Lo stereotipo interpretativo dominante che concerne la critica di Duhem alle "experiences fictives" — secondo cui questo autore, in La théorie physique, avrebbe semplicemente rifiutato ogni genere d'esperimento mentale nel senso di Mach — è insostenibile per più ragioni. Esso, infatti, è in conflitto 1) con le dichiarazioni e i silenzi di Mach; 2) con ciò che Duhem disse e ciò che non disse riguardo ai punti di accordo e di disaccordo fra la propria critica della sperimentazione mentale e la concezione di Mach; 3) con una lettura priva di preconcetti delle poche pagine dedicate da Duhem alla critica delle experiences fictives. Possiamo quindi condudere che è stato commesso un errore fondamentale nell'interpretare Duhem nel senso di un rifiuto indiscriminato della sperimentazione mentale. Il fatto che Duhem stesso non abbia tracciato esplicitamente e chiarito la distinzione fra le espressioni "expérience fictive" e "expéri-mentation mentale", è stata probabilmente la principale ragione che ha favorito il sorgere dello stereotipo tradizionale che ho cercato di criticare, cui hanno però forse contribuito anche le difficoltà connesse alla traduzione dell'aggettivo "fictif-, ve" in lingue filosoficamente rilevanti, le quali hanno fatto andare perduta una connotazione importante della scelta di Duhem, e cioè quella che concerne una sperimentazione mentale che trascura o sottovaluta i limiti della convenzionalità delle sue assunzioni fondamentali, contrabbandando per merce scientifica ciò che è o uso logico-matematico della ragione o, addirittura, uso "metafisico" nel senso negativo in cui Mach e Duhem usavano questo termine.
Ernst Mach interprete di Pierre Duhem. Valore e limiti della sperimentazione mentale
M. Buzzoni
2018-01-01
Abstract
Lo stereotipo interpretativo dominante che concerne la critica di Duhem alle "experiences fictives" — secondo cui questo autore, in La théorie physique, avrebbe semplicemente rifiutato ogni genere d'esperimento mentale nel senso di Mach — è insostenibile per più ragioni. Esso, infatti, è in conflitto 1) con le dichiarazioni e i silenzi di Mach; 2) con ciò che Duhem disse e ciò che non disse riguardo ai punti di accordo e di disaccordo fra la propria critica della sperimentazione mentale e la concezione di Mach; 3) con una lettura priva di preconcetti delle poche pagine dedicate da Duhem alla critica delle experiences fictives. Possiamo quindi condudere che è stato commesso un errore fondamentale nell'interpretare Duhem nel senso di un rifiuto indiscriminato della sperimentazione mentale. Il fatto che Duhem stesso non abbia tracciato esplicitamente e chiarito la distinzione fra le espressioni "expérience fictive" e "expéri-mentation mentale", è stata probabilmente la principale ragione che ha favorito il sorgere dello stereotipo tradizionale che ho cercato di criticare, cui hanno però forse contribuito anche le difficoltà connesse alla traduzione dell'aggettivo "fictif-, ve" in lingue filosoficamente rilevanti, le quali hanno fatto andare perduta una connotazione importante della scelta di Duhem, e cioè quella che concerne una sperimentazione mentale che trascura o sottovaluta i limiti della convenzionalità delle sue assunzioni fondamentali, contrabbandando per merce scientifica ciò che è o uso logico-matematico della ragione o, addirittura, uso "metafisico" nel senso negativo in cui Mach e Duhem usavano questo termine.File | Dimensione | Formato | |
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