La questione del lavoro pone di fronte alla domanda di quali interventi siano possibili per ovviare ai problemi di disoccupazione, di precarietà degli impieghi, di sicurezza e salubrità dei posti di lavoro, di marcata disuguaglianza distributiva. Quali sono i vincoli che si incontrano e come si connotano: sono tecnici, istituzionali, politici o di cultura economica? Il presente lavoro si sofferma su alcune questioni che paiono nodali se si vuole impostare in modo concreto la problematica. Il secondo paragrafo, dopo l’introduzione, mette in evidenza i tratti fondamentali della questione del lavoro partendo dalla sua dualità: la forza lavoro viene venduta sul mercato ma, diversamente da altre merci, è indissolubilmente legata a chi ne è proprietario, il lavoratore. Le implicazioni sociali di questa circostanza sono di non poco rilievo: a rigor di logica, una domanda di lavoro insufficiente dovrebbe annullarne il prezzo, condannando il proprietario-lavoratore a morire di fame. I due paragrafi successivi si interrogano sulla possibilità di ovviare a questa condizione mediante politiche di sostegno dell’occupazione. Lo fanno a partire da una riflessione sulle tesi convenzionali secondo le quali la crescita dell’occupazione richiede flessibilità sul mercato del lavoro (paragrafo 3) mentre non ammette un ricorso “indiscriminato” alla spesa pubblica (paragrafo 4). La riflessione condotta evidenzia non solo le debolezze di tali tesi ma anche i costi sociali che esse trascurano e che suggerirebbero un cambiamento delle regole di funzionamento dell’economia in cui viviamo. Sulla possibilità di un concreto cambiamento si sofferma il paragrafo 5, il quale chiarisce che trattare di mercati – e, in generale, di economia – vuol dire trattare di relazioni fondate su regole definite da un ordinamento giuridico: non esiste mercato senza regole di qualche tipo. Poiché queste riflettono istanze etico-politiche diverse, sono possibili infiniti tipi di organizzazione economica purché si abbia la volontà di realizzarle. La possibilità astratta di realizzare qualunque configurazione economica non esclude ostacoli determinati da interessi costituiti nonché da priorità ideologiche più o meno esplicite. Di questo si occupa il paragrafo 6, il quale evidenzia che normalmente un intervento di politica economica determina conseguenze diverse per i vari settori coinvolti. Ne deriva l’esigenza che le priorità vengano esplicitate. Per esempio, se è vero che del reddito, utilizzato come misura del benessere collettivo, si riconosce comunemente l’inevitabile scarto fra concetto teorico e realtà concreta, meno frequente è la piena consapevolezza che ricondurre tutto ad un’unica metrica, quella monetaria, pone i diritti fondamentali dell’uomo sullo stesso piano di qualsiasi altra merce. D’altra parte, come si osserva nel paragrafo 7, è proprio questo che avviene con le politiche neoliberiste. Queste, praticando una politica istituzionale attiva, intervengono sul mercato del lavoro e sullo stato sociale al fine di determinare un sistema di coordinamento dell’economia fondamentalmente basato sui prezzi relativi. Così facendo, è questo il punto trattato nel paragrafo 8, non solo accentuano la creazione dei costi sociali di cui si è trattato nei paragrafi precedenti ma istituiscono un insieme di relazioni sociali che minano la coesione sociale e la partecipazione democratica. Le conclusioni evidenziano come, alla luce dei temi trattati, sia auspicabile che la riflessione degli studiosi non si limiti a valutare la correttezza delle teorie in relazione agli obiettivi economici perseguiti ma si soffermi con più attenzione su quali debbano essere detti obiettivi e come si leghino al tipo di società che si ritiene auspicabile.

Flessibilità di una merce speciale e politica economica

Paolo Ramazzotti
2017-01-01

Abstract

La questione del lavoro pone di fronte alla domanda di quali interventi siano possibili per ovviare ai problemi di disoccupazione, di precarietà degli impieghi, di sicurezza e salubrità dei posti di lavoro, di marcata disuguaglianza distributiva. Quali sono i vincoli che si incontrano e come si connotano: sono tecnici, istituzionali, politici o di cultura economica? Il presente lavoro si sofferma su alcune questioni che paiono nodali se si vuole impostare in modo concreto la problematica. Il secondo paragrafo, dopo l’introduzione, mette in evidenza i tratti fondamentali della questione del lavoro partendo dalla sua dualità: la forza lavoro viene venduta sul mercato ma, diversamente da altre merci, è indissolubilmente legata a chi ne è proprietario, il lavoratore. Le implicazioni sociali di questa circostanza sono di non poco rilievo: a rigor di logica, una domanda di lavoro insufficiente dovrebbe annullarne il prezzo, condannando il proprietario-lavoratore a morire di fame. I due paragrafi successivi si interrogano sulla possibilità di ovviare a questa condizione mediante politiche di sostegno dell’occupazione. Lo fanno a partire da una riflessione sulle tesi convenzionali secondo le quali la crescita dell’occupazione richiede flessibilità sul mercato del lavoro (paragrafo 3) mentre non ammette un ricorso “indiscriminato” alla spesa pubblica (paragrafo 4). La riflessione condotta evidenzia non solo le debolezze di tali tesi ma anche i costi sociali che esse trascurano e che suggerirebbero un cambiamento delle regole di funzionamento dell’economia in cui viviamo. Sulla possibilità di un concreto cambiamento si sofferma il paragrafo 5, il quale chiarisce che trattare di mercati – e, in generale, di economia – vuol dire trattare di relazioni fondate su regole definite da un ordinamento giuridico: non esiste mercato senza regole di qualche tipo. Poiché queste riflettono istanze etico-politiche diverse, sono possibili infiniti tipi di organizzazione economica purché si abbia la volontà di realizzarle. La possibilità astratta di realizzare qualunque configurazione economica non esclude ostacoli determinati da interessi costituiti nonché da priorità ideologiche più o meno esplicite. Di questo si occupa il paragrafo 6, il quale evidenzia che normalmente un intervento di politica economica determina conseguenze diverse per i vari settori coinvolti. Ne deriva l’esigenza che le priorità vengano esplicitate. Per esempio, se è vero che del reddito, utilizzato come misura del benessere collettivo, si riconosce comunemente l’inevitabile scarto fra concetto teorico e realtà concreta, meno frequente è la piena consapevolezza che ricondurre tutto ad un’unica metrica, quella monetaria, pone i diritti fondamentali dell’uomo sullo stesso piano di qualsiasi altra merce. D’altra parte, come si osserva nel paragrafo 7, è proprio questo che avviene con le politiche neoliberiste. Queste, praticando una politica istituzionale attiva, intervengono sul mercato del lavoro e sullo stato sociale al fine di determinare un sistema di coordinamento dell’economia fondamentalmente basato sui prezzi relativi. Così facendo, è questo il punto trattato nel paragrafo 8, non solo accentuano la creazione dei costi sociali di cui si è trattato nei paragrafi precedenti ma istituiscono un insieme di relazioni sociali che minano la coesione sociale e la partecipazione democratica. Le conclusioni evidenziano come, alla luce dei temi trattati, sia auspicabile che la riflessione degli studiosi non si limiti a valutare la correttezza delle teorie in relazione agli obiettivi economici perseguiti ma si soffermi con più attenzione su quali debbano essere detti obiettivi e come si leghino al tipo di società che si ritiene auspicabile.
2017
9788893130646
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Ramazzotti-Flessibilità di una merce - 2017.pdf

Open Access dal 01/08/2018

Descrizione: articolo principale
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 12.66 MB
Formato Adobe PDF
12.66 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/245457
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact