Il presente capitolo si propone di offrire tutta una serie di dati ed informazioni tratte dai Bollettini della Croce Rossa Italiana, i quali, come già analiticamente spiegato altrove (Ardissone, 2013a), sono documenti unici nel loro genere, molto corposi ed interessanti, all’interno dei quali il Comitato Centrale, che ne curava la pubblicazione, ha sempre inserito tutte le più importanti notizie relative alla vita e alle attività dell’Associazione stessa. Questi ne sono divenuti, pertanto, l’organo divulgativo ufficiale di maggior rilevanza, non essendoci, almeno con riferimento ai primi cinquant’anni di vita della Croce Rossa Italiana, altri documenti periodici, paragonabili al Bollettino, così ricchi e dettagliati di notizie, informazioni e dati relativi all’Associazione nel suo complesso, tali da fornire al lettore una quantità (nonché qualità) di cifre e relazioni varie da costituire un solido e preziosissimo fondamento per la ricostruzione storica degli eventi della Croce Rossa dagli ultimi vent’anni dell’Ottocento ai primi quindici anni del secolo successivo, fino allo scoppio della Grande Guerra. Oltre alle ricostruzioni nazionali, va specificato che i Bollettini consentono altresì di approfondire le singole circoscrizioni. Avvalendoci, dunque, proprio di tale fonte, nelle prossime pagine l’attenzione verrà posta sul Comitato di Torino, in qualità sì di sottocomitato regionale, ma soprattutto nella sua veste di sede della I circoscrizione. A differenza di altre circoscrizioni, la I rimase sempre e costantemente composta dalle sole provincie di Torino e Novara, senza modificare il proprio confine, come invece accaduto ad altre realtà (si pensi alla II di Alessandria, alla IV di Piacenza e Genova, alla V di Verona e alla VI Bologna). Inoltre, si è visto come le altre circoscrizioni, con cui la si è paragonata, avessero un numero maggiore di capoluoghi di provincia, e quindi di sedi di sotto-comitati di sezione. Queste informazioni debbono certamente far riflettere sia sul grado di stabilità che la I circoscrizione poté avere, sia sulla composizione demografica del territorio, il che consentirà senza dubbio di contestualizzare i dati sui soci e sull’economia interna. Quanto emerso consente di rendicontare un percorso di crescita reale avvenuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, e cioè dagli anni della riorganizzazione post-statuto alle soglie della Grande Guerra. Anche in paragone con le altre circoscrizioni cosiddette virtuose e vitali si nota una sua ottima collocazione. Il capitolo ha permesso altresì di sottolineare alcune peculiarità, che nel corso del presente volume certamente troveranno spazio per ulteriore approfondimento. Da un lato, la forte impronta “militare” e legata, quindi, alla sanità militare: lo si è visto dal numero di alti ufficiali del Regio Esercito presenti negli elenchi dei soci e nei vari direttivi; ma anche nelle vicende della prima scuola per Infermiere Volontarie della Croce Rossa sorta a Torino, proprio presso l’ospedale militare di quella città. Dall’altro la ragguardevole partecipazione femminile. Sebbene sia stata sottolineata la massiccia presenza aristocratica in seno all’Associazione, va soprattutto riportato il fatto che il rapporto tra soci e socie fu in assoluto tra i più virtuosi di tutta la Croce Rossa Italiana, anticipando le rilevazioni che tutte le altre circoscrizioni, ad eccezione della III di Milano, poterono vantare solamente verso la fine del nostro periodo, e cioè al 1913. Ma “Torino” raggiungeva rapporti di 1,3 e 1,2 già agli inizi degli anni Novanta e tra la Guerra di Libia e la Grande Guerra si attestava sulle soglie dell’1,4/1,5, e cioè ben al di sotto della media nazionale.

Lo sviluppo quantitativo del Comitato di Torino dal 1885 al 1914

Alberto Ardissone
2015-01-01

Abstract

Il presente capitolo si propone di offrire tutta una serie di dati ed informazioni tratte dai Bollettini della Croce Rossa Italiana, i quali, come già analiticamente spiegato altrove (Ardissone, 2013a), sono documenti unici nel loro genere, molto corposi ed interessanti, all’interno dei quali il Comitato Centrale, che ne curava la pubblicazione, ha sempre inserito tutte le più importanti notizie relative alla vita e alle attività dell’Associazione stessa. Questi ne sono divenuti, pertanto, l’organo divulgativo ufficiale di maggior rilevanza, non essendoci, almeno con riferimento ai primi cinquant’anni di vita della Croce Rossa Italiana, altri documenti periodici, paragonabili al Bollettino, così ricchi e dettagliati di notizie, informazioni e dati relativi all’Associazione nel suo complesso, tali da fornire al lettore una quantità (nonché qualità) di cifre e relazioni varie da costituire un solido e preziosissimo fondamento per la ricostruzione storica degli eventi della Croce Rossa dagli ultimi vent’anni dell’Ottocento ai primi quindici anni del secolo successivo, fino allo scoppio della Grande Guerra. Oltre alle ricostruzioni nazionali, va specificato che i Bollettini consentono altresì di approfondire le singole circoscrizioni. Avvalendoci, dunque, proprio di tale fonte, nelle prossime pagine l’attenzione verrà posta sul Comitato di Torino, in qualità sì di sottocomitato regionale, ma soprattutto nella sua veste di sede della I circoscrizione. A differenza di altre circoscrizioni, la I rimase sempre e costantemente composta dalle sole provincie di Torino e Novara, senza modificare il proprio confine, come invece accaduto ad altre realtà (si pensi alla II di Alessandria, alla IV di Piacenza e Genova, alla V di Verona e alla VI Bologna). Inoltre, si è visto come le altre circoscrizioni, con cui la si è paragonata, avessero un numero maggiore di capoluoghi di provincia, e quindi di sedi di sotto-comitati di sezione. Queste informazioni debbono certamente far riflettere sia sul grado di stabilità che la I circoscrizione poté avere, sia sulla composizione demografica del territorio, il che consentirà senza dubbio di contestualizzare i dati sui soci e sull’economia interna. Quanto emerso consente di rendicontare un percorso di crescita reale avvenuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, e cioè dagli anni della riorganizzazione post-statuto alle soglie della Grande Guerra. Anche in paragone con le altre circoscrizioni cosiddette virtuose e vitali si nota una sua ottima collocazione. Il capitolo ha permesso altresì di sottolineare alcune peculiarità, che nel corso del presente volume certamente troveranno spazio per ulteriore approfondimento. Da un lato, la forte impronta “militare” e legata, quindi, alla sanità militare: lo si è visto dal numero di alti ufficiali del Regio Esercito presenti negli elenchi dei soci e nei vari direttivi; ma anche nelle vicende della prima scuola per Infermiere Volontarie della Croce Rossa sorta a Torino, proprio presso l’ospedale militare di quella città. Dall’altro la ragguardevole partecipazione femminile. Sebbene sia stata sottolineata la massiccia presenza aristocratica in seno all’Associazione, va soprattutto riportato il fatto che il rapporto tra soci e socie fu in assoluto tra i più virtuosi di tutta la Croce Rossa Italiana, anticipando le rilevazioni che tutte le altre circoscrizioni, ad eccezione della III di Milano, poterono vantare solamente verso la fine del nostro periodo, e cioè al 1913. Ma “Torino” raggiungeva rapporti di 1,3 e 1,2 già agli inizi degli anni Novanta e tra la Guerra di Libia e la Grande Guerra si attestava sulle soglie dell’1,4/1,5, e cioè ben al di sotto della media nazionale.
2015
978-88-568-4876-2
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