I garden festival di Germania e Olanda sono casi di successo che mostrano, in modo diverso, come l’organizzazione di grandi eventi possa contribuire a migliorare l’assetto urbanistico, la vivibilità e anche la competizione territoriale e turistica delle città ospiti. Alla base della riuscita delle iniziative sta come fattore comune la capacità di vedere gli interventi proiettati nel lungo periodo, inseriti in programmi di ordinamento dell’uso del suolo pen- sati all’interno di una programmazione più ampia. Il territorio accumula le azioni degli uomini, sia quelle buone che quelle cattive, e solo la capacità di programmazione di lungo andare può selezionare le pratiche migliori, o almeno quelle gradite ai residenti e turisti. In Italia questo genere di grandi eventi orientati al miglioramento urbanistico non ha tradizioni, anche se l’Expo Milano 2015 pareva inizialmente avere una connessione stretta con l’idea di progetta- zione paesaggistica che lasciasse un’eredità urbanistica utile. Non tanto il tema, “nutrire il pianeta energia per la vita”, quanto soprattutto le prime proposte architettoniche e paesaggistiche, avanzate nell’originario master plan, sembravano autorizzare l’attesa di una ridefinizione positiva e funzionale dei rapporti urbanistici in un’area pertinente la metropoli di Milano. A cancelli chiusi è facile dire che è mancata una visione del rapporto tra essere umani e ambiente urbano. Senza purtroppo che questo sia una novità nell’esperienza italiana.

I Garden Festival tra identità locale, turismo e organizzazione urbana

Corinto, G. L.
2017-01-01

Abstract

I garden festival di Germania e Olanda sono casi di successo che mostrano, in modo diverso, come l’organizzazione di grandi eventi possa contribuire a migliorare l’assetto urbanistico, la vivibilità e anche la competizione territoriale e turistica delle città ospiti. Alla base della riuscita delle iniziative sta come fattore comune la capacità di vedere gli interventi proiettati nel lungo periodo, inseriti in programmi di ordinamento dell’uso del suolo pen- sati all’interno di una programmazione più ampia. Il territorio accumula le azioni degli uomini, sia quelle buone che quelle cattive, e solo la capacità di programmazione di lungo andare può selezionare le pratiche migliori, o almeno quelle gradite ai residenti e turisti. In Italia questo genere di grandi eventi orientati al miglioramento urbanistico non ha tradizioni, anche se l’Expo Milano 2015 pareva inizialmente avere una connessione stretta con l’idea di progetta- zione paesaggistica che lasciasse un’eredità urbanistica utile. Non tanto il tema, “nutrire il pianeta energia per la vita”, quanto soprattutto le prime proposte architettoniche e paesaggistiche, avanzate nell’originario master plan, sembravano autorizzare l’attesa di una ridefinizione positiva e funzionale dei rapporti urbanistici in un’area pertinente la metropoli di Milano. A cancelli chiusi è facile dire che è mancata una visione del rapporto tra essere umani e ambiente urbano. Senza purtroppo che questo sia una novità nell’esperienza italiana.
2017
978-88-908926-3-9
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