La tesi si preoccupa di indagare la genesi e la struttura dell’opus Hieronymianum di Mariano Vittori pubblicato, tra il 1565 e il 1572, per i tipi della stamperia romana di Paolo Manuzio. Vescovo di Amelia e poi di Rieti, Mariano fu esponente non secondario del cattolicesimo tridentino e della Controriforma romana. La sua edizione fu voluta dagli alti ambienti curiali per soppiantare l’opus Hieronymianum pubblicato da Erasmo da Rotterdam cinquant’anni prima, e per sostituire quindi al Gerolamo ‘di Erasmo’ uno speculare Gerolamo ‘cattolico’: una vera e propria contro-edizione, le cui fondamenta affondano, però, proprio nel lavoro del suo più illustre predecessore. L’edizione geronimiana del 1516 aveva guadagnato ad Erasmo numerosi attestati di stima ma anche aspre critiche. Nel contesto della rottura tra Cattolici e Protestanti, molte affermazioni erasmiane disseminate nelle sue opere furono giudicate scandalosamente vicine alle istanze dei riformatori: dopo varie condanne locali, l’Umanista rientrò anche tra gli autori banditi dall’Index librorum prohibitorum di Paolo IV del 1559: l’edizione di Gerolamo di Erasmo avrebbe seguito il destino del suo curatore. In parallelo alle condanne delle Inquisizioni, tuttavia, in campo cattolico si acquisiva consapevolezza della necessità di creare altri prodotti editoriali che prendessero il posto delle numerose opere giudicate eretiche e proibite. In questo contesto, i più elevati membri della Curia assegnarono a Mariano Vittori il compito di editare una nuova edizione delle opere di Gerolamo per sostituire quella erasmiana. Membro di numerose commissioni curiali, Vittori dedicò la sua edizione di Gerolamo a tre papi diversi, esponendo nelle dediche a loro rivolte, il proposito anti-erasmiano del suo impegno. In una densa atmosfera inquisitoriale, Erasmo diventa ‘nemicus pestilentissimus’: la Chiesa lo ha legittimamente bandito dal ‘Catholicorum albo’, così come legittimamente ha commissionato una nuova edizione di Gerolamo che riportasse alla luce il vero Gerolamo. Vittori, come la critica conferma, avrebbe ’confessionalizzato’ Gerolamo, ponendolo sotto una luce indiscutibilmente ortodossa. A causa dell’approccio programmaticamente anti-erasmiano dell’edizione di Vittori, questa tesi prende avvio studiando il Gerolamo di Erasmo, la struttura della sua edizione, le polemiche che seguirono la sua pubblicazione, le condanne e le espurgazioni proposte dall’Indice di Lovanio nel 1571. Un secondo capitolo si concentra sulla parabola dell’officina typographica di Paulo Manuzio di Roma e sui principali esponenti della Controriforma impegnati nei tentativi editoriali di questa Curia, tra i quali bisogna collocare, appunto, Mariano Vittori. La pars prima si conclude con un terzo capitolo con la ricostruzione della biografia di Mariano Victorius, la sua carriera e alcune influenze che avrebbero potuto avere un ruolo nelle sue opere – soprattutto il cardinale Sirleto. La Pars secunda è focalizzata sulla storia filologica dell'epistolae di Girolamo, includendo nel capitolo IV i primi tentativi di creare alcune collezioni manoscritte, la stagione incunabolare e l'esperienza 'rivoluzionaria' di Erasmus: l’opus Hieronymianum di Basilea, del 1516. Questo percorso condurrà, finalmente, all'edizione di Vittori, analizzata separatamente nel quinto capitolo. L’Appendice I apre il secondo volume e presenta la trascrizione della vita Hieronymi di Vittori secondo la prima edizione del 1516, collazionata con la seconda edizione romana del 1576 e con le due edizioni transalpine pubblicate nel 1579 da Nivelle a Parigi e Plantin ad Anversa. La trascrizione della biografia di Gerolamo di Vittori è seguita da un commento che favorisce, come prospettiva di analisi, un confronto con la vita Hieronymi di Erasmus per mostrare come il Vescovo di Rieti sia in grado di produrre un ritratto finale del Santo, diverso da quello erasmiano, partendo dallo stesso fonti come Erasmus: gli scritti di Gerolamo. L’Appendice II presenta, infine, gli annali della pubblicazione dell'edizione di Vittori, dai primi tre volumi di Epistolae, pubblicato nel 1565, agli opera omnia Hieronymi del 1575-1576.

Un’edizione per la Controriforma. L’opus Hieronymianum di Mariano Vittori (1565-1572)

Sola, Francesca
2020-01-01

Abstract

La tesi si preoccupa di indagare la genesi e la struttura dell’opus Hieronymianum di Mariano Vittori pubblicato, tra il 1565 e il 1572, per i tipi della stamperia romana di Paolo Manuzio. Vescovo di Amelia e poi di Rieti, Mariano fu esponente non secondario del cattolicesimo tridentino e della Controriforma romana. La sua edizione fu voluta dagli alti ambienti curiali per soppiantare l’opus Hieronymianum pubblicato da Erasmo da Rotterdam cinquant’anni prima, e per sostituire quindi al Gerolamo ‘di Erasmo’ uno speculare Gerolamo ‘cattolico’: una vera e propria contro-edizione, le cui fondamenta affondano, però, proprio nel lavoro del suo più illustre predecessore. L’edizione geronimiana del 1516 aveva guadagnato ad Erasmo numerosi attestati di stima ma anche aspre critiche. Nel contesto della rottura tra Cattolici e Protestanti, molte affermazioni erasmiane disseminate nelle sue opere furono giudicate scandalosamente vicine alle istanze dei riformatori: dopo varie condanne locali, l’Umanista rientrò anche tra gli autori banditi dall’Index librorum prohibitorum di Paolo IV del 1559: l’edizione di Gerolamo di Erasmo avrebbe seguito il destino del suo curatore. In parallelo alle condanne delle Inquisizioni, tuttavia, in campo cattolico si acquisiva consapevolezza della necessità di creare altri prodotti editoriali che prendessero il posto delle numerose opere giudicate eretiche e proibite. In questo contesto, i più elevati membri della Curia assegnarono a Mariano Vittori il compito di editare una nuova edizione delle opere di Gerolamo per sostituire quella erasmiana. Membro di numerose commissioni curiali, Vittori dedicò la sua edizione di Gerolamo a tre papi diversi, esponendo nelle dediche a loro rivolte, il proposito anti-erasmiano del suo impegno. In una densa atmosfera inquisitoriale, Erasmo diventa ‘nemicus pestilentissimus’: la Chiesa lo ha legittimamente bandito dal ‘Catholicorum albo’, così come legittimamente ha commissionato una nuova edizione di Gerolamo che riportasse alla luce il vero Gerolamo. Vittori, come la critica conferma, avrebbe ’confessionalizzato’ Gerolamo, ponendolo sotto una luce indiscutibilmente ortodossa. A causa dell’approccio programmaticamente anti-erasmiano dell’edizione di Vittori, questa tesi prende avvio studiando il Gerolamo di Erasmo, la struttura della sua edizione, le polemiche che seguirono la sua pubblicazione, le condanne e le espurgazioni proposte dall’Indice di Lovanio nel 1571. Un secondo capitolo si concentra sulla parabola dell’officina typographica di Paulo Manuzio di Roma e sui principali esponenti della Controriforma impegnati nei tentativi editoriali di questa Curia, tra i quali bisogna collocare, appunto, Mariano Vittori. La pars prima si conclude con un terzo capitolo con la ricostruzione della biografia di Mariano Victorius, la sua carriera e alcune influenze che avrebbero potuto avere un ruolo nelle sue opere – soprattutto il cardinale Sirleto. La Pars secunda è focalizzata sulla storia filologica dell'epistolae di Girolamo, includendo nel capitolo IV i primi tentativi di creare alcune collezioni manoscritte, la stagione incunabolare e l'esperienza 'rivoluzionaria' di Erasmus: l’opus Hieronymianum di Basilea, del 1516. Questo percorso condurrà, finalmente, all'edizione di Vittori, analizzata separatamente nel quinto capitolo. L’Appendice I apre il secondo volume e presenta la trascrizione della vita Hieronymi di Vittori secondo la prima edizione del 1516, collazionata con la seconda edizione romana del 1576 e con le due edizioni transalpine pubblicate nel 1579 da Nivelle a Parigi e Plantin ad Anversa. La trascrizione della biografia di Gerolamo di Vittori è seguita da un commento che favorisce, come prospettiva di analisi, un confronto con la vita Hieronymi di Erasmus per mostrare come il Vescovo di Rieti sia in grado di produrre un ritratto finale del Santo, diverso da quello erasmiano, partendo dallo stesso fonti come Erasmus: gli scritti di Gerolamo. L’Appendice II presenta, infine, gli annali della pubblicazione dell'edizione di Vittori, dai primi tre volumi di Epistolae, pubblicato nel 1565, agli opera omnia Hieronymi del 1575-1576.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/263533
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