"Il libro si compone di due sezioni: la prima raccoglie il contributo teorico di Marcello Soffritti su Termontografia e innovazione della terminologia plurilingue e quello di Michele Prandi su Lessico naturale e lessici di specialità: tra descrizione e normalizzazione; la seconda sezione raccoglie i contributi di alcuni degli studenti che hanno svolto la loro ricerca per la tesi presso il Laboratorio. Gli articoli della prima sezione si concentrano su due zone critiche della teoria terminologica: la rappresentazione dei sistemi concettuali e i nuovi modelli di ontologie da una parte, e il problema della variazione e della sinonimia nei lessici specialistici dall’altra. [...] La seconda sezione, suddivisa a sua volta in due sottosezioni (Parte A e Parte B), raccoglie i contributi degli studenti, e vuole rappresentare una testimonianza diretta, seppur limitata, del lavoro svolto in questo primo decennio. In particolare, i testi della parte A affrontano una serie di temi di portata più generale: Roberta Albertazzi affronta il problema dell’estrazione di definizioni corrette dai corpora costruiti per l’analisi di determinati domini; Carla Agrario e Sara Castagnoli dimostrano che per domini specialistici particolarmente complessi, come il diritto, una banca dati terminologica tradizionale non è sufficiente alla descrizione del dominio, e come sia invece necessario costruire una knowledge base che includa non solo schede terminologiche con campi ad hoc ma anche i testi del corpus utilizzato e il sistema concettuale che riproduce iconograficamente i rapporti logico-semantici tra i termini stessi; l’intervento di Cristina Valentini, infine, tratta del rapporto tra terminologia e interpretazione, ed è stato il punto di partenza dell’intera riflessione sull’uso degli strumenti terminologici e terminografici nella formazione della figura professionale dell’interprete. La parte B, invece, si focalizza su uno dei problemi centrali nello studio dei lessici specialistici: la variazione terminologica. I contributi raccolti in questa sottosezione rappresentano diversi tentativi, presentati in ordine cronologico, di “sistematizzare” questo fenomeno attraverso l’analisi di diversi domini tecnico-scientifici, e sono quindi anche testimonianza dei successivi aggiustamenti degli assunti teorici che hanno guidato le diverse analisi. Il testo di Isabella Oss Pinter tratta questo fenomeno occupandosi del linguaggio della falconeria, sottolineando come nei tentativi di armonizzazione di discipline che hanno una lunga tradizione assuma importanza anche la prospettiva diacronica; Claudia Giampreti e Samantha Sintuzzi si concentrano sul lessico del trasporto aereo, che si caratterizza per una certa ricchezza di termini sinonimici e di varianti legati alla notevole diversificazione degli utenti di questo lessico e che comporta la necessità di trovare equivalenti interlinguistici non solo per i termini principali ma anche per le varianti e i sinonimi; infine il testo di Veronica Di Marco analizza la terminologia veterinaria – più precisamente l’anatomia del dito del cavallo – ri-sottolineando l’importanza della dimensione diacronica nell’analisi e i problemi relativi alla normalizzazione di un lessico scientifico in cui la presenza di termini sinonimici è, contrariamente alle aspettative, patologica. (da "Da Termionologia a Terminologia a colori" pp.21-23)

Terminologia a colori

CASTAGNOLI, SARA;
2010-01-01

Abstract

"Il libro si compone di due sezioni: la prima raccoglie il contributo teorico di Marcello Soffritti su Termontografia e innovazione della terminologia plurilingue e quello di Michele Prandi su Lessico naturale e lessici di specialità: tra descrizione e normalizzazione; la seconda sezione raccoglie i contributi di alcuni degli studenti che hanno svolto la loro ricerca per la tesi presso il Laboratorio. Gli articoli della prima sezione si concentrano su due zone critiche della teoria terminologica: la rappresentazione dei sistemi concettuali e i nuovi modelli di ontologie da una parte, e il problema della variazione e della sinonimia nei lessici specialistici dall’altra. [...] La seconda sezione, suddivisa a sua volta in due sottosezioni (Parte A e Parte B), raccoglie i contributi degli studenti, e vuole rappresentare una testimonianza diretta, seppur limitata, del lavoro svolto in questo primo decennio. In particolare, i testi della parte A affrontano una serie di temi di portata più generale: Roberta Albertazzi affronta il problema dell’estrazione di definizioni corrette dai corpora costruiti per l’analisi di determinati domini; Carla Agrario e Sara Castagnoli dimostrano che per domini specialistici particolarmente complessi, come il diritto, una banca dati terminologica tradizionale non è sufficiente alla descrizione del dominio, e come sia invece necessario costruire una knowledge base che includa non solo schede terminologiche con campi ad hoc ma anche i testi del corpus utilizzato e il sistema concettuale che riproduce iconograficamente i rapporti logico-semantici tra i termini stessi; l’intervento di Cristina Valentini, infine, tratta del rapporto tra terminologia e interpretazione, ed è stato il punto di partenza dell’intera riflessione sull’uso degli strumenti terminologici e terminografici nella formazione della figura professionale dell’interprete. La parte B, invece, si focalizza su uno dei problemi centrali nello studio dei lessici specialistici: la variazione terminologica. I contributi raccolti in questa sottosezione rappresentano diversi tentativi, presentati in ordine cronologico, di “sistematizzare” questo fenomeno attraverso l’analisi di diversi domini tecnico-scientifici, e sono quindi anche testimonianza dei successivi aggiustamenti degli assunti teorici che hanno guidato le diverse analisi. Il testo di Isabella Oss Pinter tratta questo fenomeno occupandosi del linguaggio della falconeria, sottolineando come nei tentativi di armonizzazione di discipline che hanno una lunga tradizione assuma importanza anche la prospettiva diacronica; Claudia Giampreti e Samantha Sintuzzi si concentrano sul lessico del trasporto aereo, che si caratterizza per una certa ricchezza di termini sinonimici e di varianti legati alla notevole diversificazione degli utenti di questo lessico e che comporta la necessità di trovare equivalenti interlinguistici non solo per i termini principali ma anche per le varianti e i sinonimi; infine il testo di Veronica Di Marco analizza la terminologia veterinaria – più precisamente l’anatomia del dito del cavallo – ri-sottolineando l’importanza della dimensione diacronica nell’analisi e i problemi relativi alla normalizzazione di un lessico scientifico in cui la presenza di termini sinonimici è, contrariamente alle aspettative, patologica. (da "Da Termionologia a Terminologia a colori" pp.21-23)
2010
9788873955511
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