Nell’ambito del progetto “Epicentri della storia” promosso dall’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporane M. Morbiducci di Macerata sono stati portati avanti con la collaborazione dell’Università di Macerata e della testata giornalistica Cronache Maceratesi Junior due filoni di ricerca-azione dedicati alla scuola e agli antichi mestieri. Per antichi mestieri abbiamo inteso i lavori artigiani tipici delle aree terremotate e che rappresentano o tradizioni familiari o attività uniche nel loro genere nel territorio di riferimento. Il metodo della ricerca-azione è stato scelto per sopperire da un lato, in alcuni casi, a una mancanza di documentazione sui mestieri presi in esame (e per scoprirne di nuovi), dall’altro per intervenire fattivamente nel tramandare tradizioni e capacità che, soprattutto dopo gli eventi sismici, rischiano di non essere raccontate e pubblicizzate e di conseguenza di sparire nel giro di poche generazioni dalla memoria collettiva. Il lavoro, avviato a gennaio, ha incontrato delle difficoltà legate ai gravissimi eventi atmosferici e sismici che hanno interessato la regione Marche e hanno coinvolto ancora una volta i soggetti a cui la ricerca si rivolgeva. Questi mesi sono stati utilizzati per creare una rete di azione tra istituzioni e associazioni e a maggio è cominciata la ricerca, anche con l’aiuto degli uffici comunali, per rintracciare gli artigiani da intervistare. Al momento disponiamo di materiale inedito che riguarda i comuni di Caldarola e Pievebovigliana. In aggiunta, nel territorio fermano, il 1 aprile si è tenuto un convegno ad Amandola dal titolo “Ricominciamo insieme” che ha avviato le attività per mettere in relazione nuove e vecchie generazioni nel recupero e nella narrazione del territorio, coinvolgendo anche i centri Auser delle Marche. I materiali raccolti saranno pubblicati sulla testata Cronache Maceratesi Junior per far conoscere ai bambini e ragazzi della provincia l’enorme patrimonio che l’entroterra esprime in termini di lavoro, qualità e tradizione. La ricerca-azione è una metodologia che ha lo scopo di individuare e migliorare una situazione problematica attraverso il coinvolgimento di ogni singolo attore. In questo caso la narrazione e riscoperta degli antichi mestieri che coincide con la narrazione e riscoperta dei luoghi devastati dal terremoto. Il metodo si compone di diverse fasi: pianificare – agire – osservare per poi rivalutare il tutto e ripianificare. La scientificità dei dati ottenuti si basa: sul coinvolgimento dell’intero gruppo di attori che condividono la progettualità, sulla completezza dell’analisi del territorio coinvolto, legame tra i risultati e il contesto, migliore consapevolezza da parte degli attori coinvolti. Il progetto “antichi mestieri” oltre a voler portare queste conoscenze nella realtà scolastica mira quindi anche ad agire nel territorio insieme al territorio stesso, modificandone le rappresentazioni da parte di chi ci vive o potrebbe tornare a viverci.

Vecchi mestieri per il futuro: narrare, documentare, tramandare

Paola Nicolini;Marco Moroni;Federica Nardi;
2017-01-01

Abstract

Nell’ambito del progetto “Epicentri della storia” promosso dall’Istituto storico della resistenza e dell’età contemporane M. Morbiducci di Macerata sono stati portati avanti con la collaborazione dell’Università di Macerata e della testata giornalistica Cronache Maceratesi Junior due filoni di ricerca-azione dedicati alla scuola e agli antichi mestieri. Per antichi mestieri abbiamo inteso i lavori artigiani tipici delle aree terremotate e che rappresentano o tradizioni familiari o attività uniche nel loro genere nel territorio di riferimento. Il metodo della ricerca-azione è stato scelto per sopperire da un lato, in alcuni casi, a una mancanza di documentazione sui mestieri presi in esame (e per scoprirne di nuovi), dall’altro per intervenire fattivamente nel tramandare tradizioni e capacità che, soprattutto dopo gli eventi sismici, rischiano di non essere raccontate e pubblicizzate e di conseguenza di sparire nel giro di poche generazioni dalla memoria collettiva. Il lavoro, avviato a gennaio, ha incontrato delle difficoltà legate ai gravissimi eventi atmosferici e sismici che hanno interessato la regione Marche e hanno coinvolto ancora una volta i soggetti a cui la ricerca si rivolgeva. Questi mesi sono stati utilizzati per creare una rete di azione tra istituzioni e associazioni e a maggio è cominciata la ricerca, anche con l’aiuto degli uffici comunali, per rintracciare gli artigiani da intervistare. Al momento disponiamo di materiale inedito che riguarda i comuni di Caldarola e Pievebovigliana. In aggiunta, nel territorio fermano, il 1 aprile si è tenuto un convegno ad Amandola dal titolo “Ricominciamo insieme” che ha avviato le attività per mettere in relazione nuove e vecchie generazioni nel recupero e nella narrazione del territorio, coinvolgendo anche i centri Auser delle Marche. I materiali raccolti saranno pubblicati sulla testata Cronache Maceratesi Junior per far conoscere ai bambini e ragazzi della provincia l’enorme patrimonio che l’entroterra esprime in termini di lavoro, qualità e tradizione. La ricerca-azione è una metodologia che ha lo scopo di individuare e migliorare una situazione problematica attraverso il coinvolgimento di ogni singolo attore. In questo caso la narrazione e riscoperta degli antichi mestieri che coincide con la narrazione e riscoperta dei luoghi devastati dal terremoto. Il metodo si compone di diverse fasi: pianificare – agire – osservare per poi rivalutare il tutto e ripianificare. La scientificità dei dati ottenuti si basa: sul coinvolgimento dell’intero gruppo di attori che condividono la progettualità, sulla completezza dell’analisi del territorio coinvolto, legame tra i risultati e il contesto, migliore consapevolezza da parte degli attori coinvolti. Il progetto “antichi mestieri” oltre a voler portare queste conoscenze nella realtà scolastica mira quindi anche ad agire nel territorio insieme al territorio stesso, modificandone le rappresentazioni da parte di chi ci vive o potrebbe tornare a viverci.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/244145
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