Il termine distanza può essere immediatamente colto nella sua accezione topografica, nel senso di un intervallo tra un oggetto e un altro; rinvia ed evoca qualcosa di lontano, una realtà o una meta verso la quale tendere; ancora, può essere assunto in modo negativo per sottolineare la volontà di mantenersi separati da una persona o un oggetto che percepiamo come pericoloso o anche semplicemente contrario al nostro bene. Grazie all’apertura e alla disponibilità che si rivelano per mezzo dell’approfondimento del significato della distanza, è possibile disegnare uno spazio di comprensione di sé nel quale l’io si interroga sulla propria origine e destinazione, ma anche sul proprio sentire interiore ove coesistono tensioni irriducibili.
L'io nella distanza. L'essere in relazione, oltre la prossimità
D. Pagliacci
2019-01-01
Abstract
Il termine distanza può essere immediatamente colto nella sua accezione topografica, nel senso di un intervallo tra un oggetto e un altro; rinvia ed evoca qualcosa di lontano, una realtà o una meta verso la quale tendere; ancora, può essere assunto in modo negativo per sottolineare la volontà di mantenersi separati da una persona o un oggetto che percepiamo come pericoloso o anche semplicemente contrario al nostro bene. Grazie all’apertura e alla disponibilità che si rivelano per mezzo dell’approfondimento del significato della distanza, è possibile disegnare uno spazio di comprensione di sé nel quale l’io si interroga sulla propria origine e destinazione, ma anche sul proprio sentire interiore ove coesistono tensioni irriducibili.File | Dimensione | Formato | |
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