Tolleranza della violenza domestica: una prospettiva comparativa relazionata al contesto religioso e culturale

I parametri utilizzati per la misurazione dello sviluppo, rappresentano strumenti essenziali per la lettura e la comprensione delle complessità e delle diversità socio-territoriali che lungi dall’affievolirsi, tendono ad inasprirsi delineando un panorama globale e regionale profondamente differenziato. Le ultime analisi tendono, altresì, ad evidenziare l’importanza della percezione da parte dei soggetti interessati delle problematiche oggetto d’indagine, attraverso il ricorso a sondaggi che mettono in luce il profilo soggettivo di approccio alle tematiche analizzate. In tema di violenza domestica, nell’ambito dei World Development Indicators della World Bank, figurano una serie di dati statistici, riconducibili a ricerche compiute da vari enti internazionali, che misurano la percentuale di donne che giustificano la violenza nei confronti della moglie. I valori sono ottenuti quantificando quante donne credono che il marito sia giustificato a colpire la propria moglie, giustificazione accordata per una motivazione specifica. Gli studi si sono concentrati sui Paesi meno progrediti non consentendo comparazioni con i Paesi avanzati. Nonostante ciò, la distribuzione temporale permette di valutare il miglioramento o meno nell’ambito dello stato di riferimento e la comprensione della variabilità per continente e per orientamento religioso. Attraverso l’analisi delle percentuali rilevate, il lavoro costituisce un tentativo di effettuare una, seppur parziale, mappatura comparativa della tolleranza di abusi fisici, e di individuare in che misura l’orientamento religioso e culturale influisca sulla ammissione o indulgenza nei confronti di un certo grado di violenza sulle donne.