Il volume accoglie una riflessione sul significato sociologico dell’integrazione e della vulnerabilità collocandola sullo sfondo di una ricognizione del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati e di un progetto-pilota per il loro affidamento a famiglie disponibili ad accompagnarli nel percorso di integrazione in un Comune di dimensioni medio-piccole del Centro Italia. Il progetto rappresenta un esempio di intersezione tra l’impianto normativo di un sistema di accoglienza e la progettazione sociale. Le autrici e l’autore ricostruiscono questo nesso alla luce delle pratiche con cui i servizi sociali hanno implementato l’istituto dell’affido familiare promosso dall’art. 7 della legge n. 47/2017. La pratica dell’affidamento familiare, infatti, ha dato modo di mostrare le potenzialità della ricerca sociale per l’analisi di una categorizzazione dei minori migranti favorita dalla graduazione del concetto di vulnerabilità che emerge dall’analisi della normativa e dalla loro “esperienza”, che viene scomposta in uno status del minore straniero non accompagnato che in parte è ascritto alla categoria e in parte acquisito e – quel che più conta – è produttivo di conseguenze giuridiche. In questa cornice si collocano anche le problematiche connesse alla discrezionalità degli operatori che fanno parte delle criticità legate al passaggio alla maggiore età e alla conseguente conclusione dell’affidamento e del percorso di interazione supervisionato dalla famiglia affidataria, oggetto di uno specifico approfondimento.
Dal progetto al metodo: raccontare le "famiglie a colori"
Chiara Francesconi
2020-01-01
Abstract
Il volume accoglie una riflessione sul significato sociologico dell’integrazione e della vulnerabilità collocandola sullo sfondo di una ricognizione del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati e di un progetto-pilota per il loro affidamento a famiglie disponibili ad accompagnarli nel percorso di integrazione in un Comune di dimensioni medio-piccole del Centro Italia. Il progetto rappresenta un esempio di intersezione tra l’impianto normativo di un sistema di accoglienza e la progettazione sociale. Le autrici e l’autore ricostruiscono questo nesso alla luce delle pratiche con cui i servizi sociali hanno implementato l’istituto dell’affido familiare promosso dall’art. 7 della legge n. 47/2017. La pratica dell’affidamento familiare, infatti, ha dato modo di mostrare le potenzialità della ricerca sociale per l’analisi di una categorizzazione dei minori migranti favorita dalla graduazione del concetto di vulnerabilità che emerge dall’analisi della normativa e dalla loro “esperienza”, che viene scomposta in uno status del minore straniero non accompagnato che in parte è ascritto alla categoria e in parte acquisito e – quel che più conta – è produttivo di conseguenze giuridiche. In questa cornice si collocano anche le problematiche connesse alla discrezionalità degli operatori che fanno parte delle criticità legate al passaggio alla maggiore età e alla conseguente conclusione dell’affidamento e del percorso di interazione supervisionato dalla famiglia affidataria, oggetto di uno specifico approfondimento.File | Dimensione | Formato | |
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