Il presente capitolo offre un’analisi molto importante relativa al grado di soddisfazione verso il personale medico ed infermieristico e cioè nel suo insieme alla struttura di cura, espresso dai pazienti neoplastici nell’ambito della ricerca ESOPO (Epidemiological Study Of Pain in Oncology) svoltasi sull’intero territorio nazionale nel corso del 2012. Va subito detto, come peraltro rilevato in letteratura [cfr. Iseppato 2009], che la soddisfazione per il personale curante è legata significativamente alle azioni di coping e di compliance dei pazienti, con ricadute virtuose sia in termini umani (anzitutto, come fonte di sollievo fisico da parte del malato; inoltre, relazioni positive generano un clima favorevole a tutti gli attori coinvolti e quindi al percorso terapeutico in atto), sia in termini economici ed organizzativi (utilizzo corretto e razionale di strutture, servizi, farmaci, visite) [cfr. anche Cipolla, Remuzzi 2008]. Siamo cioè ad un’indagine a livello micro della partecipazione dei cittadini, intesa come partecipazione intenzionale attiva del singolo soggetto, la quale si nutre anzitutto proprio della positiva percezione che egli ricava dalla qualità del trattamento ricevuto e da cui ne consegue la possibilità di fondare una relazione costruttiva con gli attori sanitari sui capisaldi del consenso informato (con cui si intende l’acquisizione di informazioni chiare e complete) e la fiducia relazionale [cfr. Altieri 2002: 10]. Tra le varie dimensioni che in questo contesto possono intrecciarsi, in particolare due, entrambe radicate indissolubilmente nella relazione medico-paziente, paiono fondamentali al fine di proporre una chiave interpretativa rispetto all’evoluzione della stessa, e quindi in grado di offrire alla nostra analisi spunti interessanti di riflessione: da un lato, vi è l’importanza della comunicazione tra i due attori fondamentali del rapporto clinico, diagnostico-terapeutico, il medico e il paziente, a cui ovviamente si aggiunge anche il personale infermieristico; dall’altro, la presenza di indizi che consentono di verificare, o quanto meno ipotizzare, un’evoluzione del paradigma medico. Queste riflessioni verranno sviluppate nel corso delle prossime pagine, seguendo un’articolazione che permetta prima di sviluppare le tracce teoriche sopra proposte, articolandole secondo le direttrici del contesto, della comunicazione del paradigma medico, e successivamente, di presentare quanto di più rilevante è emerso nella ricerca nazionale succitata, avvalendosi dei dati estratti dalla sezione 5 del questionario impiegato nella ricerca.
La soddisfazione per il personale sanitario medico e non medico
Ardissone A.
2014-01-01
Abstract
Il presente capitolo offre un’analisi molto importante relativa al grado di soddisfazione verso il personale medico ed infermieristico e cioè nel suo insieme alla struttura di cura, espresso dai pazienti neoplastici nell’ambito della ricerca ESOPO (Epidemiological Study Of Pain in Oncology) svoltasi sull’intero territorio nazionale nel corso del 2012. Va subito detto, come peraltro rilevato in letteratura [cfr. Iseppato 2009], che la soddisfazione per il personale curante è legata significativamente alle azioni di coping e di compliance dei pazienti, con ricadute virtuose sia in termini umani (anzitutto, come fonte di sollievo fisico da parte del malato; inoltre, relazioni positive generano un clima favorevole a tutti gli attori coinvolti e quindi al percorso terapeutico in atto), sia in termini economici ed organizzativi (utilizzo corretto e razionale di strutture, servizi, farmaci, visite) [cfr. anche Cipolla, Remuzzi 2008]. Siamo cioè ad un’indagine a livello micro della partecipazione dei cittadini, intesa come partecipazione intenzionale attiva del singolo soggetto, la quale si nutre anzitutto proprio della positiva percezione che egli ricava dalla qualità del trattamento ricevuto e da cui ne consegue la possibilità di fondare una relazione costruttiva con gli attori sanitari sui capisaldi del consenso informato (con cui si intende l’acquisizione di informazioni chiare e complete) e la fiducia relazionale [cfr. Altieri 2002: 10]. Tra le varie dimensioni che in questo contesto possono intrecciarsi, in particolare due, entrambe radicate indissolubilmente nella relazione medico-paziente, paiono fondamentali al fine di proporre una chiave interpretativa rispetto all’evoluzione della stessa, e quindi in grado di offrire alla nostra analisi spunti interessanti di riflessione: da un lato, vi è l’importanza della comunicazione tra i due attori fondamentali del rapporto clinico, diagnostico-terapeutico, il medico e il paziente, a cui ovviamente si aggiunge anche il personale infermieristico; dall’altro, la presenza di indizi che consentono di verificare, o quanto meno ipotizzare, un’evoluzione del paradigma medico. Queste riflessioni verranno sviluppate nel corso delle prossime pagine, seguendo un’articolazione che permetta prima di sviluppare le tracce teoriche sopra proposte, articolandole secondo le direttrici del contesto, della comunicazione del paradigma medico, e successivamente, di presentare quanto di più rilevante è emerso nella ricerca nazionale succitata, avvalendosi dei dati estratti dalla sezione 5 del questionario impiegato nella ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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