La tesi vuole fornire uno sguardo multiprospettico al Moniage Guillaume lungo, canzone di gesta composta presumibilmente entro il XII secolo e trasmessa da sette codici (A1 = Paris, BnF, français 774; A3 = Paris, BnF, français 368; A4 = Milano, Bibl. Trivulziana 1025; B1 = London, British Library, Royal 20 D XI; B2 = Paris, BnF, français 24370; C = Boulogne-sur-Mer, Bibl. Municipale 192; E = Bern, Burgerbibliothek, 296). Il mio lavoro è composto da tre sezioni: studio filologico; edizione critica, appendice e glossario; studio dei modelli narrativi e dei ‘modelli cultura’ rifratti nelle due branches principali del poema (Moniage ‘proprement dit’ e branche d’Ysoré). La prima sezione è articolata in tre capitoli: Nel primo sono discussi i problemi connessi al rapporto fra Moniage lungo e Moniage breve; la discussione muove dalla critica dell’uso della denominazione ‘redazione’ per le due opere, approfondendo poi la portata teorica di una questione che sembrerebbe solo nominalistica. Segue perciò una descrizione dei manoscritti relatori del MGl e la presentazione della recensio, a cui consegue la proposta di uno stemma codicum diverso rispetto a quello proposto da Wilhelm Cloetta negi studi che accompagnano la prima edizione moderna dell’opera. Uno studio della versificazione del poema chiude il capitolo. Il secondo capitolo introduce l’edizione critica. Si prende avvio dalla discussione delle due precedenti edizioni (Cloetta 1906-1911 e Andrieux-Reix 2004), entrambe a mio avviso metodologicamente superate, per concentrarsi sui principi dell’edizione che propongo: dopo qualche annotazione di carattere epistemologico e metodologico, conseguentemente alle quali si propone la ricostruzione del ‘subarchetipo-adattamento’ A, sono esposti i principi di trascrizione, e la presentazione dell’apparato critico. L’apparato vorrebbe essere un elemento fortemente innovativo: estremamente complesso ma di agevole lettura, è organizzato su tre fasce. Nella prima di esse sono sottolineati gli interventi correttori operati su A4 (manuscrit de référence), evidenziati a testo con il corsivo; la seconda è ripartita in un campo sinistro e uno destro: il primo riporta la varia lectio di tutto il testimoniale, il secondo riporta le macrovarianti (versi presenti negli altri subarchetipi e che A non possiede, omissioni degli altri subarchetipi, inversioni, ecc.); i due campi sono in dialogo al punto da volersi corrispondere anche visivamente: a una minore compattezza della tradizione, che porterà all’infittirsi del campo destro, conseguirà una maggiore fluidità del campo sinsitro; dove invece la macrovarianza sarà limitata, il campo sinistro si costituirà in maniera più coesa. Al campo destro è inoltre collegato un sistema di richiami a testo, così da orientare il lettore già dal primo colpo d’occhio e favorire una sorta di ‘triangolazione’ fra testo, campo destro e campo sinistro. Chiude il capitolo l’esposizione della ratio degli interventi ricostruttivi. Il terzo capitolo consiste in uno studio del ms. Trivulziano 1025(A4) ed è composto da un paragrafo codicologico/paleografico (descrizione, analisi della scrittura, storia antica del codice), uno storico-artistico (sulle illustrazioni del manoscritto) e uno linguistico, in cui si analizzano alcune caratteristiche linguistiche del relatore A4, in un ovvio confronto con il resto della tradizione e in ottica diasistemica. La seconda sezione della tesi consta dell’edizione critica (6887 versi), accompagnata da un’appendice e da un breve glossario. La terza sezione consiste nello studio dei modelli narrativi della prima e dell’ultima branche del poema (le due sole sicuramente ‘originarie’), svolto partendo da premesse morfologiche: si è certificata l’aderenza dei récits al meta-intreccio enucleato da Propp nella Morfologia della fiaba, usandone lo schema per orientare l’analisi. Ogni qual volta si è pensato di incontrare una funzione, ne ho sostanziato l’analisi facendone emergere referenti antropologici e intrecci con le dimensioni storiche e storico-letterarie (nelle loro ‘forme storicamente determinate’, perciò), avendo come riferimento ideale il Propp de Le radici storiche dei racconti di fate. Chiude il capitolo uno studio dell’intreccio tra modelli carnevaleschi e modelli rituali rifratti nella prima branche del MGl e delle ‘spie’ familiarizzanti fra la prima e l’ultima branche; in particolare l’attenzione sarà orientata sul ruolo ambivalente della rappresentazione del cibo: elemento familiarizzante e al contempo relais oggettuale del conflitto ideologico. In quest’ottica saranno privilegiati alcuni episodi: la bagarre conventuale che chiude la prima branche fornirà il primo orientamento della ricerca, che sarà poi estesa all’incontro di Guillaume con i briganti e alle prime esperienze dell’eroe in convento (lasse VII-XVII), che evidenziano alcune dialettiche di classe caratteristiche del Medioevo centrale (rapporto fra grande aristocrazia, monaci e sergents non casati) la cui rappresentazione si lega strettamente a quella del cibo. In ultimo si analizzerà in questi termini l’episodio di Bernart del Fossé, nell’ultima branche del MGl. Lo studio si chiude con alcune osservazioni di carattere teorico sulle dialettiche che intercorrono fra i livelli di cultura che si intrecciano nel poema; si proporrà inoltre uno schema che dia conto dell’agglutinazione del materiale narrativo che costituisce il poema. Riassumendo, la tesi è articolata in tre sezioni: 1) studio filologico; 2) edizione critica; 3) commento. I risultati, per ogni sezione, possono essere così riassunti: 1) sono stati evidenziati nuovi ordini di rapporti fra Moniage Guillaume lungo e Moniage Guillaume breve; è stato proposto un nuovo stemma codicum della canzone; sono stati studiati più a fondo alcuni aspetti di teoria delle ‘redazioni’ relativamente alla canzone di gesta; sono state evidenziate le incongruenze metodologiche delle precedenti edizioni critiche; è stata proposta una nuova edizione, fondata su nuove basi epistemologiche; è stato approntato un apparato critico innovativo; è stato, finalmente, descritto a fondo il ms. Trivulziano 1025 (dal punto di vista codicologico, paleografico, della sua storia antica, linguistico); 2) È stata approntata l’edizione critica del MGl, sulla base di quanto è stato esposto nel primo capitolo; è stata approntata un’appendice; è stato preparato un piccolo glossario; 3) Il commento ha confermato isomorfismi tra il MGl e il meta-intreccio fiabesco (già notati impressionisticamente da altri interpreti); si sono scavati a fondo i referenti antropologici dei macrosegni narrativi che si sono incontrati, cercando sempre di illuminarne gli incroci con il ‘tempo breve’ della produzione del testo; si sono messe in luce alcune dinamiche culturali (dialettica dei livelli di cultura) che strutturano il récit; per ciò si sono studiati i modi della ‘relativizzazione’ e del ‘carnevalesco’ in alcuni brani scelti; si è proposto uno schema che vorrebbe dar conto dei modi di agglutinamento del materiale narrativo che costituisce il poema.

Il Moniage Guillaume lungo. Edizione Critica. Modelli narrativi, modelli di cultura Le Moniage Guillaume long. Édition critique. Modèles narratifs, modèles de culture

GIULIO, MARTIRE
2020-01-01

Abstract

La tesi vuole fornire uno sguardo multiprospettico al Moniage Guillaume lungo, canzone di gesta composta presumibilmente entro il XII secolo e trasmessa da sette codici (A1 = Paris, BnF, français 774; A3 = Paris, BnF, français 368; A4 = Milano, Bibl. Trivulziana 1025; B1 = London, British Library, Royal 20 D XI; B2 = Paris, BnF, français 24370; C = Boulogne-sur-Mer, Bibl. Municipale 192; E = Bern, Burgerbibliothek, 296). Il mio lavoro è composto da tre sezioni: studio filologico; edizione critica, appendice e glossario; studio dei modelli narrativi e dei ‘modelli cultura’ rifratti nelle due branches principali del poema (Moniage ‘proprement dit’ e branche d’Ysoré). La prima sezione è articolata in tre capitoli: Nel primo sono discussi i problemi connessi al rapporto fra Moniage lungo e Moniage breve; la discussione muove dalla critica dell’uso della denominazione ‘redazione’ per le due opere, approfondendo poi la portata teorica di una questione che sembrerebbe solo nominalistica. Segue perciò una descrizione dei manoscritti relatori del MGl e la presentazione della recensio, a cui consegue la proposta di uno stemma codicum diverso rispetto a quello proposto da Wilhelm Cloetta negi studi che accompagnano la prima edizione moderna dell’opera. Uno studio della versificazione del poema chiude il capitolo. Il secondo capitolo introduce l’edizione critica. Si prende avvio dalla discussione delle due precedenti edizioni (Cloetta 1906-1911 e Andrieux-Reix 2004), entrambe a mio avviso metodologicamente superate, per concentrarsi sui principi dell’edizione che propongo: dopo qualche annotazione di carattere epistemologico e metodologico, conseguentemente alle quali si propone la ricostruzione del ‘subarchetipo-adattamento’ A, sono esposti i principi di trascrizione, e la presentazione dell’apparato critico. L’apparato vorrebbe essere un elemento fortemente innovativo: estremamente complesso ma di agevole lettura, è organizzato su tre fasce. Nella prima di esse sono sottolineati gli interventi correttori operati su A4 (manuscrit de référence), evidenziati a testo con il corsivo; la seconda è ripartita in un campo sinistro e uno destro: il primo riporta la varia lectio di tutto il testimoniale, il secondo riporta le macrovarianti (versi presenti negli altri subarchetipi e che A non possiede, omissioni degli altri subarchetipi, inversioni, ecc.); i due campi sono in dialogo al punto da volersi corrispondere anche visivamente: a una minore compattezza della tradizione, che porterà all’infittirsi del campo destro, conseguirà una maggiore fluidità del campo sinsitro; dove invece la macrovarianza sarà limitata, il campo sinistro si costituirà in maniera più coesa. Al campo destro è inoltre collegato un sistema di richiami a testo, così da orientare il lettore già dal primo colpo d’occhio e favorire una sorta di ‘triangolazione’ fra testo, campo destro e campo sinistro. Chiude il capitolo l’esposizione della ratio degli interventi ricostruttivi. Il terzo capitolo consiste in uno studio del ms. Trivulziano 1025(A4) ed è composto da un paragrafo codicologico/paleografico (descrizione, analisi della scrittura, storia antica del codice), uno storico-artistico (sulle illustrazioni del manoscritto) e uno linguistico, in cui si analizzano alcune caratteristiche linguistiche del relatore A4, in un ovvio confronto con il resto della tradizione e in ottica diasistemica. La seconda sezione della tesi consta dell’edizione critica (6887 versi), accompagnata da un’appendice e da un breve glossario. La terza sezione consiste nello studio dei modelli narrativi della prima e dell’ultima branche del poema (le due sole sicuramente ‘originarie’), svolto partendo da premesse morfologiche: si è certificata l’aderenza dei récits al meta-intreccio enucleato da Propp nella Morfologia della fiaba, usandone lo schema per orientare l’analisi. Ogni qual volta si è pensato di incontrare una funzione, ne ho sostanziato l’analisi facendone emergere referenti antropologici e intrecci con le dimensioni storiche e storico-letterarie (nelle loro ‘forme storicamente determinate’, perciò), avendo come riferimento ideale il Propp de Le radici storiche dei racconti di fate. Chiude il capitolo uno studio dell’intreccio tra modelli carnevaleschi e modelli rituali rifratti nella prima branche del MGl e delle ‘spie’ familiarizzanti fra la prima e l’ultima branche; in particolare l’attenzione sarà orientata sul ruolo ambivalente della rappresentazione del cibo: elemento familiarizzante e al contempo relais oggettuale del conflitto ideologico. In quest’ottica saranno privilegiati alcuni episodi: la bagarre conventuale che chiude la prima branche fornirà il primo orientamento della ricerca, che sarà poi estesa all’incontro di Guillaume con i briganti e alle prime esperienze dell’eroe in convento (lasse VII-XVII), che evidenziano alcune dialettiche di classe caratteristiche del Medioevo centrale (rapporto fra grande aristocrazia, monaci e sergents non casati) la cui rappresentazione si lega strettamente a quella del cibo. In ultimo si analizzerà in questi termini l’episodio di Bernart del Fossé, nell’ultima branche del MGl. Lo studio si chiude con alcune osservazioni di carattere teorico sulle dialettiche che intercorrono fra i livelli di cultura che si intrecciano nel poema; si proporrà inoltre uno schema che dia conto dell’agglutinazione del materiale narrativo che costituisce il poema. Riassumendo, la tesi è articolata in tre sezioni: 1) studio filologico; 2) edizione critica; 3) commento. I risultati, per ogni sezione, possono essere così riassunti: 1) sono stati evidenziati nuovi ordini di rapporti fra Moniage Guillaume lungo e Moniage Guillaume breve; è stato proposto un nuovo stemma codicum della canzone; sono stati studiati più a fondo alcuni aspetti di teoria delle ‘redazioni’ relativamente alla canzone di gesta; sono state evidenziate le incongruenze metodologiche delle precedenti edizioni critiche; è stata proposta una nuova edizione, fondata su nuove basi epistemologiche; è stato approntato un apparato critico innovativo; è stato, finalmente, descritto a fondo il ms. Trivulziano 1025 (dal punto di vista codicologico, paleografico, della sua storia antica, linguistico); 2) È stata approntata l’edizione critica del MGl, sulla base di quanto è stato esposto nel primo capitolo; è stata approntata un’appendice; è stato preparato un piccolo glossario; 3) Il commento ha confermato isomorfismi tra il MGl e il meta-intreccio fiabesco (già notati impressionisticamente da altri interpreti); si sono scavati a fondo i referenti antropologici dei macrosegni narrativi che si sono incontrati, cercando sempre di illuminarne gli incroci con il ‘tempo breve’ della produzione del testo; si sono messe in luce alcune dinamiche culturali (dialettica dei livelli di cultura) che strutturano il récit; per ciò si sono studiati i modi della ‘relativizzazione’ e del ‘carnevalesco’ in alcuni brani scelti; si è proposto uno schema che vorrebbe dar conto dei modi di agglutinamento del materiale narrativo che costituisce il poema.
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/264807
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