Con l’obiettivo di promuovere l’adesione ai principi etici nei comportamenti aziendali, è stato introdotto nel nostro ordinamento il Rating di legalità (D.L. 24 gennaio 2012 n.1), che si propone di fornire alle imprese un incentivo ad informare la propria attività al rispetto della legge (normativa ambientale, sicurezza sul lavoro, responsabilità amministrativa degli enti, ecc.) mediante il riconoscimento di forme premiali sotto il profilo economico e reputazionale. Sul sito web dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato viene pubblicato e costantemente aggiornato un database con indicazione delle imprese assegnatarie del Rating, dei punteggi attributi e successivi up/downgrading; muovendo da questa fonte, lo studio ha stilato un primo bilancio (necessariamente parziale) dell’esperienza. La conclusione dell’indagine svolta è che la correttezza gestionale e il rispetto delle leggi “paga” gli imprenditori onesti in termini (relativi) di miglior accesso alle risorse e dunque, almeno in linea tendenziale, premia le imprese virtuose a scapito di quelle illegali; per tal via, dunque, il Rating può contribuire ad attenuare le disuguaglianze sul mercato, contrastando la concorrenza sleale operata dalle imprese illegali.

L’esperienza italiana del rating di legalità. Prime evidenze empiriche e riflessioni sui risultati ottenuti

Francesca Bartolacci;Antonella Paolini;Michela Soverchia;Ermanno Zigiotti
2018-01-01

Abstract

Con l’obiettivo di promuovere l’adesione ai principi etici nei comportamenti aziendali, è stato introdotto nel nostro ordinamento il Rating di legalità (D.L. 24 gennaio 2012 n.1), che si propone di fornire alle imprese un incentivo ad informare la propria attività al rispetto della legge (normativa ambientale, sicurezza sul lavoro, responsabilità amministrativa degli enti, ecc.) mediante il riconoscimento di forme premiali sotto il profilo economico e reputazionale. Sul sito web dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato viene pubblicato e costantemente aggiornato un database con indicazione delle imprese assegnatarie del Rating, dei punteggi attributi e successivi up/downgrading; muovendo da questa fonte, lo studio ha stilato un primo bilancio (necessariamente parziale) dell’esperienza. La conclusione dell’indagine svolta è che la correttezza gestionale e il rispetto delle leggi “paga” gli imprenditori onesti in termini (relativi) di miglior accesso alle risorse e dunque, almeno in linea tendenziale, premia le imprese virtuose a scapito di quelle illegali; per tal via, dunque, il Rating può contribuire ad attenuare le disuguaglianze sul mercato, contrastando la concorrenza sleale operata dalle imprese illegali.
2018
978-88-255-1445-2
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