Dalla stringente analisi dell’era attuale, che in questo saggio viene condotta “in controluce” come l’osservazione clinica di un esame radiologico effettuato con “radiazioni” di natura linguistico-culturale, emerge nitido il ritratto di un’ideologia totalitaria contemporanea da cui l’umanità sembra essere subdolamente soggiogata. A partire dalle sue peculiarità, che non si percepiscono in modo immediato se non procedendo appunto per segmenti e mettendole a confronto con il fenomeno totalitario del XX secolo, l’autrice giunge ad “impressionare” il totalitarismo del XXI secolo nella definizione di “totalitarismo ideologico psico-mentale”, consegnando al lettore una nuova pellicola da cui sviluppare una fotografia da conservare come traccia mnestica attiva, non solo per stimolare ulteriore ricerca anche tridimensionale (linguistico-culturale-sociologica), ma anche per riflettere sul rischio sempre presente delle dinamiche totalitarie cancerogene grazie al riconoscimento dei suoi marcatori che nel mondo contemporaneo sono rappresentati dalla massificazione, dal controllo sociale, dall’accelerazione e dalla moderna “capsularizzazione” degli individui massificati. Questo nuovo “veleno” iniettato dal neo-totalitarismo provoca l’attuale indebolimento e azzeramento dello spirito critico e della coscienza, nonché l’appiattimento del pensiero e delle identità, scaraventando così l’individuo, incapace di reagire alle dinamiche di potere, in una vita alienata e distaccata dalla realtà, la quale non viene più riconosciuta in quanto tale ma viene “ricreata” in maniera deforme. Secondo l’autrice, l’antidoto alla dimensione menzognera in cui l’uomo vive sta, in primo luogo, nel recupero della soggettività dell’altro, di ogni soggettività, accogliendola senza giudizio, e, in secondo luogo, in un percorso di guarigione da ogni forma di alienazione e dalle pulsioni narcisistiche ed egoistiche che caratterizzano l’era moderna. Si tratta di un percorso che prevede un’azione chemioterapica orientata ai valori ispirati alla vita, alla vera libertà, alla centralità dell’individuo, alla paideia e al senso profondo dell’universo e della vita. Un percorso anche arduo e laborioso in sé che dovrà forse passare per una sofferenza ancora più grande di quella prodotta dai totalitarismi del XX secolo ma inevitabile, poiché solo in questo modo sarà possibile promuovere un vero progresso ed elevare di nuovo lo spirito dell’umanità.
Per una definizione linguistica del totalitarismo del XXI secolo. “Radiografia” controluce dell’epoca contemporanea
Ferranti Clara
2018-01-01
Abstract
Dalla stringente analisi dell’era attuale, che in questo saggio viene condotta “in controluce” come l’osservazione clinica di un esame radiologico effettuato con “radiazioni” di natura linguistico-culturale, emerge nitido il ritratto di un’ideologia totalitaria contemporanea da cui l’umanità sembra essere subdolamente soggiogata. A partire dalle sue peculiarità, che non si percepiscono in modo immediato se non procedendo appunto per segmenti e mettendole a confronto con il fenomeno totalitario del XX secolo, l’autrice giunge ad “impressionare” il totalitarismo del XXI secolo nella definizione di “totalitarismo ideologico psico-mentale”, consegnando al lettore una nuova pellicola da cui sviluppare una fotografia da conservare come traccia mnestica attiva, non solo per stimolare ulteriore ricerca anche tridimensionale (linguistico-culturale-sociologica), ma anche per riflettere sul rischio sempre presente delle dinamiche totalitarie cancerogene grazie al riconoscimento dei suoi marcatori che nel mondo contemporaneo sono rappresentati dalla massificazione, dal controllo sociale, dall’accelerazione e dalla moderna “capsularizzazione” degli individui massificati. Questo nuovo “veleno” iniettato dal neo-totalitarismo provoca l’attuale indebolimento e azzeramento dello spirito critico e della coscienza, nonché l’appiattimento del pensiero e delle identità, scaraventando così l’individuo, incapace di reagire alle dinamiche di potere, in una vita alienata e distaccata dalla realtà, la quale non viene più riconosciuta in quanto tale ma viene “ricreata” in maniera deforme. Secondo l’autrice, l’antidoto alla dimensione menzognera in cui l’uomo vive sta, in primo luogo, nel recupero della soggettività dell’altro, di ogni soggettività, accogliendola senza giudizio, e, in secondo luogo, in un percorso di guarigione da ogni forma di alienazione e dalle pulsioni narcisistiche ed egoistiche che caratterizzano l’era moderna. Si tratta di un percorso che prevede un’azione chemioterapica orientata ai valori ispirati alla vita, alla vera libertà, alla centralità dell’individuo, alla paideia e al senso profondo dell’universo e della vita. Un percorso anche arduo e laborioso in sé che dovrà forse passare per una sofferenza ancora più grande di quella prodotta dai totalitarismi del XX secolo ma inevitabile, poiché solo in questo modo sarà possibile promuovere un vero progresso ed elevare di nuovo lo spirito dell’umanità.File | Dimensione | Formato | |
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