugli esiti di un capolavoro che si direbbe toccato dalla grazia: quasi un miracolo non solo all’interno dell’opera collodiana, ma della letteratura tutta.
2020
978-88-3384-085-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/276505
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