La letteratura economica su diseguaglianza di reddito e criminalità è abbastanza recente e tende a scorgere una relazione positiva tra queste due variabili. Alcuni autori hanno anche segnalato che la criminalità tende ad essere anticiclica e che la forza d’inerzia sembra essere considerevole. Una relazione positiva è stata trovata anche tra povertà e omicidi, così come tra insicurezza e benessere attraverso un’associazione positiva tra insicurezza, bassi redditi, limitata istruzione, alta mortalità infantile. Altri contributi hanno messo in evidenza la relazione tra diseguaglianza di reddito e crimini violenti, che si manifesterebbe specialmente nelle aree urbane ed in particolare in America Latina. In genere la diseguaglianza di reddito fa riferimento ad una sua valutazione in termini puramente monetari e i dati sulla criminalità si riferiscono a quella che viene ufficialmente denunciata dalle vittime. Questa ricerca si propone invece di tratteggiare una descrizione che parta dall’evidenza empirica, fornita dalla banca-dati EuSilc per decine di paesi europei, e metta in relazione la diseguaglianza di reddito con la percezione della criminalità nell’area di residenza espressa nelle interviste, esaminando allo stesso tempo un certo numero di variabili oggettive ed altre soggettive attribuite agli individui, così come ai loro nuclei familiari. Lo scopo dell’indagine è da un lato fornire un quadro dell’eterogeneità sussistente tra i paesi europei in merito ad un fenomeno forse relativamente meno osservato, e dall’altro considerare non tanto la criminalità denunciata, già oggetto di numerose ricerche, quanto la percezione che gli intervistati dichiarano di avere di tale fenomeno. A causa delle caratteristiche di endogeneità della relazione è difficile stabilire un solido rapporto di causalità ed accertare, sulla base dell’evidenza empirica, le eventuali cause determinanti. Lo studio qui condotto sui dati dell’indagine EuSilc tende piuttosto ad evidenziare profili di famiglie ed individui che più probabilmente di altri sono inclini a accusare la presenza di criminalità nell’area di residenza, senza attribuire a ciò altro che una eventuale regolarità. Nonostante ciò, l’esame delle valutazioni espresse dagli intervistati, per quanto soggettive, può egualmente rivestire una certa importanza anche nell’ambito di quelle decisioni, prese soggettivamente, che riguardano tanto l’economia quanto la politica.
Criminalità e disuguaglianza nei paesi europei
Elisabetta Croci Angelini;SORANA, SILVIA
2018-01-01
Abstract
La letteratura economica su diseguaglianza di reddito e criminalità è abbastanza recente e tende a scorgere una relazione positiva tra queste due variabili. Alcuni autori hanno anche segnalato che la criminalità tende ad essere anticiclica e che la forza d’inerzia sembra essere considerevole. Una relazione positiva è stata trovata anche tra povertà e omicidi, così come tra insicurezza e benessere attraverso un’associazione positiva tra insicurezza, bassi redditi, limitata istruzione, alta mortalità infantile. Altri contributi hanno messo in evidenza la relazione tra diseguaglianza di reddito e crimini violenti, che si manifesterebbe specialmente nelle aree urbane ed in particolare in America Latina. In genere la diseguaglianza di reddito fa riferimento ad una sua valutazione in termini puramente monetari e i dati sulla criminalità si riferiscono a quella che viene ufficialmente denunciata dalle vittime. Questa ricerca si propone invece di tratteggiare una descrizione che parta dall’evidenza empirica, fornita dalla banca-dati EuSilc per decine di paesi europei, e metta in relazione la diseguaglianza di reddito con la percezione della criminalità nell’area di residenza espressa nelle interviste, esaminando allo stesso tempo un certo numero di variabili oggettive ed altre soggettive attribuite agli individui, così come ai loro nuclei familiari. Lo scopo dell’indagine è da un lato fornire un quadro dell’eterogeneità sussistente tra i paesi europei in merito ad un fenomeno forse relativamente meno osservato, e dall’altro considerare non tanto la criminalità denunciata, già oggetto di numerose ricerche, quanto la percezione che gli intervistati dichiarano di avere di tale fenomeno. A causa delle caratteristiche di endogeneità della relazione è difficile stabilire un solido rapporto di causalità ed accertare, sulla base dell’evidenza empirica, le eventuali cause determinanti. Lo studio qui condotto sui dati dell’indagine EuSilc tende piuttosto ad evidenziare profili di famiglie ed individui che più probabilmente di altri sono inclini a accusare la presenza di criminalità nell’area di residenza, senza attribuire a ciò altro che una eventuale regolarità. Nonostante ciò, l’esame delle valutazioni espresse dagli intervistati, per quanto soggettive, può egualmente rivestire una certa importanza anche nell’ambito di quelle decisioni, prese soggettivamente, che riguardano tanto l’economia quanto la politica.File | Dimensione | Formato | |
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