L’obiettivo che si propone il presente lavoro è di argomentare che occorre sviluppare una riflessione a partire da due questioni. La prima riguarda ciò che ci si aspetta dalla crescita economica e, se vogliamo, dall’economia in quanto tale. La seconda riguarda il modo di intervenire su di essa al fine di realizzare gli obiettivi perseguiti. Nel pensiero economico vi sono fondamentalmente due modi di trattare questi problemi. Corrispondono a due visioni della politica economica e, più in generale, della teoria economica. Il primo approccio è quello del coordinamento incentrato sui prezzi. Questi vengono visti come la metrica necessaria alla misurazione dei risultati di un sistema economico e, al contempo, come lo strumento di coordinamento delle attività di tale sistema. L’economia, che sulla base di questa impostazione, non è altro che il mercato, viene concepita come un sistema nel quale, una volta determinate le dotazioni, le preferenze e la tecnologia – o, in un contesto non statico, i sentieri di sviluppo tecnologico – gli agenti economici possono scegliere sulla base delle informazioni fornite dai prezzi. Va da sé che possono esistere delle manchevolezze nel modo di operare dei prezzi, così da rendere necessarie delle istituzioni che vi pongano rimedio. Resta che queste sono pensate come complementari, non sostitutive, rispetto alla funzione assegnata ai prezzi. L’approccio alternativo prevede che il coordinamento dell’economia non avvenga, e non possa avvenire, per tramite dei soli prezzi, a prescindere da eventuali loro inadeguatezze. Le attività economiche – vale a dire quelle connesse con la riproduzione materiale della società, sono in un rapporto di interdipendenza con i sistemi, sociale e naturale, entro i quali sono collocate. Ciò comporta una interdipendenza con un contesto istituzionale che, a sua volta, è parte integrante del processo storico. A sua volta, l’economia influisce sugli ambienti summenzionati. È quindi impossibile comprendere come venga coordinato il sistema economico se si trascura la società di cui fa parte. Più in generale, benché i prezzi siano parte integrante di un coordinamento cui partecipano le istituzioni, non possono essere intesi come indicatori di scarsità e di preferenze. In questo approccio le istituzioni non si limitano a essere complementari rispetto ai prezzi: esse determinano il modo in cui questi funzionano. I due approcci riflettono due diverse visioni dell’economia e della società. Comportano un diverso modo di delineare gli effetti della crescita, quindi anche una diversa concezione delle azioni che l’autorità pubblica può e deve compiere. In definitiva, conducono a conclusioni differenti riguardo alle forme di crescita realizzabili e necessarie nonché riguardo a come esse vanno perseguite.
Prezzi, istituzioni e il coordinamento della crescita economica
Paolo Ramazzotti
2018-01-01
Abstract
L’obiettivo che si propone il presente lavoro è di argomentare che occorre sviluppare una riflessione a partire da due questioni. La prima riguarda ciò che ci si aspetta dalla crescita economica e, se vogliamo, dall’economia in quanto tale. La seconda riguarda il modo di intervenire su di essa al fine di realizzare gli obiettivi perseguiti. Nel pensiero economico vi sono fondamentalmente due modi di trattare questi problemi. Corrispondono a due visioni della politica economica e, più in generale, della teoria economica. Il primo approccio è quello del coordinamento incentrato sui prezzi. Questi vengono visti come la metrica necessaria alla misurazione dei risultati di un sistema economico e, al contempo, come lo strumento di coordinamento delle attività di tale sistema. L’economia, che sulla base di questa impostazione, non è altro che il mercato, viene concepita come un sistema nel quale, una volta determinate le dotazioni, le preferenze e la tecnologia – o, in un contesto non statico, i sentieri di sviluppo tecnologico – gli agenti economici possono scegliere sulla base delle informazioni fornite dai prezzi. Va da sé che possono esistere delle manchevolezze nel modo di operare dei prezzi, così da rendere necessarie delle istituzioni che vi pongano rimedio. Resta che queste sono pensate come complementari, non sostitutive, rispetto alla funzione assegnata ai prezzi. L’approccio alternativo prevede che il coordinamento dell’economia non avvenga, e non possa avvenire, per tramite dei soli prezzi, a prescindere da eventuali loro inadeguatezze. Le attività economiche – vale a dire quelle connesse con la riproduzione materiale della società, sono in un rapporto di interdipendenza con i sistemi, sociale e naturale, entro i quali sono collocate. Ciò comporta una interdipendenza con un contesto istituzionale che, a sua volta, è parte integrante del processo storico. A sua volta, l’economia influisce sugli ambienti summenzionati. È quindi impossibile comprendere come venga coordinato il sistema economico se si trascura la società di cui fa parte. Più in generale, benché i prezzi siano parte integrante di un coordinamento cui partecipano le istituzioni, non possono essere intesi come indicatori di scarsità e di preferenze. In questo approccio le istituzioni non si limitano a essere complementari rispetto ai prezzi: esse determinano il modo in cui questi funzionano. I due approcci riflettono due diverse visioni dell’economia e della società. Comportano un diverso modo di delineare gli effetti della crescita, quindi anche una diversa concezione delle azioni che l’autorità pubblica può e deve compiere. In definitiva, conducono a conclusioni differenti riguardo alle forme di crescita realizzabili e necessarie nonché riguardo a come esse vanno perseguite.File | Dimensione | Formato | |
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