La relazione medico-paziente è un aspetto fondamentale nello studio della sociologia della salute, sin dalla tematizzazione elaborata da Parsons negli anni Cinquanta, incentrata sul paradigma del sick-role, a sua volta predicato sui requisiti della debolezza e bisogno di aiuto, sulla incompetenza tecnica ed, infine, sull’implicanza emotiva, che nel loro insieme ne costituivano, nella lettura del Nostro, la condizione del paziente (Parsons, 1996). Inutile dire che la letteratura recente ne ha mostrato l’inadeguatezza esplicativa dinnanzi sia ad un mutato contesto sociale, che ad un diverso quadro epidemiologico, in cui le patologie cronico-degenerative la fanno da padrone, facendo sì che «titoli di studio più alti, moltiplicazione di fonti informative e (…) forzata “convivenza” pluriennale con la patologia rendono i pazienti maggiormente consapevoli delle loro condizioni» (cfr. Maturo, 2013). Con il presupposto che «l’avvento dei nuovi strumenti legati al web 2.0 amplia la possibilità di scambio, trasmissione e condivisione anche delle informazioni sanitarie e ridisegna il rapporto e la relazione medico-paziente» (Golino, 2014: 72) ed onde meglio comprenderne alcune delle caratteristiche di tale evoluzione nel contesto della società digitale, partendo dai risultati della ricerca presentata in questo testo, si divide il capitolo in tre parti. Nella prima si esaminano i vantaggi e gli svantaggi dell’uso di internet nei pazienti; nella seconda le modalità con cui specialisti e assistiti restano tra loro in contatto; infine, nella terza si esporrà se e come gli endocrinologi suggeriscano ai propri assistiti le esistenti associazioni ad hoc. In conclusione, anzitutto, è veramente peculiare notare come la maggior socializzazione digitale, presunta nelle generazioni più giovani, sia inversamente proporzionale al riconoscimento di utilità e all’utilizzo delle possibilità (hardware e software) che le nuove tecnologie ammettono. Secondariamente, si vuole sottolineare l’esito ambivalente relativo all’utilizzo dei diversi media nella relazione medico-paziente. Da un lato, infatti, si è mostrata l’esistenza di modalità comunicative relazionali che prescindono dalla struttura di afferenza, ma che al contrario ineriscono la natura stessa del medium: in questo senso, twitter è evidentemente un ca-nale inadeguato, come facebook (in misura lievemente inferiore rispetto al primo). Del resto, anche un’altra ricerca aveva dimostrato la consapevo-lezza degli utenti rispetto alla natura del medium utilizzato; gli autori, in questo caso, avevano confermato che la tripartizione Disease/Illness/Sickness elaborata nel ’68 da Twaddle (vedi in Maturo, 2007), venisse adoperata «in modo assolutamente congruo da chi ha deciso di veicolare su Twitter lo scambio di informazioni in senso generale sul con-cetto di salute» (cfr. Corposanto e Corposanto, 2015: 133). Dall’altro lato, si è potuto chiaramente inferire che il luogo di lavoro opera da filtro o da agevolatore nell’utilizzo di determinati canali; nel nostro caso, l’ospedale funge da mediatore del rapporto fiduciario diretto tra medico ed assistito, mentre nella configurazione libero-professionale, le relazioni medico-paziente godono di maggior libertà, trovando conseguentemente nelle tecnologie ICT un ottimo medium comunicativo e sfruttando così il potenziale diretto, orizzontale e democratico del web. Un’ultima riflessione circa il medium riguarda anche il livello di socializzazione degli utenti con i vari canali; in questo senso, ed ovviamente ferme restando le spiegazioni sopra riportate, possiamo argomentare che email e sms godono nel complesso di un livello di maggior conoscenza da parte delle persone, rispetto ad altre modalità che, invece, sono assolutamente più recenti e quindi tutte ancora da esplorare. Quanto emerge da questo capitolo è, in definitiva, un rapporto medico-paziente che sta via via sfruttando i nuovi media onde corroborarne la relazione, senza poter affermare che la dinamica online sostituisca in toto quella offline; esito peraltro suggerito anche da Song et al. (2013), allorquando hanno argomentato la potenzialità catalizzatrice di comunicazione tra giovani donne incinte provenienti da fasce non abbienti con il persona-le sanitario, generata da un sistema di text-messaging istituito ad hoc, il quale quindi fu ben lungi dal produrre un effetto di rimpiazzo. Al momento, questi si stanno particolarmente sviluppando nell’ambito delle catego-rie libero-professionali. Si vedrà in futuro se questi canali di comunicazio-ne di natura diretta (non mediata) verranno estesi a tutta la professione, grazie all’espansione del web, che per sua natura tende a rendere più porosi e friabili i confini istituzionali, che al momento risultano invece ancora vincolanti rispetto alle potenzialità fruibili.

Il rapporto medico-paziente nell’era digitale

Alberto Ardissone
2016-01-01

Abstract

La relazione medico-paziente è un aspetto fondamentale nello studio della sociologia della salute, sin dalla tematizzazione elaborata da Parsons negli anni Cinquanta, incentrata sul paradigma del sick-role, a sua volta predicato sui requisiti della debolezza e bisogno di aiuto, sulla incompetenza tecnica ed, infine, sull’implicanza emotiva, che nel loro insieme ne costituivano, nella lettura del Nostro, la condizione del paziente (Parsons, 1996). Inutile dire che la letteratura recente ne ha mostrato l’inadeguatezza esplicativa dinnanzi sia ad un mutato contesto sociale, che ad un diverso quadro epidemiologico, in cui le patologie cronico-degenerative la fanno da padrone, facendo sì che «titoli di studio più alti, moltiplicazione di fonti informative e (…) forzata “convivenza” pluriennale con la patologia rendono i pazienti maggiormente consapevoli delle loro condizioni» (cfr. Maturo, 2013). Con il presupposto che «l’avvento dei nuovi strumenti legati al web 2.0 amplia la possibilità di scambio, trasmissione e condivisione anche delle informazioni sanitarie e ridisegna il rapporto e la relazione medico-paziente» (Golino, 2014: 72) ed onde meglio comprenderne alcune delle caratteristiche di tale evoluzione nel contesto della società digitale, partendo dai risultati della ricerca presentata in questo testo, si divide il capitolo in tre parti. Nella prima si esaminano i vantaggi e gli svantaggi dell’uso di internet nei pazienti; nella seconda le modalità con cui specialisti e assistiti restano tra loro in contatto; infine, nella terza si esporrà se e come gli endocrinologi suggeriscano ai propri assistiti le esistenti associazioni ad hoc. In conclusione, anzitutto, è veramente peculiare notare come la maggior socializzazione digitale, presunta nelle generazioni più giovani, sia inversamente proporzionale al riconoscimento di utilità e all’utilizzo delle possibilità (hardware e software) che le nuove tecnologie ammettono. Secondariamente, si vuole sottolineare l’esito ambivalente relativo all’utilizzo dei diversi media nella relazione medico-paziente. Da un lato, infatti, si è mostrata l’esistenza di modalità comunicative relazionali che prescindono dalla struttura di afferenza, ma che al contrario ineriscono la natura stessa del medium: in questo senso, twitter è evidentemente un ca-nale inadeguato, come facebook (in misura lievemente inferiore rispetto al primo). Del resto, anche un’altra ricerca aveva dimostrato la consapevo-lezza degli utenti rispetto alla natura del medium utilizzato; gli autori, in questo caso, avevano confermato che la tripartizione Disease/Illness/Sickness elaborata nel ’68 da Twaddle (vedi in Maturo, 2007), venisse adoperata «in modo assolutamente congruo da chi ha deciso di veicolare su Twitter lo scambio di informazioni in senso generale sul con-cetto di salute» (cfr. Corposanto e Corposanto, 2015: 133). Dall’altro lato, si è potuto chiaramente inferire che il luogo di lavoro opera da filtro o da agevolatore nell’utilizzo di determinati canali; nel nostro caso, l’ospedale funge da mediatore del rapporto fiduciario diretto tra medico ed assistito, mentre nella configurazione libero-professionale, le relazioni medico-paziente godono di maggior libertà, trovando conseguentemente nelle tecnologie ICT un ottimo medium comunicativo e sfruttando così il potenziale diretto, orizzontale e democratico del web. Un’ultima riflessione circa il medium riguarda anche il livello di socializzazione degli utenti con i vari canali; in questo senso, ed ovviamente ferme restando le spiegazioni sopra riportate, possiamo argomentare che email e sms godono nel complesso di un livello di maggior conoscenza da parte delle persone, rispetto ad altre modalità che, invece, sono assolutamente più recenti e quindi tutte ancora da esplorare. Quanto emerge da questo capitolo è, in definitiva, un rapporto medico-paziente che sta via via sfruttando i nuovi media onde corroborarne la relazione, senza poter affermare che la dinamica online sostituisca in toto quella offline; esito peraltro suggerito anche da Song et al. (2013), allorquando hanno argomentato la potenzialità catalizzatrice di comunicazione tra giovani donne incinte provenienti da fasce non abbienti con il persona-le sanitario, generata da un sistema di text-messaging istituito ad hoc, il quale quindi fu ben lungi dal produrre un effetto di rimpiazzo. Al momento, questi si stanno particolarmente sviluppando nell’ambito delle catego-rie libero-professionali. Si vedrà in futuro se questi canali di comunicazio-ne di natura diretta (non mediata) verranno estesi a tutta la professione, grazie all’espansione del web, che per sua natura tende a rendere più porosi e friabili i confini istituzionali, che al momento risultano invece ancora vincolanti rispetto alle potenzialità fruibili.
2016
978-88-917-4304-6
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
22_Endo_2-0_Rapporto medico-paziente nellera digitale-2016.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 10.39 MB
Formato Adobe PDF
10.39 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/262939
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact