Interrogarsi sull’ipotesi di un uso “nuovo” dello spazio scolastico per favorire l’apprendimento degli alunni in ambito pedagogico rappresenta per il futuro una sfida e, al contempo, un’occasione di grande convergenza interdisciplinare per l’evoluzione del progetto dello spazio e dell’interno architettonico delle scuole. Il contributo raccoglie le visioni e le considerazioni, talvolta anche divergenti, elaborate attraverso un percorso di formazione e di workshop dal titolo Scuole Innovative. Embodied Cognition Design come paradigma dei nuovi spazi scolastici basati entrambi sull’idea di sperimentare le nuove forme e i nuovi significati di cui si deve arricchire lo spazio dell’apprendimento. Un simile modello pedagogico richiede una maniera di pensare l’architettura in una condizione di continuo mutamento nel tempo e nello spazio, un’architettura che scaturisca dalle dimensioni empatiche emotive e esperienziali. Le più moderne ricerche in campo educativo, in parallelo con quelle attuate nell’ambito delle neuroscienze, ma anche in area sociale e antropologica, hanno aperto ad ulteriori implicazioni e riflessioni che mettono in relazione le risposte, psicologiche ma anche corporee, degli individui con lo spazio in cui si trovano a vivere e ad agire e ad quanto esso, con i suoi suoni, colori, volumi, aperture o rigidità, possa influenzare – anche al netto delle intenzionalità pedagogico-didattiche – le emozioni che sono alla base, meglio "muovono" l'apprendimento stesso. L’intenzionalità progettuale deve tendere alla flessibilità e all’adeguamento dell’architettura alle istanze dell’ECD e deve mettere al centro il benessere degli allievi e dei docenti per una socialità diffusa e per coniugare, in sintesi, il concetto di una didattica evolutiva ancora più legata a una nuova idea di ambiente e di interno architettonico.
Embodied Cognition Design: dalla neurofenomenologia alla progettazione degli spazi educativi
GOMEZ PALOMA, FILIPPO
2019-01-01
Abstract
Interrogarsi sull’ipotesi di un uso “nuovo” dello spazio scolastico per favorire l’apprendimento degli alunni in ambito pedagogico rappresenta per il futuro una sfida e, al contempo, un’occasione di grande convergenza interdisciplinare per l’evoluzione del progetto dello spazio e dell’interno architettonico delle scuole. Il contributo raccoglie le visioni e le considerazioni, talvolta anche divergenti, elaborate attraverso un percorso di formazione e di workshop dal titolo Scuole Innovative. Embodied Cognition Design come paradigma dei nuovi spazi scolastici basati entrambi sull’idea di sperimentare le nuove forme e i nuovi significati di cui si deve arricchire lo spazio dell’apprendimento. Un simile modello pedagogico richiede una maniera di pensare l’architettura in una condizione di continuo mutamento nel tempo e nello spazio, un’architettura che scaturisca dalle dimensioni empatiche emotive e esperienziali. Le più moderne ricerche in campo educativo, in parallelo con quelle attuate nell’ambito delle neuroscienze, ma anche in area sociale e antropologica, hanno aperto ad ulteriori implicazioni e riflessioni che mettono in relazione le risposte, psicologiche ma anche corporee, degli individui con lo spazio in cui si trovano a vivere e ad agire e ad quanto esso, con i suoi suoni, colori, volumi, aperture o rigidità, possa influenzare – anche al netto delle intenzionalità pedagogico-didattiche – le emozioni che sono alla base, meglio "muovono" l'apprendimento stesso. L’intenzionalità progettuale deve tendere alla flessibilità e all’adeguamento dell’architettura alle istanze dell’ECD e deve mettere al centro il benessere degli allievi e dei docenti per una socialità diffusa e per coniugare, in sintesi, il concetto di una didattica evolutiva ancora più legata a una nuova idea di ambiente e di interno architettonico.File | Dimensione | Formato | |
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