Il gioco è una cosa tanto seria da essere considerato un diritto (www.unicef.it) e molti sono gli autori che si sono interessati alle funzioni che il gioco può esercitare: una via d’accesso privilegiata al mondo intra-psichico del bambino; una possibilità di liberare angosce e paure; uno spazio di transizione, un ponte tra sé e ambiente; un supporto alla conoscenza della realtà e all’apprendimento; un supporto allo sviluppo del pensiero individuale e del pensiero sociale; una funzione linguistica e cooperativa, oltre che una possibilità per approfondire la conoscenza di se stessi (S. Freud,1915-1917; Mead 1934; Vygotskij, 1934; Piaget, 1945; Klein, 1953; Erikson, 1963; A. Freud, 1965). Il presente lavoro di ricerca si fonda sul presupposto che, considerata la grande rilevanza delle sue funzioni, l’attività di gioco sia imprescindibile per tutti i bambini. Tuttavia, ad oggi, non è possibile identificare giocattoli pensati specificatamente per bambini con sviluppo atipico che, oltre a supportare una maturazione delle abilità deficitarie configurandosi come contesti di apprendimento, mantengano la loro intrinseca natura ludico-ricreativa. Con l’obiettivo di riformulare l’insieme dei prodotti attualmente disponibili nel catalogo di una nota azienda produttrice di giocattoli la prima fase della ricerca ha consentito di evidenziare le caratteristiche dei prodotti particolarmente adatti/compatibili/funzionali/utili alla crescita di bambini e bambine con disabilità, tenendo conto della necessità di esercitare le capacità residue attraverso formati di gioco (Bruner, 1983), mantenendo connotati ludici e ricreativi. Per effettuare tali valutazioni sono state identificate sulla base del DSM V e dell’ICF le macro-categorie di disabilità: sensoriale visiva, sensoriale uditiva, grosso-motoria, fine-motoria, cognitiva e emotivo-relazionale. Ciascun gioco in catalogo è stato valutato da tre diverse figure professionali secondo i parametri di autonomia, adeguatezza, motivazione, decifrabilità cognitiva e relazionalità rispetto alle singole categorie di disabilità. I punteggi sono stati attribuiti in modo indipendente dai tre ricercatori utilizzando una scala da 1 (inadatto) a 5 (decisamente consigliato); l’accordo inter-giudici effettuato sul 50% dei punteggi attribuiti ha consentito di controllare l’effettivo allineamento delle valutazioni. L’indice di adeguatezza complessivo è stato calcolato sulla base del totale dei punteggi medi assegnati. I risultati mettono in evidenza che per quanto riguarda la disabilità sensoriale visiva e uditiva i giocattoli più adeguati sono quelli che sfruttano i canali sensoriali non compromessi, senza risultare eccessivamente complicati nell’utilizzo, al fine di preservare un buon indice di autonomia (giochi con materiali, forme e superfici diversificate, con luci/colori e suoni/vibrazioni secondo il tipo di compromissione). Considerando invece la disabilità di tipo motorio è emerso che i giocattoli con punteggi più alti sono quelli che mantengano alto l’indice di motivazione, senza quindi frustrare il bambino nel loro utilizzo, pur supportando, almeno parzialmente, le funzioni deficitarie (per la disabilità grosso-motoria giocattoli di grandi dimensioni, per esempio cavalcabili; per la disabilità fine-motoria giocattoli che favoriscano la sperimentazione di diverse prese e diversi tipi di manipolazione). Rispetto alla disabilità cognitiva sono risultati migliori giocattoli stimolanti dal punto di vista delle competenze emotivo-relazionali oppure di tipo creativo, poiché particolarmente motivanti; hanno ricevuto punteggi inferiori quei giocattoli che pur essendo utili nell’esercizio di abilità cognitive di base (didattico-educativi con sollecitazione di processi attentivi, mnemonici, di ragionamento, di orientamento e pianificazione) non mantengono un buon indice di autonomia nell’utilizzo da parte del bambino. Infine per la disabilità emotivo-relazionale sono stati valutati come adatti quei giochi che, mantenendo alto l’indice motivazionale, favoriscano allo stesso tempo le funzioni deficitarie (giocattoli interattivi e relazionali, con turni di gioco, che incoraggiano la previsione della risposta; giochi con situazioni di vita reale, di ruolo, di imitazione o di azioni figurate; giochi ricchi di dettagli, che esercitano l’attenzione). Il quadro complessivo che emerge dai risultati ottenuti attraverso questa prima analisi qualitativa dei cataloghi di prodotti suggerisce che sono già numerosi i giocattoli che possono rivelarsi adatti ai bambini con disabilità. Tali risultati sono confermati dalle osservazioni qualitative svolte al fine di valutare empiricamente la modalità d’interazione bambino-giocattolo allo scopo di arricchire e approfondire il quadro teorico costruito attraverso l’analisi dei giocattoli con evidenze e rimandi concreti.

Il gioco è una cosa seria” Il diritto al gioco per bambine e bambini con disabilità: una ricerca sul campo

Nicolini Paola;
2018-01-01

Abstract

Il gioco è una cosa tanto seria da essere considerato un diritto (www.unicef.it) e molti sono gli autori che si sono interessati alle funzioni che il gioco può esercitare: una via d’accesso privilegiata al mondo intra-psichico del bambino; una possibilità di liberare angosce e paure; uno spazio di transizione, un ponte tra sé e ambiente; un supporto alla conoscenza della realtà e all’apprendimento; un supporto allo sviluppo del pensiero individuale e del pensiero sociale; una funzione linguistica e cooperativa, oltre che una possibilità per approfondire la conoscenza di se stessi (S. Freud,1915-1917; Mead 1934; Vygotskij, 1934; Piaget, 1945; Klein, 1953; Erikson, 1963; A. Freud, 1965). Il presente lavoro di ricerca si fonda sul presupposto che, considerata la grande rilevanza delle sue funzioni, l’attività di gioco sia imprescindibile per tutti i bambini. Tuttavia, ad oggi, non è possibile identificare giocattoli pensati specificatamente per bambini con sviluppo atipico che, oltre a supportare una maturazione delle abilità deficitarie configurandosi come contesti di apprendimento, mantengano la loro intrinseca natura ludico-ricreativa. Con l’obiettivo di riformulare l’insieme dei prodotti attualmente disponibili nel catalogo di una nota azienda produttrice di giocattoli la prima fase della ricerca ha consentito di evidenziare le caratteristiche dei prodotti particolarmente adatti/compatibili/funzionali/utili alla crescita di bambini e bambine con disabilità, tenendo conto della necessità di esercitare le capacità residue attraverso formati di gioco (Bruner, 1983), mantenendo connotati ludici e ricreativi. Per effettuare tali valutazioni sono state identificate sulla base del DSM V e dell’ICF le macro-categorie di disabilità: sensoriale visiva, sensoriale uditiva, grosso-motoria, fine-motoria, cognitiva e emotivo-relazionale. Ciascun gioco in catalogo è stato valutato da tre diverse figure professionali secondo i parametri di autonomia, adeguatezza, motivazione, decifrabilità cognitiva e relazionalità rispetto alle singole categorie di disabilità. I punteggi sono stati attribuiti in modo indipendente dai tre ricercatori utilizzando una scala da 1 (inadatto) a 5 (decisamente consigliato); l’accordo inter-giudici effettuato sul 50% dei punteggi attribuiti ha consentito di controllare l’effettivo allineamento delle valutazioni. L’indice di adeguatezza complessivo è stato calcolato sulla base del totale dei punteggi medi assegnati. I risultati mettono in evidenza che per quanto riguarda la disabilità sensoriale visiva e uditiva i giocattoli più adeguati sono quelli che sfruttano i canali sensoriali non compromessi, senza risultare eccessivamente complicati nell’utilizzo, al fine di preservare un buon indice di autonomia (giochi con materiali, forme e superfici diversificate, con luci/colori e suoni/vibrazioni secondo il tipo di compromissione). Considerando invece la disabilità di tipo motorio è emerso che i giocattoli con punteggi più alti sono quelli che mantengano alto l’indice di motivazione, senza quindi frustrare il bambino nel loro utilizzo, pur supportando, almeno parzialmente, le funzioni deficitarie (per la disabilità grosso-motoria giocattoli di grandi dimensioni, per esempio cavalcabili; per la disabilità fine-motoria giocattoli che favoriscano la sperimentazione di diverse prese e diversi tipi di manipolazione). Rispetto alla disabilità cognitiva sono risultati migliori giocattoli stimolanti dal punto di vista delle competenze emotivo-relazionali oppure di tipo creativo, poiché particolarmente motivanti; hanno ricevuto punteggi inferiori quei giocattoli che pur essendo utili nell’esercizio di abilità cognitive di base (didattico-educativi con sollecitazione di processi attentivi, mnemonici, di ragionamento, di orientamento e pianificazione) non mantengono un buon indice di autonomia nell’utilizzo da parte del bambino. Infine per la disabilità emotivo-relazionale sono stati valutati come adatti quei giochi che, mantenendo alto l’indice motivazionale, favoriscano allo stesso tempo le funzioni deficitarie (giocattoli interattivi e relazionali, con turni di gioco, che incoraggiano la previsione della risposta; giochi con situazioni di vita reale, di ruolo, di imitazione o di azioni figurate; giochi ricchi di dettagli, che esercitano l’attenzione). Il quadro complessivo che emerge dai risultati ottenuti attraverso questa prima analisi qualitativa dei cataloghi di prodotti suggerisce che sono già numerosi i giocattoli che possono rivelarsi adatti ai bambini con disabilità. Tali risultati sono confermati dalle osservazioni qualitative svolte al fine di valutare empiricamente la modalità d’interazione bambino-giocattolo allo scopo di arricchire e approfondire il quadro teorico costruito attraverso l’analisi dei giocattoli con evidenze e rimandi concreti.
2018
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