Nel 1911 Leo Samuel Olschki stampa con la tipografia Giuntina (fondata allo scopo un paio di anni prima) una storica edizione della Divina Commedia, inaugurata da un proemio di Gabriele d’Annunzio attorno al quale ruotarono per lunghi mesi i rapporti del poeta con l’editore e con Giuseppe Lando Passerini, curatore dell’opera monumentale. Lo studio ricostruisce le fasi di questa collaborazione tanto ambita quanto tormentata, sulla base dei carteggi e dei documenti conservati negli archivi della Casa Editrice e del Vittoriale, rivedendo la versione aneddotica e a tratti incongrua dei fatti trasmessa dalle biografie dannunziane. Chiave di volta della vicenda è il ritrovamento di un disperso manoscritto autografo della prima stesura del proemio, che con le lettere inedite a esso correlate offre nuovi elementi per una corretta definizione della trattativa. Viene inoltre chiarito l’episodio della tentata vendita, nel 1910, di una cospicua sezione di autografi dannunziani, da cui emerge il ruolo fiduciario di Olschki come libraio antiquario ben inserito nei circuiti del collezionismo internazionale.
D'Annunzio e l'edizione 1911 della Commedia
laura melosi
2019-01-01
Abstract
Nel 1911 Leo Samuel Olschki stampa con la tipografia Giuntina (fondata allo scopo un paio di anni prima) una storica edizione della Divina Commedia, inaugurata da un proemio di Gabriele d’Annunzio attorno al quale ruotarono per lunghi mesi i rapporti del poeta con l’editore e con Giuseppe Lando Passerini, curatore dell’opera monumentale. Lo studio ricostruisce le fasi di questa collaborazione tanto ambita quanto tormentata, sulla base dei carteggi e dei documenti conservati negli archivi della Casa Editrice e del Vittoriale, rivedendo la versione aneddotica e a tratti incongrua dei fatti trasmessa dalle biografie dannunziane. Chiave di volta della vicenda è il ritrovamento di un disperso manoscritto autografo della prima stesura del proemio, che con le lettere inedite a esso correlate offre nuovi elementi per una corretta definizione della trattativa. Viene inoltre chiarito l’episodio della tentata vendita, nel 1910, di una cospicua sezione di autografi dannunziani, da cui emerge il ruolo fiduciario di Olschki come libraio antiquario ben inserito nei circuiti del collezionismo internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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