Il saggio esplora i concetti di spirito e deserto attraverso le evoluzioni e gli effetti della loro secolarizzazione nel cosiddetto “processo di americanizzazione”. Già progressivamente in atto a partire dalla "errand into the wilderness" dei puritani, lì condotti dallo stesso spirito che aveva portato il Messia nel deserto (mentre con loro “portavano lo spirito del capitalismo nel nuovo Mondo”) fino alla missione nazionale guidata dallo spirito del ’76 (lo spirito della Rivoluzione americana), questo processo di americanizzazione culminerà a metà Ottocento, ossia più o meno a metà del corso avviato dopo il primo giubileo della nuova nazione (1776-1826), quando gli europei, lì giunti e insediatisi prima per profezia e promessa, poi per compimento di quella promessa emancipatisi con l’Indipendenza, affermeranno il destino a loro riservato (un destino sinistramente “manifesto”) di moltiplicarsi e popolare l’intero continente. Un punto di arrivo di questo processo di secolarizzazione e di conquista è rappresentato da Andrew Jackson e dalla sua America jacksoniana che George Bancroft, quale cantore epico della storia degli Stati Uniti, inneggerà e santificherà proprio nel mezzo e a fianco – paradossalmente, per la rapacità e materialità imperanti all'epoca – di una riviviscenza (un’altra, tra le tante) dello spirito: uno spirito riacceso, nella più accreditata tradizione del dissenso radicale, ai limiti sia dell'antinomismo delle origini sia della miscredenza dei tempi moderni, da “quella straordinaria esplosione di romanticismo su suolo puritano” causata dai cosiddetti “spiritualisti” della Nuova Inghilterra: i Trascendentalisti quali eredi dell’antica Colonia della Baia del Massachusetts.

Il discepolo della wilderness e il cantore epico: Andrew Jackson, George Bancroft e lo spirito americano

Nori, Giuseppe
2020-01-01

Abstract

Il saggio esplora i concetti di spirito e deserto attraverso le evoluzioni e gli effetti della loro secolarizzazione nel cosiddetto “processo di americanizzazione”. Già progressivamente in atto a partire dalla "errand into the wilderness" dei puritani, lì condotti dallo stesso spirito che aveva portato il Messia nel deserto (mentre con loro “portavano lo spirito del capitalismo nel nuovo Mondo”) fino alla missione nazionale guidata dallo spirito del ’76 (lo spirito della Rivoluzione americana), questo processo di americanizzazione culminerà a metà Ottocento, ossia più o meno a metà del corso avviato dopo il primo giubileo della nuova nazione (1776-1826), quando gli europei, lì giunti e insediatisi prima per profezia e promessa, poi per compimento di quella promessa emancipatisi con l’Indipendenza, affermeranno il destino a loro riservato (un destino sinistramente “manifesto”) di moltiplicarsi e popolare l’intero continente. Un punto di arrivo di questo processo di secolarizzazione e di conquista è rappresentato da Andrew Jackson e dalla sua America jacksoniana che George Bancroft, quale cantore epico della storia degli Stati Uniti, inneggerà e santificherà proprio nel mezzo e a fianco – paradossalmente, per la rapacità e materialità imperanti all'epoca – di una riviviscenza (un’altra, tra le tante) dello spirito: uno spirito riacceso, nella più accreditata tradizione del dissenso radicale, ai limiti sia dell'antinomismo delle origini sia della miscredenza dei tempi moderni, da “quella straordinaria esplosione di romanticismo su suolo puritano” causata dai cosiddetti “spiritualisti” della Nuova Inghilterra: i Trascendentalisti quali eredi dell’antica Colonia della Baia del Massachusetts.
2020
9788866803171
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