Il contributo esamina il problema del coordinamento degli strumenti di tutela ambientali. Derivante dalla progressiva emersione, nell'ultimo cinquantennio, della questione ambientale, il problema sorge dal proliferare di discipline tese alla protezione di specifici interessi ambientali (acqua, aria, biodiversità, suolo ecc). Questo ampliamento dell'ambito della tutela, che dovrebbe costituire un suo rafforzamento, si traduce, paradossalmente, in un suo indebolimento; ciò a causa del complesso reticolo normativo e regolatorio che ne deriva, e dei connessi ostacoli amministrativi che si pongono quali inevitabili rallentamenti rispetto alle decisioni pubbliche. Si genera così - e non di rado - un conflitto tra ambiente e sviluppo economico che si traduce in politiche ispirate al contenimento dei livelli di tutela ambientale. In questo quadro il contributo esamina la nuova disciplina della VIA, evidenziando come, dietro scelte apparentemente formali, legate all'articolazione del procedimento e alla sua semplificazione, si nasconda l'intendimento di limitare la tutela ambientale e di dare un maggior spazio alla politica rispetto alla tecnica. Il saggio conclude evidenziando i rischi connessi al contenimento dei livelli di tutela ambientale ma anche le difficoltà di mantenere un elevato livello di tutela a fronte di una macroscopica estensione del suo ambito oggettivo. A questo proposito, onde evitare che l'interesse ambientale perda tout court il suo carattere fondamentale, il suggerimento è di selezionare, tra i molti interessi ambientali recentemente emersi, quelli dotati di maggior rilievo, delineando differenziazioni interne all'ambiente, diverse "sensibilità" e diversi statuti giuridici.
IL COORDINAMENTO DEGLI INTERESSI NELLA NUOVA DISCIPLINA DELLA VIA: IL PROCEDIMENTO UNICO
elisa scotti
2018-01-01
Abstract
Il contributo esamina il problema del coordinamento degli strumenti di tutela ambientali. Derivante dalla progressiva emersione, nell'ultimo cinquantennio, della questione ambientale, il problema sorge dal proliferare di discipline tese alla protezione di specifici interessi ambientali (acqua, aria, biodiversità, suolo ecc). Questo ampliamento dell'ambito della tutela, che dovrebbe costituire un suo rafforzamento, si traduce, paradossalmente, in un suo indebolimento; ciò a causa del complesso reticolo normativo e regolatorio che ne deriva, e dei connessi ostacoli amministrativi che si pongono quali inevitabili rallentamenti rispetto alle decisioni pubbliche. Si genera così - e non di rado - un conflitto tra ambiente e sviluppo economico che si traduce in politiche ispirate al contenimento dei livelli di tutela ambientale. In questo quadro il contributo esamina la nuova disciplina della VIA, evidenziando come, dietro scelte apparentemente formali, legate all'articolazione del procedimento e alla sua semplificazione, si nasconda l'intendimento di limitare la tutela ambientale e di dare un maggior spazio alla politica rispetto alla tecnica. Il saggio conclude evidenziando i rischi connessi al contenimento dei livelli di tutela ambientale ma anche le difficoltà di mantenere un elevato livello di tutela a fronte di una macroscopica estensione del suo ambito oggettivo. A questo proposito, onde evitare che l'interesse ambientale perda tout court il suo carattere fondamentale, il suggerimento è di selezionare, tra i molti interessi ambientali recentemente emersi, quelli dotati di maggior rilievo, delineando differenziazioni interne all'ambiente, diverse "sensibilità" e diversi statuti giuridici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.