A partire dall’incontro tra Thomas Carlyle e Ralph Waldo Emerson, il saggio propone una rivisitazione teorica del Rinascimento americano come un paradosso transatlantico: un momento storico in cui l’auto-consapevolezza più spietata della mancanza nazionale sul fronte culturale a metà Ottocento coesiste con la costruzione di una grande tradizione artistica e intellettuale. Come tale, esso richiama l’attenzione sul concetto (sacro e/o secolarizzato) di “stato-nazione” quale oggetto di analisi, pur nel mezzo degli stessi studi che, negli ultimi decenni, ne hanno messo in questione lo statuto di categoria critica nel contesto più ampio di una “America allargata”. A fronte del percepito squilibrio tra potenza e cultura (uno squilibrio inclusivo per cui a un’America senza una letteratura nazionale si affianca anche un’America che non si è mai espressa filosoficamente né si è mai appropriata di una coscienza storica nazionale), proprio il paradosso transatlantico del Rinascimento americano, così ri-prospettato, può invece contribuire a mettere ancor più in risalto un’America che non solo ha già avviato l’opera di edificazione e promozione di una grande letteratura nazionale, ma che, da un lato, si sta anche esprimendo filosoficamente, “in un momento per così dire pre-filosofico della sua cultura”, proprio “nella profusione metafisica della sua letteratura più grande”, e, dall’altro, sta traducendo l’appropriazione della coscienza storica in una vera e propria scienza e arte della storia (nel senso disciplinare moderno, ossia pienamente storiografico e storicistico), sì da legittimare la rappresentazione del passato per la prassi politica del presente con tutte le sue contraddizioni, lacerazioni, e tragiche conseguenze proprio in quanto ante-bellum America.
Il paradosso transatlantico: Carlyle, Emerson e il Rinascimento americano
NORI, Giuseppe
2017-01-01
Abstract
A partire dall’incontro tra Thomas Carlyle e Ralph Waldo Emerson, il saggio propone una rivisitazione teorica del Rinascimento americano come un paradosso transatlantico: un momento storico in cui l’auto-consapevolezza più spietata della mancanza nazionale sul fronte culturale a metà Ottocento coesiste con la costruzione di una grande tradizione artistica e intellettuale. Come tale, esso richiama l’attenzione sul concetto (sacro e/o secolarizzato) di “stato-nazione” quale oggetto di analisi, pur nel mezzo degli stessi studi che, negli ultimi decenni, ne hanno messo in questione lo statuto di categoria critica nel contesto più ampio di una “America allargata”. A fronte del percepito squilibrio tra potenza e cultura (uno squilibrio inclusivo per cui a un’America senza una letteratura nazionale si affianca anche un’America che non si è mai espressa filosoficamente né si è mai appropriata di una coscienza storica nazionale), proprio il paradosso transatlantico del Rinascimento americano, così ri-prospettato, può invece contribuire a mettere ancor più in risalto un’America che non solo ha già avviato l’opera di edificazione e promozione di una grande letteratura nazionale, ma che, da un lato, si sta anche esprimendo filosoficamente, “in un momento per così dire pre-filosofico della sua cultura”, proprio “nella profusione metafisica della sua letteratura più grande”, e, dall’altro, sta traducendo l’appropriazione della coscienza storica in una vera e propria scienza e arte della storia (nel senso disciplinare moderno, ossia pienamente storiografico e storicistico), sì da legittimare la rappresentazione del passato per la prassi politica del presente con tutte le sue contraddizioni, lacerazioni, e tragiche conseguenze proprio in quanto ante-bellum America.File | Dimensione | Formato | |
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