Il saggio analizza la produzione storiografica marchigiana, riguardante il medioevo, durante la seconda metà dell’Ottocento. In questa regione culturalmente appartata, ma assai florida nell’erudizione di retaggio muratoriano, il superamento della dimensione municipale fu piuttosto travagliato. Dapprima, gli stimoli innovativi giunsero da Firenze, all’indomani della costituzione di una Deputazione di storia patria che comprendeva la Toscana, l’Umbria e le Marche, nel 1863. Negli anni Settanta si assisté a un rinnovato interesse verso gli archivi comunali e il patrimonio documentario: ne scaturì un grandioso progetto di edizione delle fonti medievali, animato da una fede positivistica nella storia quale risorsa per il progresso civile, ma i risultati furono assai modesti. Neppure l’istituzione di una Deputazione marchigiana, nel 1890, considerata il traguardo di un’identità regionale, riuscì a scardinare il policentrismo culturale. This essay examines late nineteenth-century historiography related to the Marches in the Middle Ages. In this region which was set apart from a cultural perspective, but where the antiquarian tradition inherited from Muratori’s method was flourishing, it was rather difficult overcame the municipal character of the studies. Initially, stimulus for innovation came from Florence, where in 1863 a Deputazione di storia patria was founded which included Tuscany, Umbria and the Marches. In the 1870s renewed interest in the communal archives and in historical sources led to an impressive project aimed at editing medieval sources. This was launched by scholars who considered history as a positive resource for social progress, but the outcomes of the project were disappointing. Not even the establishment of a Deputazione of the Marche – which we can take as proof that regional identity had been attained – could dismantle the cultural polycentrism typical of this region.
Cultura storica e fonti documentarie nelle Marche fra municipalismi e istanze regionali
Pirani Francesco
2019-01-01
Abstract
Il saggio analizza la produzione storiografica marchigiana, riguardante il medioevo, durante la seconda metà dell’Ottocento. In questa regione culturalmente appartata, ma assai florida nell’erudizione di retaggio muratoriano, il superamento della dimensione municipale fu piuttosto travagliato. Dapprima, gli stimoli innovativi giunsero da Firenze, all’indomani della costituzione di una Deputazione di storia patria che comprendeva la Toscana, l’Umbria e le Marche, nel 1863. Negli anni Settanta si assisté a un rinnovato interesse verso gli archivi comunali e il patrimonio documentario: ne scaturì un grandioso progetto di edizione delle fonti medievali, animato da una fede positivistica nella storia quale risorsa per il progresso civile, ma i risultati furono assai modesti. Neppure l’istituzione di una Deputazione marchigiana, nel 1890, considerata il traguardo di un’identità regionale, riuscì a scardinare il policentrismo culturale. This essay examines late nineteenth-century historiography related to the Marches in the Middle Ages. In this region which was set apart from a cultural perspective, but where the antiquarian tradition inherited from Muratori’s method was flourishing, it was rather difficult overcame the municipal character of the studies. Initially, stimulus for innovation came from Florence, where in 1863 a Deputazione di storia patria was founded which included Tuscany, Umbria and the Marches. In the 1870s renewed interest in the communal archives and in historical sources led to an impressive project aimed at editing medieval sources. This was launched by scholars who considered history as a positive resource for social progress, but the outcomes of the project were disappointing. Not even the establishment of a Deputazione of the Marche – which we can take as proof that regional identity had been attained – could dismantle the cultural polycentrism typical of this region.File | Dimensione | Formato | |
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