Lo studio qui presentato permette di suggerire la possibilità che le OHCs possano contribuire ad attivare e/o sostenere l’engagement del paziente, con la capacità di alimentare tutte e tre le dimensioni costitutive della sua stessa definizione, agevolandone dunque il processo nel suo complesso. Infatti, in merito a quella cognitiva, esse permettono di diffondere infor-mazioni sia di natura scientifica (riportando articoli scientifici o documen-ti delle società scientifiche) che di natura esperienziale dei pari. Sul lato emotivo, le OHC offrono un supporto e sostegno ai membri, essendo nella loro natura anzitutto comunità di pari che condividono una medesima condizione clinica (e proprio tale condivisione sia esistenziale che espe-rienziale agevola il sostegno emotivo). Dal punto di vista comportamenta-le, le OHC “insegnano” a usare i device terapeutici e a gestire le informa-zioni da dare al medico durante la visita, al fine di ottimizzare tale incon-tro che risulta temporalmente assai ridotto; esse, inoltre, hanno un ruolo di advocacy, spronando i membri a domandare ai propri medici terapie, device, esami e approfondimenti. Per quanto concerne il rapporto con medico e istituzione, le OHCs in-tervenute in questo studio si collocano nell’alveo della medicina allopati-ca, ufficiale, senza proporre vie alternative. Infatti, come visto, viene rico-nosciuto il ruolo fondamentale del diabetologo, cui i membri sono invitati a rivolgersi e a confrontarsi sempre. Tuttavia, pur in data cornice, sprona-no una figura di paziente non supino: il paziente non deve, in quest’ottica, subire il diabetologo, così che se questi non lo soddisfa, viene incentivato a cercarne un altro, con cui poter instaurare un rapporto di maggior fiducia (si ricorda Fleming et al., 2017). Siamo, in definitiva, in presenza di un modello di engagement attivato e sostenuto dai pari e non dal sistema sanitario, tramite i suoi operatori e professionisti. Un modello di engagement che potremmo così definire lai-co, critico e attivato dal basso, che potrebbe essere complementare a un modello istituzionale, oppure sostitutivo ad esso, soprattutto qualora do-vessero mancare processi attivati dalle istituzioni.
Le Online Health Communities per un processo di engagement laico e critico del paziente cronico
Alberto Ardissone
2020-01-01
Abstract
Lo studio qui presentato permette di suggerire la possibilità che le OHCs possano contribuire ad attivare e/o sostenere l’engagement del paziente, con la capacità di alimentare tutte e tre le dimensioni costitutive della sua stessa definizione, agevolandone dunque il processo nel suo complesso. Infatti, in merito a quella cognitiva, esse permettono di diffondere infor-mazioni sia di natura scientifica (riportando articoli scientifici o documen-ti delle società scientifiche) che di natura esperienziale dei pari. Sul lato emotivo, le OHC offrono un supporto e sostegno ai membri, essendo nella loro natura anzitutto comunità di pari che condividono una medesima condizione clinica (e proprio tale condivisione sia esistenziale che espe-rienziale agevola il sostegno emotivo). Dal punto di vista comportamenta-le, le OHC “insegnano” a usare i device terapeutici e a gestire le informa-zioni da dare al medico durante la visita, al fine di ottimizzare tale incon-tro che risulta temporalmente assai ridotto; esse, inoltre, hanno un ruolo di advocacy, spronando i membri a domandare ai propri medici terapie, device, esami e approfondimenti. Per quanto concerne il rapporto con medico e istituzione, le OHCs in-tervenute in questo studio si collocano nell’alveo della medicina allopati-ca, ufficiale, senza proporre vie alternative. Infatti, come visto, viene rico-nosciuto il ruolo fondamentale del diabetologo, cui i membri sono invitati a rivolgersi e a confrontarsi sempre. Tuttavia, pur in data cornice, sprona-no una figura di paziente non supino: il paziente non deve, in quest’ottica, subire il diabetologo, così che se questi non lo soddisfa, viene incentivato a cercarne un altro, con cui poter instaurare un rapporto di maggior fiducia (si ricorda Fleming et al., 2017). Siamo, in definitiva, in presenza di un modello di engagement attivato e sostenuto dai pari e non dal sistema sanitario, tramite i suoi operatori e professionisti. Un modello di engagement che potremmo così definire lai-co, critico e attivato dal basso, che potrebbe essere complementare a un modello istituzionale, oppure sostitutivo ad esso, soprattutto qualora do-vessero mancare processi attivati dalle istituzioni.File | Dimensione | Formato | |
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