The present research moves from the persisting difficulties of environmental ethics’ debate and, in particular, from the hypothesis that they are embedded on a common root: i.e. on the lack of a critical reflection concerning the notion of the subject. Since, by doing so, environmental ethics blindly adopted the conceptual apparatus of the modern philosophy of the subject which had not avoid the spread out of environmental exploitation in human praxis, the thesis has the intent to seize this demand of reconsideration of the modern idea of subjectivity and, consequently, to reveal an original perspective which can generate new routes and reflections for the debate of environmental ethics. More precisely, the objective is to outline a conceptual scaffold, which, following the description of the structure of experience, can offer an understanding of the subject that is able to account for the complexity of human dwelling and, as such, to orientate this latter toward an ethical ideal which is authentically in compliance with it. With regard to this general objective, the thesis sees in Edmund Husserl’s phenomenological contribution a set of original and fruitful concepts and categories. More specifically, it focuses on the theoretical framework which emerges from the husserlian reflections concerning the topics of animals and animality. As a matter of fact, even though Husserl adopts here a register which is very close to traditional humanism, his reflections offer an original insight on both subjectivity and non-human beings. Therefore, the theoretical core and the bearing axes of the thesis coincide with an accurate reconstruction of this theoretical framework. In that light, the thesis’ general structure follows the route of the analysis that Husserl dedicated to the issue of animals. The first two chapters are respectively dedicated to the analysis that Husserl developed in the static and the genetic perspectives. In particular, chapter 1 analyses the manner in which the non-human animals announce themselves in human experience: namely, the animals intended as Tiere. The empathic nature of this experience reveals that in phenomenological perspective animals present a subjective structure [Ichstruktur] which is analogous, even though not identical, to the one of human beings: i.e. a kinship which does not neglect every reciprocal difference. This kinship is examined in depth in the genetic perspective of the second chapter. Here the focus is on the layer of inner life that human and non-human subjects have in common: a layer that Husserl himself calls “animality” [Animal]. More precisely, it is drive intentionality [Triebintentionalität] to be investigated, since it represents the core of the essence of animality and, consequently, it can clarify what is the role that this latter plays inside the general context of the subjective life. As a result of this analysis, the (human and non-human) subject turns out to be far from a mere self-reference and, rather, in need of an original bond with the outer world, in order to constitute its own its own surrounding world [Umwelt] and its meaningful horizons. The third and last chapter, then, considers the effects that this Husserl’s double reflection on animals and animality has on the transcendental level. In particular, it considers the husserlian shift from the notion of (egoic) transcendental consciousness to the one of transcendental life and, at the same time, the interesting picture that Husserl provides of this latter: a picture that seems to allow, on one hand, the inclusion of the non-egoic lives in the transcendental realm and, on the other hand, the acknowledgement of an unescapable and constitutive relationality between all the living beings, which, in turn, cannot be considered as an hypostasized dimension to which every single being should be brought back. Along these lines, the thesis tries to show a comprehensive and complex notion of the subject which, on the basis of an unremitting analysis of the structures of the experience, is able to extend itself beyond the border of human subjectivity and to overcome every reciprocal opposition that philosophy has put between the subject, the outer world that it inhabit and the other subjects that dwell the same world together with it.

La ricerca prende le mosse da alcune persistenti difficoltà ravvisabili all’interno del dibattito dell’etica ambientale e, in particolare, dall’ipotesi che esse poggino su una radice comune: vale a dire, su una mancanza di interrogazione critica della nozione di soggetto. In questo modo, l’etica ambientale ha solo potuto invertire, ma non superare, l’impostazione concettuale di quella moderna filosofia del soggetto, che non ha saputo impedire il diffondersi nella prassi umana di un atteggiamento di sfruttamento nei confronti dell’ambiente naturale. Il lavoro si propone di intercettare questa esigenza di ripensamento dell’idea moderna di soggetto e, conseguentemente, di indicare una prospettiva che possa essere generativa di nuove riflessioni e di nuovi percorsi all’interno del dibattito dell’etica ambientale. Più precisamente, l’obiettivo verso cui muove il presente lavoro coincide con la delineazione di una cornice concettuale che, facendo seguito alla descrizione delle strutture fondamentali dell’esperienza, giunga a offrire una nozione di soggetto che sia capace di rendere conto della complessità del suo abitare e, per questo, di orientare quest’ultimo verso un ideale etico che gli sia autenticamente conforme. Nei confronti di questo obiettivo generale, il lavoro individua nella proposta fenomenologica di Edmund Husserl un apparato di categorie e di concetti in grado di fornire un contributo fecondo e originale. La ricerca, in particolare, si focalizza sulla cornice teorica e concettuale che emerge dalla riflessione che Husserl svolge attorno alla questione dell’animale, nella misura in cui quest’ultima, pur avvalendosi del tradizionale registro umanistico- discorsivo, offre squarci del tutto inediti per la comprensione dei viventi non umani, soprattutto nell’ottica delle questioni di etica ecologica sopra ricordate. Una ricostruzione quanto più possibile accurata di questa cornice concettuale rappresenta, pertanto, il nucleo teorico e l’asse portante della presente ricerca. In tal senso, la tesi segue, nella sua articolazione generale, l’andamento delle analisi che Husserl dedica all’animale. I primi due capitoli, in particolare, sono dedicati all’esposizione critica delle riflessioni che Husserl svolge, rispettivamente, in prospettiva statica attorno al modo in cui l’animale si annuncia nell’esperienza del soggetto (umano) – attorno all’animale come Tier – e, in prospettiva genetica, circa le dinamiche essenziali dello strato di vita interiore condiviso da esseri umani e animali: l’animalità [Animal]. Nel primo capitolo si procede, quindi, con una ricostruzione dell’esperienza empatica, per mezzo della quale l’animale entra nell’esperienza del soggetto. Tale ricostruzione permette di vedere come l’animale, nella prospettiva fenomenologia, presenti un’esistenza soggettiva analoga a quella che il soggetto umano riconosce per se stesso e, al contempo, una struttura di esperienza essenzialmente distinta da quella dell’essere umano: presenti, cioè, una parentela e una continuità con gli esseri umani che non annulla ogni reciproca differenza. Nel secondo capitolo questa continuità viene approfondita attraverso un approccio di carattere genetico. Qui viene presa in esame l’intenzionalità pulsionale che si connette in maniera essenziale allo strato di esperienza animale [animalische], che è proprio di tutti i soggetti psichici concreti (umani e animali). In modo particolare, l’attenzione viene posta su quegli aspetti dell’analisi fenomenologica delle pulsioni che permettono di chiarire quale sia il significato e il valore che questo stesso strato di animalità riveste all’interno del panorama complessivo della vita di coscienza del soggetto (umano e animale). Attraverso lo scavo genetico della pulsionalità viene, così, messo in luce come il soggetto, lungi dal costituirsi in un auto-referenziale riferimento a se stesso, presenti, al contrario, un’originaria dipendenza semantica nei confronti del mondo esterno. La terza e ultima parte, infine, è volta a illustrare gli esiti che questa duplice riflessione sull’animale come Tier e come Animal produce sul piano della riflessione trascendentale. Qui, in particolare, la ricerca si concentra su due fronti. Da un lato, essa mette a fuoco la nozione di vita trascendentale, mostrando come essa permetta di superare la logica oppositiva che ancora l’analisi del modo di darsi soggettivo dell’animale [Tier] manteneva tra gli esseri animali (umani e non umani) e il resto dei viventi. Dall’altro lato, essa cerca di chiarire le peculiarità della definizione husserliana di vita, mettendo in luce come quest’ultima riesca a offrire un dispositivo concettuale fecondo per riconoscere il valore costitutivo e inaggirabile delle relazioni tra gli esseri viventi, evitando qualsiasi ipostatizzazione di queste ultime in un tutto irriducibile alla singolarità dei viventi. In questo modo, il percorso compiuto intende rilevare una nozione sufficientemente ampia e complessa di soggetto che, sulla base di un’interrogazione incessante dell’esperienza, riesca a estendersi oltre i confini della soggettività umana e a superare ogni reciproca estraneità ed opposizione tra l’essere umano, il mondo che esso abita e gli altri esseri viventi che lo abitano con lui.

Animalità del soggetto, soggettività animale. Il contributo della fenomenologia di E. Husserl ad un’etica per l’ambiente / Carella, Valentina. - CD-ROM. - (2019).

Animalità del soggetto, soggettività animale. Il contributo della fenomenologia di E. Husserl ad un’etica per l’ambiente

Carella Valentina
2019-01-01

Abstract

The present research moves from the persisting difficulties of environmental ethics’ debate and, in particular, from the hypothesis that they are embedded on a common root: i.e. on the lack of a critical reflection concerning the notion of the subject. Since, by doing so, environmental ethics blindly adopted the conceptual apparatus of the modern philosophy of the subject which had not avoid the spread out of environmental exploitation in human praxis, the thesis has the intent to seize this demand of reconsideration of the modern idea of subjectivity and, consequently, to reveal an original perspective which can generate new routes and reflections for the debate of environmental ethics. More precisely, the objective is to outline a conceptual scaffold, which, following the description of the structure of experience, can offer an understanding of the subject that is able to account for the complexity of human dwelling and, as such, to orientate this latter toward an ethical ideal which is authentically in compliance with it. With regard to this general objective, the thesis sees in Edmund Husserl’s phenomenological contribution a set of original and fruitful concepts and categories. More specifically, it focuses on the theoretical framework which emerges from the husserlian reflections concerning the topics of animals and animality. As a matter of fact, even though Husserl adopts here a register which is very close to traditional humanism, his reflections offer an original insight on both subjectivity and non-human beings. Therefore, the theoretical core and the bearing axes of the thesis coincide with an accurate reconstruction of this theoretical framework. In that light, the thesis’ general structure follows the route of the analysis that Husserl dedicated to the issue of animals. The first two chapters are respectively dedicated to the analysis that Husserl developed in the static and the genetic perspectives. In particular, chapter 1 analyses the manner in which the non-human animals announce themselves in human experience: namely, the animals intended as Tiere. The empathic nature of this experience reveals that in phenomenological perspective animals present a subjective structure [Ichstruktur] which is analogous, even though not identical, to the one of human beings: i.e. a kinship which does not neglect every reciprocal difference. This kinship is examined in depth in the genetic perspective of the second chapter. Here the focus is on the layer of inner life that human and non-human subjects have in common: a layer that Husserl himself calls “animality” [Animal]. More precisely, it is drive intentionality [Triebintentionalität] to be investigated, since it represents the core of the essence of animality and, consequently, it can clarify what is the role that this latter plays inside the general context of the subjective life. As a result of this analysis, the (human and non-human) subject turns out to be far from a mere self-reference and, rather, in need of an original bond with the outer world, in order to constitute its own its own surrounding world [Umwelt] and its meaningful horizons. The third and last chapter, then, considers the effects that this Husserl’s double reflection on animals and animality has on the transcendental level. In particular, it considers the husserlian shift from the notion of (egoic) transcendental consciousness to the one of transcendental life and, at the same time, the interesting picture that Husserl provides of this latter: a picture that seems to allow, on one hand, the inclusion of the non-egoic lives in the transcendental realm and, on the other hand, the acknowledgement of an unescapable and constitutive relationality between all the living beings, which, in turn, cannot be considered as an hypostasized dimension to which every single being should be brought back. Along these lines, the thesis tries to show a comprehensive and complex notion of the subject which, on the basis of an unremitting analysis of the structures of the experience, is able to extend itself beyond the border of human subjectivity and to overcome every reciprocal opposition that philosophy has put between the subject, the outer world that it inhabit and the other subjects that dwell the same world together with it.
2019
30
La ricerca prende le mosse da alcune persistenti difficoltà ravvisabili all’interno del dibattito dell’etica ambientale e, in particolare, dall’ipotesi che esse poggino su una radice comune: vale a dire, su una mancanza di interrogazione critica della nozione di soggetto. In questo modo, l’etica ambientale ha solo potuto invertire, ma non superare, l’impostazione concettuale di quella moderna filosofia del soggetto, che non ha saputo impedire il diffondersi nella prassi umana di un atteggiamento di sfruttamento nei confronti dell’ambiente naturale. Il lavoro si propone di intercettare questa esigenza di ripensamento dell’idea moderna di soggetto e, conseguentemente, di indicare una prospettiva che possa essere generativa di nuove riflessioni e di nuovi percorsi all’interno del dibattito dell’etica ambientale. Più precisamente, l’obiettivo verso cui muove il presente lavoro coincide con la delineazione di una cornice concettuale che, facendo seguito alla descrizione delle strutture fondamentali dell’esperienza, giunga a offrire una nozione di soggetto che sia capace di rendere conto della complessità del suo abitare e, per questo, di orientare quest’ultimo verso un ideale etico che gli sia autenticamente conforme. Nei confronti di questo obiettivo generale, il lavoro individua nella proposta fenomenologica di Edmund Husserl un apparato di categorie e di concetti in grado di fornire un contributo fecondo e originale. La ricerca, in particolare, si focalizza sulla cornice teorica e concettuale che emerge dalla riflessione che Husserl svolge attorno alla questione dell’animale, nella misura in cui quest’ultima, pur avvalendosi del tradizionale registro umanistico- discorsivo, offre squarci del tutto inediti per la comprensione dei viventi non umani, soprattutto nell’ottica delle questioni di etica ecologica sopra ricordate. Una ricostruzione quanto più possibile accurata di questa cornice concettuale rappresenta, pertanto, il nucleo teorico e l’asse portante della presente ricerca. In tal senso, la tesi segue, nella sua articolazione generale, l’andamento delle analisi che Husserl dedica all’animale. I primi due capitoli, in particolare, sono dedicati all’esposizione critica delle riflessioni che Husserl svolge, rispettivamente, in prospettiva statica attorno al modo in cui l’animale si annuncia nell’esperienza del soggetto (umano) – attorno all’animale come Tier – e, in prospettiva genetica, circa le dinamiche essenziali dello strato di vita interiore condiviso da esseri umani e animali: l’animalità [Animal]. Nel primo capitolo si procede, quindi, con una ricostruzione dell’esperienza empatica, per mezzo della quale l’animale entra nell’esperienza del soggetto. Tale ricostruzione permette di vedere come l’animale, nella prospettiva fenomenologia, presenti un’esistenza soggettiva analoga a quella che il soggetto umano riconosce per se stesso e, al contempo, una struttura di esperienza essenzialmente distinta da quella dell’essere umano: presenti, cioè, una parentela e una continuità con gli esseri umani che non annulla ogni reciproca differenza. Nel secondo capitolo questa continuità viene approfondita attraverso un approccio di carattere genetico. Qui viene presa in esame l’intenzionalità pulsionale che si connette in maniera essenziale allo strato di esperienza animale [animalische], che è proprio di tutti i soggetti psichici concreti (umani e animali). In modo particolare, l’attenzione viene posta su quegli aspetti dell’analisi fenomenologica delle pulsioni che permettono di chiarire quale sia il significato e il valore che questo stesso strato di animalità riveste all’interno del panorama complessivo della vita di coscienza del soggetto (umano e animale). Attraverso lo scavo genetico della pulsionalità viene, così, messo in luce come il soggetto, lungi dal costituirsi in un auto-referenziale riferimento a se stesso, presenti, al contrario, un’originaria dipendenza semantica nei confronti del mondo esterno. La terza e ultima parte, infine, è volta a illustrare gli esiti che questa duplice riflessione sull’animale come Tier e come Animal produce sul piano della riflessione trascendentale. Qui, in particolare, la ricerca si concentra su due fronti. Da un lato, essa mette a fuoco la nozione di vita trascendentale, mostrando come essa permetta di superare la logica oppositiva che ancora l’analisi del modo di darsi soggettivo dell’animale [Tier] manteneva tra gli esseri animali (umani e non umani) e il resto dei viventi. Dall’altro lato, essa cerca di chiarire le peculiarità della definizione husserliana di vita, mettendo in luce come quest’ultima riesca a offrire un dispositivo concettuale fecondo per riconoscere il valore costitutivo e inaggirabile delle relazioni tra gli esseri viventi, evitando qualsiasi ipostatizzazione di queste ultime in un tutto irriducibile alla singolarità dei viventi. In questo modo, il percorso compiuto intende rilevare una nozione sufficientemente ampia e complessa di soggetto che, sulla base di un’interrogazione incessante dell’esperienza, riesca a estendersi oltre i confini della soggettività umana e a superare ogni reciproca estraneità ed opposizione tra l’essere umano, il mondo che esso abita e gli altri esseri viventi che lo abitano con lui.
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Descrizione: tesi Carella Valentina
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/258124
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