L’evento del nostro nascere ci colloca in un orizzonte di sguardi, fin dal primo passaggio dallo spazio ospitale del grembo a quello articolato e com- plesso del mondo ci troviamo immersi e circondati dagli sguardi altrui. Nel guardare e nel lasciarci guardare dagli altri impariamo a leggere tra le pieghe dei volti e, cercando di andare al di là delle smorfie delle espressioni tristi o di quelle liete, proviamo a trovare un nostro angolo visuale a partire dal quale vedere le cose e noi stessi.Come è stato osservato, noi umani siamo tra gli esseri viventi i più imitativi, perché sappiamo sintonizzarci e riprodurre le modalità espressive di chi abbiamo di fronte, replicando sorrisi o smorfie di tristezza, in modo quasi automatico. Del resto non possiamo non renderci conto di come, sottese all’esperienza dello sguardo, possono essere individuate due diverse modalità, due modi di valorizzarne l’esperienza: una attiva, che definisce la nostra capacità di guardare e intenzionare il mondo circostante; l’altra passiva, con la quale viene espressa l’esperienza del divenire oggetti dello sguardo di altri.
Tra sguardi. Oltre la nudità del volto dell'altro
DONATELLA PAGLIACCI
2020-01-01
Abstract
L’evento del nostro nascere ci colloca in un orizzonte di sguardi, fin dal primo passaggio dallo spazio ospitale del grembo a quello articolato e com- plesso del mondo ci troviamo immersi e circondati dagli sguardi altrui. Nel guardare e nel lasciarci guardare dagli altri impariamo a leggere tra le pieghe dei volti e, cercando di andare al di là delle smorfie delle espressioni tristi o di quelle liete, proviamo a trovare un nostro angolo visuale a partire dal quale vedere le cose e noi stessi.Come è stato osservato, noi umani siamo tra gli esseri viventi i più imitativi, perché sappiamo sintonizzarci e riprodurre le modalità espressive di chi abbiamo di fronte, replicando sorrisi o smorfie di tristezza, in modo quasi automatico. Del resto non possiamo non renderci conto di come, sottese all’esperienza dello sguardo, possono essere individuate due diverse modalità, due modi di valorizzarne l’esperienza: una attiva, che definisce la nostra capacità di guardare e intenzionare il mondo circostante; l’altra passiva, con la quale viene espressa l’esperienza del divenire oggetti dello sguardo di altri.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Le_sfide_dello_spitalità.pdf
solo utenti autorizzati
Descrizione: Frontespizio + Indice + Saggio
Tipologia:
Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza:
DRM non definito
Dimensione
241.05 kB
Formato
Adobe PDF
|
241.05 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.