Il sacco di Roma del 24 agosto del 410 è una specie di ”11 settembre” del mondo antico, che scatena una dura reazione anticristiana: “Abbiamo i barbari in casa, non è tempo di amore”. Dalla sede vescovile di Ippona, Agostino raccoglie la sfida e scrive La città di Dio, ponendo al centro della storia le vicende di due città, intese proprio come due modi opposti di vivere l’amore. In questo affresco grandioso, il libro XIX brilla di luce propria. Al centro è il primato della pace come “tranquillità dell’ordine”, che disegna un percorso di straordinario interesse e attualità: il dibattito intorno al sommo bene, in cui s’incontrano la ricerca filosofica e il riconoscimento della fragilità umana, si apre al rapporto tra amore e giustizia, da cui dipende la concordia civile nella convivenza storica dei popoli. Nasce da qui la “doppia cittadinanza” del cristiano, in un difficile equilibrio tra eternità e tempo, tra universalismo evangelico e pluralismo delle culture, mentre credenti e non credenti possono trovare nella pace un orizzonte comune di incontro, dialogo e collaborazione in un mondo diviso.

La città di Dio, XIX

L. Alici
2018-01-01

Abstract

Il sacco di Roma del 24 agosto del 410 è una specie di ”11 settembre” del mondo antico, che scatena una dura reazione anticristiana: “Abbiamo i barbari in casa, non è tempo di amore”. Dalla sede vescovile di Ippona, Agostino raccoglie la sfida e scrive La città di Dio, ponendo al centro della storia le vicende di due città, intese proprio come due modi opposti di vivere l’amore. In questo affresco grandioso, il libro XIX brilla di luce propria. Al centro è il primato della pace come “tranquillità dell’ordine”, che disegna un percorso di straordinario interesse e attualità: il dibattito intorno al sommo bene, in cui s’incontrano la ricerca filosofica e il riconoscimento della fragilità umana, si apre al rapporto tra amore e giustizia, da cui dipende la concordia civile nella convivenza storica dei popoli. Nasce da qui la “doppia cittadinanza” del cristiano, in un difficile equilibrio tra eternità e tempo, tra universalismo evangelico e pluralismo delle culture, mentre credenti e non credenti possono trovare nella pace un orizzonte comune di incontro, dialogo e collaborazione in un mondo diviso.
2018
978-88-265-0021-8
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